Per non smettere di correre

La corsa del Leicester potrebbe arrestarsi dopo la pausa natalizia. Due punti nelle prime tre giornate dalla ripresa non sono un segnale incoraggiante.

Qualche settimana fa Claudio Ranieri ha paragonato il suo Leicester a Forrest Gump. Avendo chiuso in testa alla Premier prima della mini-pausa natalizia, si sono sprecate parole sulla durata dello stato di forma dei Foxes: una squadra che secondo molti era in netto overperforming e destinata a crollare alla ripresa del campionato. Ancora memori del percorso costruito lo scorso anno dal Southampton di Koeman, si è facilmente previsto che anche la squadra allenata dal tecnico romano potesse avere un percorso simile: una decrescita lenta, moderata, ma che porterebbe il Leicester fuori dalla zona alta della classifica.

Ranieri si è mostrato pienamente fiducioso, sostenendo che la propria squadra brilla per forza, resistenza ed intensità. E che la corsa dei suoi non si sarebbe fermata presto, proprio come Tom Hanks nella pellicola diretta da Zemeckis. Con la simpatia che ha fatto innamorare di lui i giornalisti d’oltremanica ha detto: «Perché non possiamo continuare a correre, correre, correre? Siamo come Forrest Gump. Leicester è come Forrest Gump».

 
«Avevo voglia di correre».

Anche la statistica giocherebbe a favore dei Foxes: negli ultimi sei anni, ben cinque volte la squadra che ha chiuso in testa alla Premier a dicembre ha poi vinto il campionato. Ranieri ha ricostruito, partendo da una squadra fragile che lo scorso anno allo stesso punto era in fondo alla classifica, una realtà concreta e solida. Nonostante dal boxing day non abbia ancora trovato la vittoria – una sconfitta a Liverpool e due zero a zero con City e Bournemouth, entrambi in casa – la vetta occupata dall’Arsenal dista soltanto 2 punti, lasciando le speranze di giocarsela fino in fondo ancora alte. Il 4-4-2 imposto da Ranieri ha migliorato nettamente entrambe le fasi di gioco del Leicester. La tenuta difensiva rappresenta una degli snodi centrali su cui costruire le fortune della squadra da qui alla conclusione della stagione. Pur avendo migliorato le performance rispetto allo scorso anno – 6 reti in meno subite rispetto a quando erano sul fondo della Premier – la squadra ha ancora margini di crescita. L’evoluzione difensiva è senz’altro merito dell’approccio sacchiano del testaccino.

Influenzato fortemente dalle teorie dell’ex tecnico milanista, Ranieri ha riportato nel Leicestershire alcuni dogmi dettati da Sacchi. Il Leicester riesce a compattarsi tanto verticalmente quanto orizzontalmente, con le linee raccolte entro un raggio di 25 metri. In aggiunta, Ranieri ha istruito i propri difensori in modo che si facciano trovare pronti ad andare a supporto della seconda linea. Non è un caso, infatti, che si possano trovare i centrali o gli esterni di difesa fuori dalla propria zona di competenza; pronti a seguire l’avversario in marcatura fino a centrocampo, o lesti ad occupare lo spazio tra le linee per coprire i movimenti delle ali avversarie.

 
La partita perfetta?

Se alla compattezza dei reparti di difesa e centrocampo aggiungiamo la capacità di pressing di due attaccanti come Vardy e Okazaki, entrambi dotati di ottima resistenza e capacità di sacrificarsi per la squadra, la fase difensiva del Leicester mostra le caratteristiche giuste per una base da cui ripartire, alla ricerca dei risultati che potranno arrivare da qui a fine Premier. La scelta in avanti di Ranieri pare essere ricaduta, in maniera quasi definitiva sui due attaccanti sopracitati, per la loro capacità di schermare la prima linea di passaggio avversaria, l’abilità con cui riescono a coprire alternativamente il centro e lo spazio tra le linee, risultano la coppia migliore che il tecnico possa schierare ad oggi. Una delle caratteristiche migliori, ma che diventa al contempo una delle criticità più grandi degli uomini di Ranieri, è la gestione del contropiede.

Il Leicester è estremamente abile nel ribaltare il campo, e trasformare in un lasso di tempo brevissimo la fase di difesa in attacco. Proprio il 4-4-2 con le linee strettissime permette agli uomini di Ranieri di operare la transizione in pochi secondi, attaccando con rapidità le zone di campo lasciate sguarnite dagli avversari. Anche in questa attitudine c’è molto del tecnico italiano: il passaggio dal 3-5-2 di Pearson all’attuale impostazione tattica ha portato disciplina e, soprattutto, ha abbassato la probabilità di subire a sua volta un nuovo ribaltamento di campo. Il Leicester sceglie solo un numero ridotto di uomini per effettuare le ripartenze, di modo da avere la copertura necessaria per un eventuale ribaltamento contrario. Ritornando alla frenata delle ultime settimane, Jamie Vardy è a digiuno di gol da 392 minuti. Lui e Mahrez in coppia hanno realizzato circa il 75% delle reti della formazione di Ranieri: risulta facile comprendere come al calare delle prestazione dei due, l’intera tenuta offensiva dei foxes ne abbia risentito pesantemente. La prima sconfitta dalla ripresa del Leicester – ad Anfield Road contro il Liverpool – è coincisa con la peggior prestazione dell’anno dell’ex Fleetwood Town; una gara in cui oltre al gol è mancato il sempre prezioso apporto in fase di non possesso.

 
Gol machine

Se, come visto in precedenza, in 5 degli ultimi 6 campionati la squadra in testa alla Premier a dicembre ha poi vinto il trofeo, esistono casi passati di crolli verticali. In particolare di squadre considerate underdog. Squadre che non sono riuscite a tenere il passo di avversarie ben più blasonate. È il caso dello Swansea ‘81/’82: primo a dicembre nella First Division, ma rimontato da un incredibile Liverpool risalito dalla dodicesima piazza.

Anche il Norwich ‘88/’89 e ‘92/’93 si è trovato in testa al campionato in ben due occasioni, per poi rimanere a mani vuote in entrambe le annate. In particolare nella prima delle due stagioni, i canarini ebbero un cammino molto simile a quello del Leicester. Salvi all’ultima giornata l’anno prima, si ritrovarono in testa al giro di boa dell’annata successiva. Storia altrettanto incredibile per il Newcastle ‘95/’96 guidato da Kevin Keegan. Primo a dicembre con 10 punti di vantaggio sullo United, i magpies erano pronti a festeggiare il primo titolo in 70 anni di storia del club. Una sconfitta per 2 a 0 subita nello scontro diretto all’Old Trafford mise a nudo tutta la fragilità del Newcastle. A fine anno festeggiò ancora Sir Alex. Le prossime due trasferte, contro Tottenham ed Aston Villa, ci diranno in maniera chiara dove arriverà questo Leicester. Con la speranza che non smetta di correre all’improvviso.

 
Ad un passo dalla Premier