Generazione d’oro

La Francia debutta stasera nell'Europeo di casa: è il momento della svolta, se non dell'affermazione, della talentuosa classe Novanta transalpina.

«È un ragazzo onesto, pulito, spinto dai buoni propositi, naturalmente quando entra lo fa con classe, si annulla e poi riemerge, tutto avviene attraverso giochi di prestigio, passami il microfono e raccogli queste parole, “chi semina vento raccoglie il tempo”». Quando Claude M’Barali, in arte MC Solaar, fior di rimatore nato in Senegal e naturalizzato francese, ha scritto questi versi nel 1994, probabilmente intendeva sintetizzare il sentimento di chi oppone fierezza e fantasia alla difficoltà di integrazione in una società monolitica e autoritaria. D’altronde era l’epoca di una Francia a metà del suo percorso temporale tra la Haìne di Kassovitz e il trionfo mondiale di Saint-Denis, quello che avrebbe donato alla sintesi dei suoi cambiamenti una confezione vincente e patinata, proprio come gli anni ‘90 richiedevano.

Francia 3, Brasile 0. La Francia è campione del mondo

Nella linea temporale in cui ci troviamo oggi, tutto sommato non così distante da quella, esistono due diversi tipi di Francia: quella sociale, che conosce un’altra epoca di grandi contraddizioni e turbolenze, e quella sportiva, che si appresta a disputare il più imponente Europeo della storia in casa propria, con aspirazioni da protagonista. Come spesso accade, verrà chiesto al gioco di riscattare la crisi provocata dai mutamenti sociali e politici, ed è proprio sul blocco più giovane di quei candidati al gioco, quelli che quando MC Solaar scriveva Prose Combat non erano ancora tutti nati o lo erano da assai poco tempo, che cadrà gran parte, forse quella più pesante, delle aspettative e dell’attenzione mediatica.

A scorrere le convocazioni finali di Didier Deschamps, infatti, si delinea il profilo di una Nazionale il cui blocco principale è costituito da giocatori affidabili e di esperienza, da Evra e Sagna, da Lloris a Koscielny e Giroud, dall’età generale tendente alla trentina. Ma il maggiore coefficiente di talento, fantasia e prospettiva è invece affidato ai più giovani del gruppo, quelli nati dopo il 1990, gli stessi a cui i versi in apertura sembrano essere stati dedicati con più di 20 anni di anticipo.

Le petit diable e l’oceano

I più “anziani” tra i più giovani sono due giocatori che in questa stagione sono stati tra i migliori interpreti mondiali del loro ruolo, il che fornisce alla Francia un doppio vantaggio sulle concorrenti. Se hanno in comune il 1991 come anno di nascita, dal punto di vista calcistico Antoine Griezmann e N’Golo Kanté sono agli antipodi: il primo è la quintessenza della qualità finalizzata alla quantità offensiva, il secondo è un esubero virtuoso di quantità difensiva che sopperisce alla mancanza di verve tecnica. Griezmann, che ha già partecipato alla scorsa spedizione mondiale, ha totalizzato 32 reti stagionali in poco più di 50 presenze, mentre Kanté quest’anno a Leicester ha ridefinito il concetto di baricentro basso, inamovibilià e soprattutto di potenza esplosiva delle gambe. Si tratta in sintesi di un armadio a una sola anta con due candelotti di dinamite giant-size al posto degli arti inferiori. Un oceano tascabile di palloni intercettati e generosità.

Highlights dalla stagione trionfale di Kanté

Della loro stessa età anche Eliaquim Mangala, che però è alto quanto Griezmann e Kanté messi uno sopra all’altro, e giocando da difensore centrale ha collezionato finora solo sette presenze con la maglia dei Bleus, chiuso da Koscielny e da Varane. Nemmeno il forfait del difensore del Real Madrid gli ha, per ora, schiuso le porte della titolarità: nelle amichevoli di preparazione, Deschamps gli ha preferito Rami.

La classe ‘93

Era da molto tempo che una Nazionale europea non poteva contare su un blocco di top player (o potenziali tali) così numeroso e tutto ascrivibile allo stesso anno solare, il 1993, quello in cui verosimilmente MC Solaar ha iniziato a scrivere il suo Prose Combat. Non a caso questa è la stessa classe che ha vinto il Mondiale Under 20 nel 2013. Non vengono tutti dagli stessi vivai (tranne un paio di loro), non hanno fatto parte di una generazione forgiata sulla base di un’accademia calcistica, ma sono tutti parte di qualcosa di più di una serie di fortunate coincidenze, dato che tutti questi giocatori hanno iniziato a tirare i primi calci al pallone, da bambini, negli anni di massima espansione e splendore del calcio francese e al contempo sono maturati proprio negli anni in cui il calcio stesso, in quanto sport, cambiava, diventando più fisico, più intenso, il rock show che è adesso. In qualche modo hanno respirato aria di grandezza sia all’inizio che alla fine del loro percorso verso il professionismo.

A proposito di rock show, l’onere di guidare questa compagine nella compagine spetta a Paul Pogba, che ormai fa categoria calcistica a sé: un concentrato mai visto prima di potenza ambidestra, che sia impiegata nell’atto di recuperare palloni o in quello di costruire occasioni da gol, o in quello di finalizzarle. Per il suo ruolo da centrocampista totale spicca in questo gruppo di talenti assoluti.

Le più belle giocate di Pogba del 2016

Nel gruppetto rientra anche il terzino sinistro della Roma Lucas Digne, autore di un’ottima stagione in cui ha dato prova della sua duttilità tattica e delle sue discrete capacità tecniche. Non ci sarà, invece, per colpa di un infortunio alla coscia, Raphael Varane, impostosi giovanissimo al Real Madrid fino a diventare titolare in poche stagioni. Rapidissimo, potente fisicamente ma preciso, dotato di una discreta capacità di passaggio e di una caparbietà da campione maturo, possiede anche grande capacità di elevazione e un discreto colpo di testa. Altri due giocatori ’93 non rientrati nelle convocazioni sono il funambolo dell’Olympique Lione Nabil Fekir, mezzapunta dribblomane, dotato di un discreto sinistro, e Geoffrey Kondogbia, una dinamo tuttofare di 1 metro e 88 che quest’anno non ha ripagato appieno l’enorme investimento dell’Inter, ma che per le qualità espresse nelle stagioni precedenti ha tutto il diritto di essere considerato qualcosa di più di un oggetto misterioso. Chi non andrà all’Europeo, ma che è stato convocato tra le riserve pronte a subentrare in caso di infortuni, è il portiere Alphonse Areola, anche lui classe ‘93, quest’anno in prestito al Villarreal dal Psg, ma chiuso da Lloris, Mandanda e Costil in nazionale.

Allons enfants terribles

Tra i più piccoli del gruppo, spicca Anthony Martial, nato nel dicembre del ‘95 e pagato 50 milioni dal Manchester United quando non aveva ancora compiuto 20 anni. Nonostante il pesante carico di aspettative e la stagione mediocre dei Red Devils, Martial si è disimpegnato bene segnando undici gol in Premier. Sarebbe stato facile bruciare un talento così giovane con una combinazione tanto azzardata di fattori di disturbo, eppure il disastro è stato scongiurato, e non c’è di che stupirsi dato che Martial è probabilmente l’attaccante dei sogni di qualsiasi squadra. Veloce e col vizio del dribbling, tiro potente, duttile e perciò imprevedibile (può giocare sia da punta centrale che da ala), dotato di una self-confidence da campionissimo che gli consente di segnare gol difficili.

Martial e un’ottima prima stagione a Manchester

Classe ’96 è Kingsley Coman, passato dalla Juventus al Bayern Monaco in prestito biennale con riscatto a 21 milioni. Se a Torino Coman trovava poco spazio, in Baviera, nonostante la concorrenza agguerrita, ha superato le 30 presenze stagionali, collezionando anche 6 reti. Si tratta di un’ala dall’altissimo tasso tecnico capace di saltare l’uomo, crossare e far allungare la squadra, e possiamo immaginare che suoi margini di crescita siano ancora pressoché inesplorati, se così giovane è riuscito a entrare nelle grazie di un maniaco dell’addestramento tattico come Guardiola. Se consideriamo che altri due giovani di belle speranze come Adrien Rabiot del Psg (classe ‘95) e Kurt Zouma (‘94), l’armadio difensivo del Chelsea, non sono finiti tra i 23 di Deschamps, è difficile sostenere che qualsiasi sia il percorso dei Bleus in questi europei, la Nazionale francese non abbia sulla sua strada futura molto più di quanto si vedrà in campo quest’estate. Per farsi un’idea, ecco come sarebbe un’ipotetica formazione dei Galletti se si potessero schierare solo atleti nati dal 1991 in poi: Areola, Varane, Zouma, Mangala, Digne, Kanté, Rabiot, Pogba, Griezmann, Coman, Martial.

 

Nell’immagine in evidenza, i giocatori della Francia esultano dopo un gol nell’amichevole contro la Scozia (Franck Fife/AFP/Getty Images)