L’antidivo Hector

Uno dei difensori più sorprendenti dell'ultimo Europeo, l'opposto della star. Nel 2012 era in quinta divisione.

Serra [sèr-ra], s.f. : ambiente protetto da una copertura trasparente in vetro o in plastica e spesso anche riscaldato, adibito alla coltivazione, in condizioni climatiche particolari, di ortaggi o fiori.

Accademia [ac-ca-dè-mia], s.f. : associazione pubblica o privata regolata da statuti per sviluppare gli studi in varie branche del sapere.

Le definizioni vengono dal Sabatini Coletti, dizionario della lingua italiana su cui, invece, la parola football academy non compare. Mettendo insieme queste due idee, però, si può arrivare a comprendere il concetto di football academy, che sembra evocare un’élite se espresso in inglese, mentre dicendo scuola calcio vengono subito in mente campi di terra battuta e materiale tecnico scadente. La traduzione in italiano acquista un’aura molto più romantica se si usa il termine vivaio, che sottintende la nozione di «fabbrica di talenti», aggiungendo una patina di sogno: i ragazzi che si allenano in questi contesti sono già sulla buona strada per diventare calciatori professionisti. Nella Germania Campione del Mondo c’è un solo giocatore che non ha mai visto una football academy dall’interno, ed è lo stesso che, nel corso del 2015, ha ottenuto il record di minuti con la maglia della Mannschaft, 754. Jonas Hector, terzino sinistro titolare della Nazionale tedesca, ha visto gli Europei del 2012 dal divano di casa: a quell’epoca non era ancora un giocatore professionista, aveva vent’anni e giocava nel Sv Auersmacher, quinta divisione tedesca.

Auersmacher è una cittadina di poco più di 2500 abitanti, nel distretto del Saarland, vicino al confine con la Francia. Per Hector, il club locale è un affare di famiglia: il padre ne è stato l’allenatore, il fratello ne è attualmente presidente, mentre la madre è in carico degli eventi legati alla squadra. Il cordone ombelicale che lega il giocatore al SV Auersmacher è talmente forte che, da adolescente, Jonas decide di rifiutare la corte del FC Saarbrücken, il club più importante della regione, desideroso di arruolarlo nella propria youth academy. Il motivo: Jonas preferisce continuare semplicemente a giocare con i propri amici. All’epoca, non pensava che un giorno avrebbe giocato in Bundesliga. Il calcio per lui era una passione, un gioco. Ma forse, non un sogno.

Cologne's defender Jonas Hector runs with the ball during the German Bundesliga first division football match between FC Cologne vs FC Bayern Munich in Cologne, western Germany, on March 19, 2016. / AFP / PATRIK STOLLARZ / RESTRICTIONS: DURING MATCH TIME: DFL RULES TO LIMIT THE ONLINE USAGE TO 15 PICTURES PER MATCH AND FORBID IMAGE SEQUENCES TO SIMULATE VIDEO. == RESTRICTED TO EDITORIAL USE == FOR FURTHER QUERIES PLEASE CONTACT DFL DIRECTLY AT + 49 69 650050 (Photo credit should read PATRIK STOLLARZ/AFP/Getty Images)
Jonas Hector con la maglia del Colonia durante un match di Bundesliga contro il Bayern Monaco (Patrik Stollarz/Afp/Getty Images)

Eppure, Hector aveva i colpi. Manfred Berger, vice-presidente dell’Auersmacher, lo ricorda raccontando che, da bambino, veniva regolarmente passato alla categoria successiva: dagli U8 promosso prematuramente agli U10, dagli U10 agli U12, e così via. I test con le academy di squadre più grandi e conosciute arrivano, ma non si traducono in alcun colpo di scena. Così, Hector fa le prove generali con Bochum, Friburgo e persino con il Bayern Monaco, finché nel 2010, a diciannove anni, cede alla corte del Colonia, che lo corteggia per inserirlo nella propria selezione U21. Il club renano riesce a conquistarlo anche grazie all’ambiente quasi familiare che circonda la squadra, in cui il giocatore pensa di potersi trovare a proprio agio. Quando il trasferimento è ormai deciso, Hector pone un’ultima condizione: desidera aggregarsi al Colonia solo a partire dall’estate del 2010, seppur l’accordo sia stato stabilito in gennaio. È infatti impensabile per lui abbandonare i compagni dell’Auersmacher nel bel mezzo della stagione. Viene accontentato.

È dunque nel luglio 2010 che si compie il primo vero passo avanti nella carriera di Jonas Hector. A vent’anni la maggior parte dei suoi attuali compagni di Nazionale erano già delle star, lui alla stessa età si aggrega all’U21 del Colonia come centrocampista offensivo. L’infortunio di un compagno lo porta per la prima volta a giocare come laterale sinistro, posizione a cui si adatta con il tempo. Questa evoluzione della sua posizione in campo sarà per Jonas una svolta decisiva in carriera, e una delle ragioni della rapidità della sua ascesa. Dopo tre stagioni di successo con la selezione U21, Hector firma il suo primo contratto da professionista nel 2012, diventando parte della prima squadra del Colonia, squadra di Zweite Liga con la quale guadagna la promozione durante la stagione 2013/14.

Hector, riassunto video

È l’estate dello strapotere della Mannschaft, dello storico 7-1 sul Brasile e del gol di Götze che porta per la prima volta una Nazionale europea a trionfare in un Mondiale giocato in America. Il giocatore che alza al cielo quella Coppa del Mondo è Philip Lahm, che decide in seguito di lasciare da vincente la carriera di internazionale, a 31 anni. L’impatto della decisione di Lahm sulla carriera di Hector è imprevedibile quanto lampante. Sulla fascia sinistra, dietro Lahm c’è il vuoto. Il 7 novembre 2014, Löw chiama Hector in Nazionale per la prima volta, per una partita di qualificazione agli Europei 2016 contro Gibilterra e un’amichevole contro la Spagna. Quando il tecnico del Colonia Stöger, già in contatto con Löw, gli anticipa la notizia della convocazione, Hector pensa inizialmente che si tratti di uno scherzo, prima che un messaggio lasciatogli da Löw in segreteria gli faccia capire che è tutto vero. Dopo solo una decina di match in Bundesliga per Hector comincia così la carriera di internazionale.

Nonostante il sucesso improvviso, Hector ha mantenuto un atteggiamento da antidivo. I ragazzi cresciuti nelle football academy hanno spesso la tendenza a vedere fin da subito il calcio come un’ambizione, a voler diventare a tutti i costi calciatori anche per gli aspetti che vanno al di là dello sport: ricchezza e status di star. In questo, il terzino sinistro della Germania è tutto l’opposto, un personaggio tanto semplice e discreto da sembrare una caricatura dell’understatement. Mentre alcuni suoi compagni di Nazionale sono personaggi pop a tutti gli effetti, onnipresenti sui giornali e molto attivi su Instagram, Hector rifugge i social e la stampa, a suo parere «ciò che è privato deve rimanere privato» e l’unico lusso che ha voluto concedersi grazie allo stipendio da calciatore, è semplicemente una «Tv più grande». Vista l’importanza dell’immagine dei calciatori nel calcio contemporaneo, Hector per il suo modo di essere fuori dal campo è un unicorno, un tipo di personalità che vedremo sempre meno.

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L’Europeo di Hector

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La fase di impostazione della Germania con una difesa a 4: Kroos si abbassa a prendere palla dai centrali; Boateng è pronto ad alzarsi nell’half-space destro; Hector avanza per dare ampiezza
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Con l’esterno, Götze in questo caso, che taglia centralmente, Hector garantisce la sovrapposizione in fascia laterale

Dal punto di vista tattico, Hector è un esterno tradizionale, non alla Lahm (cioè un terzino che, in fase offensiva, tende a occupare l’half-space destro, secondo i dettami del gioco di posizione di Pep Guardiola). Hector quindi resta prevalentemente nella zona esterna del campo, tagliando raramente verso il centro (anche se non possiamo dimenticare la mancata occasione da gol contro Ucraina, quando il terzino della Mannschaft ha mancato il pallone dentro l’area di rigore avversaria). Nel sistema di gioco fluido della Germania di Joachim Löw, gli esterni hanno il compito di garantire l’ampiezza ad una squadra che, in partenza, si schiera con un sistema 4-2-3-1 ma che, in fase offensiva, assume spesso le connotazioni di un 2-4-3-1. In fase di costruzione, infatti, molto è demandato ai due difensori centrali, Hummels e Boateng, cui si appoggiano Kroos (che occupa l’half-space sinistro) e Khedira (che occupa una posizione che oscilla fra l’half-space destro ed il centro, pronto comunque ad inserirsi in avanti. Proprio i due difensori centrali, insieme a Kroos, sono i registi della squadra tedesca. Le qualità tecniche dei due centrali infatti permettono a Hummels e Boateng di poter giocare pericolose palle filtranti alle spalle del centrocampo avversario ma anche (e questa è una delle giocate tipiche dei tedeschi) palle diagonali a cambiare campo, cercando l’esterno d’attacco o il terzino sul lato debole.

Il cross è l'arma preferita da Hector sulla fascia sinistra
Il cross è l’arma preferita da Hector sulla fascia sinistra

Con gli esterni d’attacco che tagliano centralmente, ecco che si crea lo spazio in fascia per le avanzate dei terzini. E qui si vedono le migliori caratteristiche di Hector, un giocatore in grado di contribuire alla fase offensiva con il suo piede ben educato. Con il 91,7% di passaggi riusciti, Hector è uno dei passatori più precisi della squadra, fra coloro che hanno accumulato un discreto minutaggio (secondo dietro al solo Kroos), registrando anche una media di 1.3 dribbling a partita, non pochi per un difensore. Nonostante Hector possa apparire come un giocatore più offensivo che difensivo, anche il suo contributo nella fase di non possesso palla è stato lodevole. Il giocatore del Colonia ha infatti prodotto 1 tackle e 1,8 intercetti a partita (il migliore della squadra dopo Howedes e Hummels, escludendo Mustafi che ha giocato una sola partita). Come si vede, le statistiche dimostrano le sue qualità e confermano come il 26enne terzino sinistro sia un giocatore già in grado di dare il proprio contributo in una della Nazionali più forti del mondo.

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Azione offensiva della Germania: i Tedeschi attaccano con molti giocatori e Hector torna indietro per garantire equilibrio difensivo

 

La posizione alta degli esterni difensivi della Germania in fase offensiva
La posizione alta degli esterni difensivi della Germania in fase offensiva

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Secondo la moglie del suo allenatore in U15 e U17, Emil Poklitar, Jonas giocava centrocampista nell’Auersmacher, ma giocava anche spesso in porta nei tornei di futsal locali. E la cosa gli veniva piuttosto bene. Al di là di questo paradosso, il giocatore si è arricchito proprio attraverso l’esplorazione di vari ruoli. In un’intervista sul sito della Federazione Tedesca, Jonas Hector ammette una grande verità: «Sono piuttosto certo che non giocherei in Bundesliga, se fossi ancora un giocatore offensivo. Sicuramente non giocherei nella Germania. Ho la sensazione che, più arretro in campo, più vado avanti in carriera».