Il numero 10 di Undici

Il menu del numero con cui festeggiamo i due anni: interviste a Buffon, Dybala, Ronaldo, Capello, El Shaarawy, Wimbledon e molto altro.

A noi sembra strano, ma abbiamo controllato ed è davvero così: Undici compie due anni, in questi primi giorni di giugno, e compie anche dieci numeri, un numero che di solito si usa per parlare di ricorrenze e anniversari. E allora, un po’ per festeggiare, un po’ per cercare come al solito di fare una bella rivista, andiamo in edicola con un numero speciale: abbiamo fatto tre copertine, con tre volti diversi, ognuno protagonista a suo modo del calcio di oggi. Le abbiamo fatte, va detto, anche perché usciamo in un momento sportivamente eccitante ma molto trafficato: la Champions League e i campionati nazionali appena terminati, la Copa América del centenario, gli Europei in Francia. Allora siamo andati a intervistare tre personaggi molto rilevanti in questo 2016 ormai a metà corso: Gianluigi Buffon, campione d’Italia e capitano dell’Italia; Paulo Dybala, la stella dello Scudetto della Juventus; Cristiano Ronaldo, vincitore della Champions League e, probabilmente, uomo simbolo del calcio europeo. Naturalmente, la rivista all’interno è sempre la stessa: chi sceglie Dybala troverà comunque l’intervista a Buffon, chi sceglie Buffon troverà Ronaldo, e così via. Poi, dentro, ci sono un bel po’ di altre cose.

buffon

dybala

Una di cui siamo particolarmente contenti, ad esempio, è una lunga guida agli Europei: non una guida calcistica, con analisi tattiche e via dicendo, insomma, sì, un po’ anche quello, ma non troppo; soprattutto una guida di viaggio, con 40 consigli su dove mangiare bene, dove dormire bene, dove andare per musei o per gite o per un tuffo al mare, nelle città che ospiteranno le partite di Francia 2016. E se non trovate il tempo di andarci proprio durante l’Europeo, beh, tenetela comunque di conto: una gita a Bordeaux o a Lione è sempre una buona idea.

gironi

Parlando di Europei, poi, qualche altro articolo: Simon Kuper, il nostro editorialista (nostro e del Financial Times) ha scritto di Albania, Galles, Irlanda del Nord, Islanda, insomma di queste cinque “prime volte” in Europa, di come sono nate e di cosa possono fare in futuro, nel torneo ma anche nel futuro più remoto. E Marco Zucchetti che riassume le ragioni (un po’ pasticciate, a dire la verità) del prossimo Euro, quello “itinerante” del 2020, e di cosa succederà dopo ancora, nel 2024, se si tornerà alla formula classica o si continuerà con un Europeo davvero “europeo”. E un portfolio sulle estati italiane che abbiamo vissuto in occasione di ogni manifestazione internazionale, le piazze piene, i festeggiamenti o le delusioni delle sconfitte, i maxischermi, le bandiere, queste cose qui, però corredate con i ricordi, vintage e meno vintage, di quattro autori: Cristiano de Majo, Vincenzo Latronico, Davide Coppo, Francesco Costa. Un’intervista di Fulvio Paglialunga a Stephan El Shaarawy, forse il più in forma tra gli Azzurri. Per chiudere con l’argomento europeo, Paolo Condò ricorda quella bella, a dir poco, semifinale del 2000 contro l’Olanda, prima di una meno bella finale persa al Golden Goal.

archivio

Poi abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Fabio Capello, che è un po’ “l’allenatore degli allenatori” ormai, anche se ora fa il commentatore di Fox Sports. E che soprattutto tra pochi giorni compirà 70 anni. Un colloquio in cui si è parlato, naturalmente, del calcio di ieri e di quello di oggi, del mestiere del telecronista, di nostalgia, e di molti altri argomenti. Uno, a settant’anni, ne ha di cose da raccontare.

capello

Siamo anche andati a visitare l’azienda che produce (fisicamente) i trofei della Coppa del Mondo, della Champions League, dell’Europa League e di altre competizioni ancora. Strano a dirsi, ma è a Paderno Dugnano, a pochi chilometri da Milano. E c’è un bel portfolio fotografico di Filippo Romano dallo stadio di San Siro, però vuoto, senza spettatori, e ritratto da fuori, in una specie di silenzio che ne accentua le forme architettoniche, che sono belle, e molto. Infine altre foto, curiose, sugli appunti che ha preso Pierluigi Pardo prima e durante una partita di Champions League, per cercare di capire come lavora un telecronista.

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meazza

Ah, e il tennis: probabilmente lo sport più romanzesco tra tutti gli sport (l’ha scritto Edoardo Albinati) si presenta il 27 giugno con il suo abito più affascinante, quello bianco bianco di Wimbledon. Per raccontarlo bene abbiamo scelto quattro firme d’eccezione che hanno scritto quattro articoli su quattro diversi macro-argomenti, in cui li abbiamo lasciati liberi di correre: i colori, i suoni, l’erba, la storia. Loro sono Gerald Marzorati, firma del New Yorker; Matteo Codignola (Adelphi), Francesco Longo, scrittore, e Marshall Jon Fisher, autore di Terribile splendore, pubblicato in Italia da 22thand2nd.

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Ci vediamo in edicola e in libreria dal 10 giugno, buona lettura.