La regata più bella

A 54 anni e dopo un tumore, Santiago Lange rischiava di non partecipare più ai Giochi. Invece ha vinto il primo oro olimpico alla sua sesta partecipazione.

Ha vinto diverse volte Santiago Lange, medaglia d’oro assieme a Cecilia Carranza in Nacra17, categoria debuttante nella vela ai Giochi Olimpici di Rio. Il suo è un oro che arriva dopo 12 gare preliminari e una “medal race”, in cui la coppia argentina non è andata particolarmente bene, ottenendo un solo punto nella classifica finale sulla barca australiana. Santiago ha vinto perché a 54 anni è il più anziano velista a Rio e uno dei più vecchi atleti di tutte le Olimpiadi. Vince perché sotto il podio a festeggiare con lui c’erano i figli Yago e Klaus, anche loro in gara a Rio nella categoria 49er. E ha stravinto perché meno di un anno fa, il 22 settembre (giorno del suo compleanno), Lange entrava in una sala operatoria a Barcellona per asportare un tumore maligno che minacciava di portarsi via i suoi polmoni. Gli hanno asportato quasi interamente quello sinistro e gli hanno raccomandato riposo per almeno due mesi; tempo una settimana ed era già in palestra, un mese dopo sulla barca per continuare la preparazione.

Dopo due bronzi ad Atene e Pechino conquistati assieme a Carlos Espinola, Lange aveva deciso di smettere. Architetto navale, aveva iniziato a lavorare con altri team di vela per aiutare a perfezionare l’aerodinamica delle barche. Un piede a Buenos Aires, un altro in giro per il mondo, con base a Barcellona. Poi la federazione internazionale di vela ha deciso di varare la nuova categoria Nacra, una barca leggera e particolarmente veloce, inaugurando allo stesso tempo una nuova frontiera, la coppia mista olimpica. Sono quelle cose che capitano quando devono succedere, l’occasione ideale per ricominciare, perché la vela è difficile da abbandonare. Santiago decide di fare coppia con la promettente Cecilia Carranza, 24 anni più giovane di lui dodicesima a Pechino, ventunesima a Londra. Lui di Buenos Aires, lei della calcistica Rosario, si qualificano per le Olimpiadi in casa, in una gara del circuito mondiale che si svolge sul Rio de la Plata.

RIO DE JANEIRO, BRAZIL - AUGUST 13: Santiago Lange of Argentina and Cecilia Carranza Saroli of Argentina compete in the Nacra 17 Mixed class on Day 8 of the Rio 2016 Olympic Games at the Marina da Gloria on August 13, 2016 in Rio de Janeiro, Brazil. (Photo by Clive Mason/Getty Images)
Santiago Lange e Cecilia Carranza in azione a Rio (Clive Mason/Getty Images)

Per Cecilia, Lange è un punto di riferimento. Quando lei non era ancora nata lui già navigava, si butta con entusiasmo nella nuova avventura, accettando il ritmo stacanovista e professionista del suo nuovo compagno. Tutto sembra filare per il verso giusto, ma a metà dell’anno scorso Santiago scopre di avere un piccolo tumore al polmone. Deve sottoporsi a controlli periodici, l’evoluzione è imprevedibile. Nel giro di un paio di mesi il responso dei medici è tassativo; bisogna fermarsi ed operarlo, prima che sia troppo tardi. Santiago capisce che non può non farlo ma dice fin da subito che, se l’operazione sarebbe andata bene, i tempi di recupero li avrebbe decisi lui. Non vuole interrompere la corsa per Rio, dopo aver disputato cinque edizioni dei Giochi non vuole perdersi la prima Olimpiade in Sudamerica. Compie 54 anni sotto i ferri e rinasce. In novembre fa già freddo a Barcellona, prende le valige e si trasferisce a Rio.

La Baia di Guanabara è uno scenario suggestivo, ma anche molto impegnativo perché i venti entrano attraverso le montagne di Rio e cambiano velocemente il corso di una regata. Devi leggere il vento, la marea, l’aria. I giornali di tutto il mondo scrivono pagine intere sulla acque sporche di Rio, nella Baia che potrebbe essere la più bella del mondo si scaricano i rifiuti di una aerea metropolitana dove vivono nove milioni di persone. Solo il 4% delle case ha una raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti. Nelle baia puoi trovare di tutto, elettrodomestici, mobili, tantissima plastica. Un ostacolo in più, ma nulla di insormontabile per Lange. Assieme a Cecilia hanno una routine ferrea, di mattina palestra e pomeriggio in acqua, o viceversa, a seconda delle condizioni atmosferiche. La sera si va a letto presto, non prima di aver analizzato le riprese degli allenamenti, perché oggi con una piccola go-pro sulla barca tutto viene filmato. Santiago è felice, anche perché a Rio arrivano due dei suoi quattro figli, debuttanti alle Olimpiadi. Stessa stirpe del padre, concentrati e determinati; allenamenti e studio di tutto ciò che può migliorare la prestazione in acqua.

RIO DE JANEIRO, BRAZIL - AUGUST 16: Santiago Lange of Argentina and Cecilia Carranza Saroli of Argentina celebrate winning the gold medal in the Nacra 17 Mixed class on Day 11 of the Rio 2016 Olympic Games at the Marina da Gloria on August 16, 2016 in Rio de Janeiro, Brazil. (Photo by Clive Mason/Getty Images)
L’esultanza al termine della prova, conclusasi con l’oro (Clive Mason/Getty Images)

Santiago e Cecilia arrivano primi nella classifica generale per disputare la medal race. Subito dietro, la coppia italiana Bissaro e Sicouri e gli australiani Waterhouse e Darmanin, gli avversari più temibili. La gara non va bene, sono penalizzati in due occasioni e alla fine arrivano sesti. Pensano di aver perso il podio, ci vuole qualche secondo prima di capire che hanno vinto. La classifica generale è da brividi, con l’Argentina a 77 punti, l’Australia e l’Austria a 78.  Yago e Klaus, che hanno seguito tutta la gara dalla spiaggia, si buttano in acqua e nuotano fino alla barca di papà. L’abbraccio è interminabile, in otto metri quadrati c’è una famiglia che ha lottato insieme per arrivare fin qui. Santiago piange nel momento dell’inno. In prima fila c’è la madre, che non ci crede ancora. Lui non ha mai amato parlare della malattia, ma nelle interviste con la medaglia al collo tutti gli chiedono come è stato vincere la battaglia contro il cancro. «Non volevo all’inizio, ma col tempo ho capito che va bene parlarne. Se il mio caso può servire da esempio per altre persone ben venga; la malattia si può vincere e si può tornare ad avere una vita normale». Quasi tutto è normale, nel dizionario speciale della famiglia Lange nessun ostacolo può essere più forte della voglia di vivere, ancora prima di quella di vincere. Santiago non è mai retorico, ma è chiaro che per lui già essere arrivato a Rio è stata una vittoria. Tutto il resto, oggi, è pura felicità. E siccome è normale sognare, non esclude di lottare per classificarsi per Tokio 2020, quando sarà sulla soglia dei sessant’anni. Con una medaglia d’oro al collo è ancor più facile sognare.

 

Nell’immagine in evidenza, Santiago Lange e Cecilia Carranza sul podio (Clive Mason/Getty Images)