L’evoluzione tecnologica negli stadi

Le arene di nuova generazione sono sempre più orientate a una fruizione totale dell'evento: merito dell'apporto di soluzioni tecnologiche avanzate.

Cosa succede nell’evoluzione degli stadi quando la tecnologia entra a farne prepotentemente parte? Quello del Krasnodar è solamente l’ultimo esempio della direzione tecnologica adottata ultimamente negli stadi, ennesimo segnale della sempre maggiore tendenza di realizzare impianti social e a misura delle nuove generazioni, con l’intento di avvicinarle alla propria squadra e farle sentire parte integrante della stessa. La nuova casa del club russo, che non ne ha ancora deciso il nome, è un po’ l’insieme di tutte queste aspirazioni. È innovativa, forse persino anticonvenzionale: vista da fuori, assomiglia più al Colosseo che non a uno stadio. I lavori sono partiti nel 2013 e sono stati finanziati interamente dal proprietario Sergey Galitsky per un costo che si aggira intorno ai 280 milioni di euro. La capacità è di circa 33mila spettatori e le tribune sono state realizzate con colori verdi per richiamare quelli del club. Sono due i più visibili segni del rinnovamento: la presenza di schermi a 360 gradi all’interno dell’impianto lungo una superficie di 4700 metri quadrati e uno speciale tetto con un sofisticato sistema a infrarossi per garantire il riscaldamento degli spettatori durante la stagione invernale.

Un altro esempio di tecnologia prestata agli stadi è quello della nuova Vodafone Arena del Besiktas, costata 110 milioni di euro, dotata anche di un sistema di riciclo dell’acqua piovana e di una serie di pannelli solari ultra moderni. Può contenere fino a 42mila persone e ogni posto a sedere è provvisto di uno schermo per rivedere le azioni principali dei match. Il tutto, ovviamente, grazie a una connessione Wi-Fi ad altissima velocità che consente ai giovani tifosi di interagire con il club anche durante il match day.

Anche in Francia è stato compiuto un enorme lavoro di ammodernamento dal costo di 1,6 miliardi delle strutture che hanno ospitato Euro 2016. Lo stadio che ha subito i più massicci interventi tecnologici è quello del Lione. Il nuovo Grand Stade de Lyon ha sostituito nel gennaio 2016 la storica Gerlande: è costato 415 milioni di euro, ha una capienza di 61mila posti ed è l’unico di proprietà di una società di Ligue 1. Dispone di 500 router Wi-Fi che garantiscono la connessione contemporanea di 25mila dispostivi e 300 screen Iptv (Hibox Internet Protocol Television) per controllare diversi contenuti all’interno dello stadio. Il Grand Stade de Lyon è stato concepito per oltrepassare la concezione di stadio nel senso stretto del termine: sarà infatti aperto tutto l’anno, e non più solo nei giorni delle partite, per attirare e fidelizzare nuovi tifosi attraverso eventi trasversali rivolti ad un pubblico più ampio.

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Il Grand Stade di Lione, visto dall’esterno (Jeff Pachoud/AFP/Getty Images)

Ma è oltreoceano che la tecnologia negli stadi raggiunge livelli mai visti prima. Il Mercedes Benz Stadium sarà pronto nel 2017 e ospiterà sia le partite interne di football americano degli Atlanta Falcons, sia quelle di calcio degli Atlanta United. Ha la forma di un poliedro irregolare ed è stato progettato grazie alla partnership con la Daktronics, azienda leader nella produzione di display e tabelloni segnapunti, che realizzerà schermi in HD a 360 gradi lunghi 63mila metri quadrati per garantire una visuale perfetta ad ogni spettatore in qualsiasi punto dell’impianto. Al suo interno ci saranno oltre duemila televisori con cui guardare la partita e ordinare persino dei cibi e bevande dal menu. L’obiettivo è sempre il medesimo: consentire ai tifosi di godere della maggiore tecnologia possibile in quello che è già stato definito uno «stadio intelligente», il primo della Nfl dotato del sistema Pon (Passive Optical Network), una fibra ottica a basso consumo energetico che garantisce la connessione di 75mila device attraverso 1800 punti di accesso wireless, mirata a rendere l’impianto ecosostenibile. Stessa finalità anche per il tetto retrattile illuminato a Led e coperto da 4mila pannelli solari per produrre energia rinnovabile.

Il concetto di smart stadium è già diventato realtà nella Silicon Valley, dove si trova il Levi’s Stadium, arena dei San Francisco 49ers, aperto nel 2014 e ritenuto attualmente lo stadio più high-tech in tutto il mondo. Più di 70mila persone possono connettersi a reti Wi-Fi in modalità 4G e usufruire di servizi personalizzati, come replay, statistiche e tutto ciò che ruota intorno alla semplice fruizione di un evento sportivo. Come anche dichiarato dal Chief Operating Officer della squadra, «spesso nel football americano le azioni di gioco coprono solo 15 minuti dell’intera partita. La gente vuole andare oltre, avere accesso a tutti quei dati che riguardano gli atleti in campo».

SANTA CLARA, CA - SEPTEMBER 14: A general view before the game between the San Francisco 49ers and the Chicago Bears at Levi's Stadium on September 14, 2014 in Santa Clara, California. (Photo by Noah Graham/Getty Images)
Panoramica del Levi’s Stadium a Santa Clara, California (Noah Graham/Getty Images)

Per comprendere l’efficacia della tecnologia del Levi’s Stadium è sufficiente guardare le cifre: 400 miglia di cavi, di cui 70 miglia per il collegamento di 1.200 router Wi-Fi e 40 gigabit al secondo di larghezza della banda. Una velocità quaranta volte superiore a quella di qualsiasi banda negli altri stadi americani e quattro volte maggiore rispetto agli standard della Nfl. Dentro lo stadio sono stati anche allestiti 1700 fari che, attraverso la Bluetooth Low Energy, servono per indirizzare gli spettatori ai loro posti, avvisandoli anche di eventuali promozioni e offerte pubblicitarie. L’investimento complessivo ha superato il miliardo di dollari, finanziato in parte dalla Sony, partner dei San Francisco 49ers. L’attenzione per i tifosi trova probabilmente la massima espressione nella Stadium Mobile App, disponibile su tutte le piattaforme Apple e Android. Tra le sue funzionalità, una guida che dal parcheggio conduce verso l’ingresso più vicino e, una volta dentro, al posto assegnato; la possibilità di guardare i replay in tempo reale, come se si fosse a casa sul divano, di ordinare cibi e bevande dal proprio smartphone e persino di individuare il bagno più vicino.

Ancor più recente lo US Bank Stadium dei Minnesota Vikings, costato 1,1 miliardi di dollari e inaugurato ad agosto 2016. Il layout ricorda quello di una moderna nave vichinga, anche se i progettatori sostengono che il profilo sia stato concepito per assomigliare alle rocce e ai ghiacciai lungo il Mississipi. Il tetto è composto da una serie di finestre in vetro apribili e chiudibili a seconda del clima. L’impianto da 72mila posti, dalle cui vetrate interne è visibile lo skyline della città di Minneapolis, comprende oltre 2.000 televisori in HD e 1.300 punti di accesso Wi-Fi. Anche in questo caso, replay in tempo reale sulla app VenueNext, per rispondere alla richiesta dei più giovani tifosi di avere sempre tutto a portata di mano in qualsiasi momento.

San Diego Chargers v Minnesota Vikings
I Minnesota Vikings in azione nello stadio di casa (Hannah Foslien/Getty Images)

Tecnologia simile anche nel nuovo Golden 1 Center dei Sacramento Kings, costato 556 milioni di dollari e ultimato lo scorso settembre. I biglietti sono acquistabili direttamente dall’app ufficiale della società, che provvede ad inviare ad ogni tifoso in avvicinamento all’arena una notifica dei luoghi dove è più facile trovare parcheggio. Al tornello, basta inserire il QR Code dalla smartphone e si entra. Un sistema di 650 miglia di cavi in fibra ottica centinaia di punti di accesso Wi-Fi rendono l’impianto «il più veloce network di connessione indoor al mondo» grazie a una larghezza di banda da 100 gigabit capace di reggere il peso di 500mila snapchats e 225mila foto su Instagram al secondo. Il Golden 1 Center è anche il primo a vantare la certificazione Platinum LEED, il massimo riconoscimento riservato agli impianti eco-friendly. I pannelli del tetto sono interamente a energia solare, capaci di fornire da soli il 15% della potenza necessaria per l’impianto di illuminazione e riscaldamento.

 

Nell’immagine in evidenza, tifosi del Besiktas durante una gara alla Vodafone Arena (Ozan Kose/AFP/Getty Images)