Salto in lungo

Otto giovani talenti che hanno cambiato maglia per affermarsi nel calcio europeo: da Pione Sisto a Redmond passando per Burke e Merino.

È stata l’estate dei colpi da copertina, da Pogba a Higuaín, fino ai vari Stones (56 milioni di euro), Sané (50), Bailly (38), Renato Sanches (35 come base), e Gabigol (circa 30). Ma ci sono anche trasferimenti meno appariscenti, come quelli di otto talenti dal grande potenziale: meritano attenzione perché, probabilmente, potrebbero esplodere da un momento all’altro.

Sergio Díaz (1998) dal Cerro Porteño al Real Madrid

Durante tutta l’estate Florentino Pérez ha più volte ribadito che la rosa del Real Madrid è talmente competitiva da essere oggettivamente impossibile da migliorare, finendo per puntare semplicemente sul ritorno di due ex come Alvaro Morata e Marco Asensio. L’unica novità delle merengues si chiama Sergio Díaz e viene dal Paraguay, dove ha contribuito, nonostante l’età, ai recenti successi nazionali del Cerro Porteño. Il baby sudamericano, considerato il più verosimile erede di Sergio Agüero (non solo in patria), è stato pagato circa 5 milioni di euro (vincendo la concorrenza della Roma) e giocherà con il figlio di Zidane nel Real Madrid Castilla, che milita in Segunda Division B, terza serie del campionato spagnolo. I paragoni con l’attaccante del Manchester City non sembrano troppo azzardati: il giovane paraguaiano è senza dubbio il miglior prodotto calcistico recente del suo Paese (in prospettiva più di Iturbe, Derlis González, Miguel Almirón e Sanabria). Protagonista nel 2016 grazie a una rete in Copa Libertadores nel successo dei suoi contro il Corinthians, è stato subito portato in tournée in Canada con la prima squadra appena arrivato al Real Madrid, facendo il suo esordio contro il Chelsea. Anche Santiago Solari, allenatore del Castilla, è rimasto particolarmente impressionato dal suo esordio (doppietta e assist che hanno determinato il 3-2 contro la Real Sociedad B), a cui è seguito il gran gol messo a segno contro l’Amorebieta.

40 metri bruciati con un destro potente e preciso

Ramadan Sobhi (1997) dall’Al Ahly allo Stoke City

Per qualche settimana sembrava lo dovessimo trovare da un momento all’altro quotato nelle liste del Fantacalcio, tanto alta era la probabilità di vestire la maglia dell’Udinese, una delle squadre da sempre più attente al mercato africano. Ma alla fine è stato lo Stoke City a raggiungere l’intesa economica per questo egiziano di diciannove anni di cui si dice un gran bene, evitando così che il prezzo potesse lievitare ulteriormente dopo la Coppa D’Africa 2017. Sarà che ha già avuto modo di lavorare con due allenatori veterani del calcio europeo come Cuper e Jol, ma il ragazzo sembra effettivamente pronto per il grande salto in Europa. Hughes l’ha buttato nella mischia quasi subito: già in occasione della sfida di campionato persa dai Potters contro il Manchester City, la giovane ala sinistra ha fatto intravedere le sue qualità. Molto abile nei dribbling e dotato di un controllo di palla veloce ed estremamente elegante, deve ancora limare le leziosità che spesso si concede, come il vizietto di provocare gli avversari in questo modo. Difficilmente il tecnico gallese si distaccherà dal 4-2-3-1 nel quale, al momento, Sobhi può insidiare le titolarità di Bojan, Shaqiri e Arnautovic come trequartista a supporto dell’unica punta.

Manchester City's Spanish midfielder David Silva (L) vies with Stoke City's Egyptian midfielder Ramadan Sobhi during the English Premier League football match between Stoke City and Manchester City at the Bet365 Stadium in Stoke-on-Trent, central England on August 20, 2016. Manchester City won the game 4-1. / AFP / Lindsey PARNABY / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 75 images, no video emulation. No use in betting, games or single club/league/player publications. / (Photo credit should read LINDSEY PARNABY/AFP/Getty Images)
Ramadan Sobhi affronta David Silva durante il match di Premier League tra Stoke City e Manchester City (Lindsey Parnaby/Afp/Getty Images)

 

Oliver Burke (1997) dal Nottingham Forest all’RB Lipsia

Gli sono bastate 13 presenze da titolare con il suo Nottingham Forest per diventare, a soli 19 anni, il giocatore scozzese più caro di sempre: quello di Oliver Burke è un boom più che recente, visto che fino a un mese fa quasi nessuno era al corrente delle potenzialità del ragazzo che sembra uscito da un film di Danny Boyle. Un inizio di stagione super per Twisty con i Foresters (5 partite di Championship e 4 gol) ha fatto sì che il suo trasferimento si materializzasse ancor prima di quanto atteso dalla dirigenza del club inglese, e in primis dal tecnico Montanier, privato di un talento cristallino. Seguito in maniera forsennata da club blasonati come Manchester United, Liverpool e Bayern Monaco, l’ala destra scozzese ha firmato con il Red Bull di Lipsia, una delle squadre più ambiziose d’Europa nonostante lo status di neopromossa in Bundesliga. La cifra di circa 13 milioni di sterline ha soddisfatto tutti: il club tedesco che continua così la sua campagna di rafforzamento mirato, il giocatore che potrà subito esibirsi in massima serie e la proprietà kuwaitiana del Nottingham Forest che, grazie ai proventi ricevuti, ha promesso di fare il possibile per centrare la promozione in Premier League. Burke, che su Instagram ha pubblicato una lunga lettera di addio, ha già fatto innamorare di sé coach Strachan, che lo ha già convocato più volte nella Tartan Army rivedendo in lui il Gareth Bale di qualche anno fa per la facilità di sfruttare gli spazi in progressione ed essere decisivo in zona gol, anche se calcia con il piede destro.

C’è da scommettere che ne riparleremo presto

Andrija Zivkovic (1996) dal Partizan Belgrado al Benfica

Il funambolo serbo, dopo essere stato messo ai margini della squadra per aver rifiutato il rinnovo, quest’estate si è liberato a costo zero dal Partizan, la squadra che lo aveva reso il capitano più giovane della sua storia. Delle sue gesta, in patria e non, è pieno il web: chi ha seguito con attenzione la scorsa Europa League non potrà di certo dimenticare le sue giocate, nonostante la beffa che ha causato l’eliminazione dei suoi per mano dell’Augsburg nella fase ai gironi. Oltre all’impresa compiuta dalla sua Nazionale in occasione del Mondiale Under 20 vinto nel 2015, ciò che lo ha reso più chiacchierato negli scorsi mesi è senz’altro il vuoto contrattuale che lo accompagnava, tradotto in una grande chance di acquistare un talento enorme a costo zero (eccetto una commissione da circa 4,5 milioni di euro). Probabilmente il suo estro e il suo piede sinistro avrebbero fatto comodo a molte società di A alla ricerca di un valido esterno d’attacco, mentre il suo presente si chiama Benfica. Scartate svariate opzioni, tra cui anche il Milan durante l’era Mihajlovic, Zivkovic ha scelto il club portoghese sotto consiglio del padre Jovica, blindato da una clausola da 60 milioni di euro. Dopo l’addio di Nico Gaitán, a Lisbona Andrija avrà la possibilità di giocare la Champions League (probabilmente) da titolare trovando in Portogallo una folta colonia di connazionali come Fejsa, Jovic, Saponjic e Azemovic ad attenderlo, facilitandone l’ inserimento. Il 28 settembre c’è Napoli-Benfica e Zivkovic dovrebbe aver recuperato dall’infortunio patito durante il pre-campionato contro lo Sheffield Wednesday.

Il Messi serbo

Mikel Merino (1996) dall’Osasuna al Borussia Dortmund

Trovatosi nel mezzo di una campagna acquisti dalla bellezza epocale, Mikel Merino è stato il primo rinforzo estivo del Borussia Dortmund di Tuchel, che lo ha ufficializzato già lo scorso febbraio. Scongiurata una cessione all’Athletic, quella che sembrava la sua destinazione più probabile, l’Osasuna ha preferito venderlo in Germania a una cifra decisamente inferiore e probabilmente bugiarda visto il valore del centrocampista navarro. Figlio d’arte (il padre Angel Miguel è stato una colonna dell’Osasuna a cavallo degli anni ’90) e protagonista già con la Rojita (si è laureato campione d’Europa Under19 nel 2015), Merino ha letteralmente trascinato la squadra di Pamplona a una promozione che a poche giornate dalla fine sembrava assolutamente irraggiungibile, siglando sette reti di cui tre durante i playoff. Eppure Mikel di mestiere fa il centrocampista e si occupa principalmente di manovrare e palleggiare, con il suo fisico e il suo mancino, davanti alla difesa, con apparentemente poche velleità offensive. In patria lo hanno già paragonato a Busquets per la capacità di esserci sempre anche quando non lo vedi, mentre dalle parti di Dortmund ha già scritto la storia diventando il primo spagnolo a vestire la maglia giallo-nera, anticipando di qualche mese l’arrivo di Bartra. Di questo passo, con tutta probabilità, farà il suo esordio in Champions League prima ancora di aver giocato una gara di Liga, formando una coppia di incredibile talento con un altro gioiellino come Weigl e provando, chissà, a far dimenticare in fretta uno come Gündogan.

Forza fisica, visione di gioco e passaggi d’artista

Pione Sisto (1995) dal Midtjylland al Celta Vigo

Terzo di nove figli di una famiglia del Sud Sudan emigrata in Danimarca, il nome di Pione Sisto è ormai da anni sul taccuino degli scout di mezza Europa: grande protagonista dell’exploit del Midtjylland degli ultimi anni, una squadra fondata solo nel 1999 capace di laurearsi campione di Danimarca nel 2015 affacciandosi per la prima volta nel calcio europeo. I danesi affronteranno per il secondo anno consecutivo l’Europa League. Un anno fa Sisto riuscì nell’impresa di segnare due reti in due partite nel doppio confronto con il Manchester United di Van Gaal, quest’anno è stato lasciato libero di partire nonostante l’imminente gara di ritorno dei preliminari di Champions League. Era ormai diventato impossibile, per il piccolo club danese, trattenere una forza della natura atipica come quella di Pione (non certo paragonabile alle ali danesi anni ’90 come Jorgensen e Gronkjaer), che ha trovato un accordo con il Celta Vigo sulla base di una cifra apparentemente irrisoria da 6 milioni di Euro. L’ala nata in Uganda ha iniziato la sua avventura con il club gallego in Italia, raggiungendo i compagni impegnati in una breve tournée in Toscana; presentato di fretta e furia a Firenze, ha già trovato posto, seppur per pochi minuti, nella trasferta dei suoi al Bernabéu, lo scorso sabato. Lo attende una stagione fondamentale: il Celta sarà impegnato su tre fronti e Sisto, pressoché imprendibile nell’uno contro uno, avrà tanto spazio per mettersi in mostra, cercando di non fare rimpiangere Nolito.

Celta de Vigo's new player Danish forward Pione Sisto controls the ball during his official presentation at the Balaidos stadium in Vigo, on August 12, 2016. / AFP / MIGUEL RIOPA (Photo credit should read MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images)
Pione Sisto controlla il pallone durante la presentazione allo stadio Balaidos di Vigo (Miguel Riopa/Afp/Getty Images)

Ondrej Duda (1994) dal Legia Varsavia all’Hertha Berlino

Anche quello di Ondrej Duda è un profilo che per mesi è stato a un passo dall’essere destinato alla Serie A: nell’estate 2015 il passaggio del centrocampista slovacco all’Inter è stato bloccato a causa delle norme di Financial Fair Play quando sembrava ormai cosa fatta, mentre fino a qualche giorno fa sembrava la Fiorentina la sua prossima destinazione, un’ipotesi scartata sul finire per qualche tentennamento di troppo. Il 21enne ha così lasciato il Legia Varsavia direzione Hertha Berlino, nonostante il buon cammino dei polacchi nei preliminari di Champions. In Germania gli hanno immediatamente consegnato la numero 10, anche se non potrà mettersi in mostra in Europa visto che i berlinesi, senza di lui ai box per un problema al ginocchio, hanno gettato al vento la chance di approdare ai gironi di Europa League. Ma Ondrej, che vanta già un ottimo rendimento nelle gare europee (24 gettoni e 5 reti), è un tipo pragmatico: lo ha già dimostrato agli Europei appena trascorsi, quando è andato a segno pochi secondi dopo il suo ingresso in campo nella sfida tra la Slovacchia ed il Galles, con un gol che non è altro che il suo manifesto tecnico. Da trequartista è abilissimo a galleggiare nei pressi dell’area di rigore, trovando spazi impensabili grazie all’ottimo movimento del corpo, condito da un’inventiva niente male e una buona vena realizzativa. I 4 milioni di euro sborsati dai tedeschi per pagare la clausola rescissoria sanno tanto di autentico affare.

Tutte le cose che Ondrej Duda può fare con estrema facilità

Nathan Redmond (1994) dal Norwich al Southampton

Il suo ex allenatore Alex Mc Leish lo ha definito “electric”, aggettivo che dovrebbe contraddistinguere tutti centrocampisti veloci e capaci di lasciare sul posto gli avversari come lui. Nel panorama inglese, dove giocatori a lui simili sembrano nascere con lo stampino, Nathan Redmond ha ormai raggiunto il suo peso specifico: cresciuto nella periferia di Birmingham, è stato protagonista con il Norwich in Championship prima ed in massima serie poi, non riuscendo però ad evitare la retrocessione dei Canaries, lo scorso maggio. Nei tre anni passati dalle parti di Carrow Road, Redmond ha lasciato un eredità importante (ad esempio, i 21 assist confezionati in 123 presenze), tanto da trasformarsi subito in uomo mercato: l’offerta migliore era quella del Southampton e il 22enne si è trasferito così nel sud dell’Inghilterra per non far rimpiangere Sadio Mané. Più che un centrocampista di fascia, infatti, il neo-coach dei Saints Claude Puel è convinto che abbia il giusto feeling con la porta per giocare da attaccante puro: all’esordio, ha già segnato contro il Watford di Mazzarri. In attesa della prima chiamata in Nazionale maggiore, Redmond ha già stupito parecchio con la selezione under 21 e, mentre tutt’Europa si concentrava su Euro 2016, ha trascinato l’Inghilterra di Southgate al successo nel Torneo di Tolone. Un trionfo che ha scongiurato, almeno per il momento, una convocazione da parte di Giamaica e Irlanda.

Nathan Redmond e il Southampton a caccia di una nuova plusvalenza