Allenatori furiosi

La lite tra Sarri e Mancini è l'ultimo capitolo di una serie di episodi caratterizzati da sfoghi, insulti, gesti deprecabili di chi siede in panchina.

Gli insulti di Sarri, la denuncia di Mancini, il batti e ribatti su giornali e social. Il caotico epilogo di Napoli-Inter ha aperto dibattiti, creato partiti, destato indignazione. Ma, se vogliamo, ha anche messo in mostra il lato debole degli allenatori, quello più irrazionale, quello che emerge quando la pressione è eccessiva o la frustrazione intollerabile. E, andando a spulciare nel recente passato, i casi in cui gli allenatori – che pure dovrebbero essere educatori, maestri di disciplina e correttezza oltre che di calcio – perdono le staffe sono davvero tanti.

L’episodio forse più famoso e clamoroso è quello che vide protagonista Delio Rossi, ai tempi allenatore della Fiorentina. I viola giocano in casa contro il Novara: è una delle ultime partite del 2011/12, e le cose vanno malissimo per Rossi, con gli avversari che vincono 2-0. Alla mezzora, decide di richiamare Ljajic, insoddisfatto del rendimento del serbo. Che non è contentissimo di uscire, e contesta la decisione del tecnico con un applauso sarcastico. La reazione di Rossi, che si scaglia contro il suo giocatore, è violenta e inattesa. Il giorno dopo Rossi viene licenziato dall’incarico e squalificato per tre mesi dal giudice sportivo.

Tra gli allenatori più “sanguigni”, non può mancare José Mourinho. Nel 2011 si gioca l’eterna sfida tra Barcellona e Real Madrid, valida per la Supercoppa di Spagna. Messi decide la gara a tre minuti dal novantesimo, consegnando il trofeo ai blaugrana. Negli istanti finali gli animi si accendono, le due panchine vengono a contatto, Mourinho mette un dito nell’occhio di Tito Vilanova, all’epoca secondo di Guardiola.

Il nemico numero uno dello Special One, in Premier, rimane Arsène Wenger. I due si sono sempre punzecchiati a distanza, fino a quando, lo scorso anno, sono venuti a contatto. Mourinho si lamenta con il quarto uomo, avvicinandosi alla panchina dell’Arsenal. Di fronte alle recriminazioni del collega, il tecnico francese spintona Mourinho a muso duro.

Di nuovo Italia: stagione 2007/2008, si gioca la prima giornata. In campo Parma e Catania, i due allenatori, Di Carlo e Baldini, si dicono qualche parola di troppo. Baldini reagisce rifilando un calcio al collega: cinque turni di squalifica.

Benfica-Porto è una delle rivalità più accese del calcio portoghese, tale da spostarsi anche tra gli allenatori. Lo scorso aprile, Jorge Jesus e Lopetegui quasi vennero alle mani a fine partita: la tradizionale stretta di mano rischia di diventare il prologo di un redde rationem. Lopetegui sarebbe stato infastidito dalla tendenza di Jesus di storpiargli il nome, tanto da avvertirlo: «Se cambi ancora il mio nome, ti do un pugno».

Alan Pardew, oggi allenatore del Crystal Palace, incassò sette turni di squalifica, più una multa di 60mila sterline, per una testata al giocatore dell’Hull Meyler, quando era tecnico del Newcastle, nel 2014.

Nel 2011 Paolo Di Canio è alla guida dello Swindon Town: dopo una sconfitta contro il Southampton, Di Canio richiama all’ordine il suo calciatore Clarke, che aveva avuto un’accesa discussione con uno dei preparatori dello Swindon. Nel tunnel, la situazione degenera: Clarke, qualche giorno dopo, viene messo sul mercato.