Guardiola meets Manchester

Il tecnico del Bayern allenerà per i prossimi tre anni il Manchester City: come si svilupperanno le sue idee tattiche in Premier?

Tre anni di contratto con il Manchester City, a partire dalla prossima stagione: Pep Guardiola sbarca per la prima volta nella sua vita calcistica in Inghilterra. Troverà un calcio molto diverso da quello a cui è abituato: difese basse, ritmi sostenuti, possesso palla ridotto all’essenziale. In che misura potrà far valere le sue maggiori innovazioni tattiche?

1. Tiki taka

L’aspetto di gioco più noto introdotto da Guardiola. Il retaggio più forte e immediato che il tecnico spagnolo ha ereditato dai suoi tempi da calciatore del Barça, quando in panchina c’era Cruijff. Ma il tiki taka è diventato fenomeno di massa con lui, per il fatto di poterlo attuare con i migliori interpreti possibili, da Xavi a Iniesta. Un sistema che è apprezzabile per la qualità dei tocchi, corti e rapidi, ma di cui si è sempre sottovalutata la valenza difensiva: tenere la squadra avversaria il più possibile lontana dalla propria area di rigore.

A Manchester, Guardiola trova una solida base di partenza. In primis, per l’impostazione “spagnola” con cui i Citizens si sono abituati a giocare negli anni con Pellegrini. E poi, perché calciatori come Fernando e Fernandinho sembrano potersi calare alla perfezione nell’idea di possesso palla di Guardiola. Facile, ad ogni modo, che sarà il centrocampo il reparto da cui si aspettano i rinforzi più altisonanti.

Il tiki taka blaugrana con Guardiola.

2. Il falso nueve

Pep Guardiola è stato l’uomo che ha spostato Leo Messi al centro. Non tanto per esaltarne le qualità realizzative, quanto per creare un sistema offensivo nel quale la posizione dell’argentino creasse un “imbuto” negli ultimi metri di campo: svuotando l’area di rigore, era più facile per i compagni di squadra inserirsi.

L’esperimento è poi proseguito con Müller, laddove il tedesco accorpa le caratteristiche di finalizzatore e assist. Con Sergio Agüero la soluzione verrà portata alle estreme conseguenze. El Kun, pur essendo un brevilineo, a Manchester si è specializzato nel ruolo di prima punta a tutti gli effetti. Questo non esclude la possibilità di utilizzare l’argentino “alla Messi”. Una duplicità di chiavi tattiche che Guardiola potrà sperimentare anche con Sterling.

Messi schierato come falso nueve.

3. Varietà di moduli tattici

Per quanto il marchio di fabbrica del Barcellona di Guardiola fosse il 4-3-3, con il Bayern Pep ha continuamente modificato il proprio assetto tattico. 4-1-4-1, 3-4-3, 4-2-3-1,  4-2-2-2, 4-1-2-1-2 e anche uno stravagante 2-3-5 si sono succeduti nel suo periodo bavarese. Con Pellegrini, i Citizens hanno giocato prevalentemente con un 4-2-3-1, ma non sono mancate diverse disposizioni: ancora una volta, la duttilità dei giocatori potrebbe essere un buon punto di forza per il camaleontismo tattico di Guardiola.

4. Difesa a tre

Provata spesso, anche con soluzioni ardite, come Alaba difensore centrale o Rafinha, esterno puro, fra i tre. Sarà l’aspetto più delicato del lavoro di Guardiola a Manchester: l’arretramento di un centrocampista sulla linea dei difensori potrebbe essere il modo con cui, almeno all’inizio, garantire maggiore solidità.

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5. Adattabilità dei terzini

Lahm a centrocampo o Alaba difensore centrale sono alcune delle intuizioni di Guardiola nella sua esperienza bavarese. Ne hanno guadagnato soprattutto i diretti interessanti, progredendo il loro livello di gioco. Certamente Guardiola chiederà un pesante restyling sulle fasce, dove oggi a Manchester ci sono Kolarov e Sagna. 30 anni il primo, 32 il secondo, potrebbero essere accantonati nel progetto dello spagnolo. Vanno per i 31 anche Clichy e Zabaleta.

6. Il portiere è parte della manovra

Valdés, e ancor di più Neuer, con Guardiola sono diventati qualcosa in più di semplici portieri: pedine abili a giocare la palla con i piedi, a smistarla, a far ripartire l’azione. Neuer ha estremizzato il concetto, giocando quasi da “libero”, uscendo anche di svariati metri dalla sua area di rigore. Hart sembra il tipo di portiere opposto: timido nelle uscite, sempre troppo bloccato tra i pali, in quanto i riflessi sono il suo punto di forza. Probabile che Guardiola voglia sondare anche il mercato dei portieri.

Un saggio del Neuer sweeper-keeper.

 

Nell’immagine in testata, Pep Guardiola durante un allenamento del Bayern Monaco. Christof Stache/AFP/Getty Images