Ritorno a Melbourne

Federer, Djokovic, Serena Williams: gli Australian Open 2017 cominciati oggi rappresentano, per molti protagonisti del torneo, un nuovo inizio.

Ogni anno ha il suo perché, e la propria etichetta. Il 2016 è stato quello di Andy Murray che ha sprintato sull’amico-nemico Novak Djokovic, spodestandolo dal numero 1 del mondo e spogliandolo almeno un po’ delle sue sicurezze da super-uomo. Il 2017 si presenta invece con il sottotitolo dei grandi ritorni, da Roger Federer il Magnifico che, dopo sei mesi di stop, sogna di recuperare dalla bua al ginocchio – il primo vero infortunio di un’incredibile carriera – e di rispolverare la collezione-record di 17 titoli Slam, alla divina Maria Sharapova, disarcionata da una medicina comunissima per lei, come per tutti gli atleti dell’ex Cortina di Ferro, e vogliosissima, da aprile a Stoccarda, di aprire una terza carriera di trionfi, dopo il miracolo post-operazione alla spalla. Se riacquisterà condizione fisica e soprattutto fiducia in se stessa, potrà essere anche l’anno del ritorno di Serena Williams, mai guarita dallo scivolone con Roberta Vinci nelle semifinali degli Us Open 2015, che a dispetto dei 35 anni è ancora la più forte – con la micidiale potenza che sprigiona a partire dal servizio -, ma è paralizzata da una maledizione al gemellaggio con Steffi Graf, sia come settimane di fila al numero 1 del mondo (186) che come titoli dello Slam (22).

Dopo i miracoli dell’anno scorso, al rientro dopo la terza operazione al polso, è molto più difficile prevedere fra i grandi ritorni all’apice quello di Juan Martin del Potro, dopo il prodigioso argento olimpico e il primo trionfo di coppa Davis della sua Argentina del 2016: sin dalla scelta di disertare la Coppa nel primo turno contro l’Italia, sembra proprio che “Palito” sia intenzionato soprattutto a preservarsi da altri infortuni centellinando le forze e riducendo quindi la programmazione; vedremo se così riuscirà a trovare una forma decisiva e a mantenerla per due settimane ad altissimo livello come occorre nei Majors. Lo stesso vale per Rafa Nadal, toccato duro nel fisico da nuovi infortuni, dopo una carriera estremamente dispendiosa per il fisico, e quindi vulnerabile più che mai non solo per la minor spinta che riesce ad esprimere a partire dalle gambe, ma soprattutto nella fondamentale fiducia in se stesso.

2017 Australian Open - Day 1

Probabilmente, più avanti nella stagione, ci sarà il ritorno della neo mamma Vika Azarenka, che già scalpita, lontano dalle scene, ma anche lei sembra troppo segnata dalle cicatrici di più infortuni fisici e morali per poter essere ancora competitiva a livello più alto. Dopo il successo di Brisbane, battendo tre “top 10”, sembra più concreto il sogno del ritorno al vertice del 25enne Grisha Dimitrov, uno dei maggiori talenti che si sono smarriti per strada fra l’inseguimento all’idolo Federer, i troppi allenatori e le distrazioni fuoricampo. Così come si deve assolutamente confidare nel ritorno della 23enne Garbine Muguruza, la grande speranza spagnola, che s’è eclissata dopo l’inatteso e prematuro trionfo del Roland Garros 2016, battendo in finale Serena.

Ma il ritorno – se così si può definire – più atteso è quello di re Novak Djokovic dopo la crisi da appagamento, condita da qualche problemino familiare, che l’ha colpito a metà stagione, subito dopo aver sfatato il tabù Roland Garros, cioè l’unico titolo dello Slam che gli resisteva. Proprio quando sembrava il padrone assoluto, Nole I da Serbia ha perso il sacro fuoco, assolutamente indispensabile per caricare tutti i pistoni del suo motore, e s’è fatto raggiungere e superare dl rivale di sempre, Murray. Il problema è stato sicuramente un po’ fisico, al polso e alla spalla, un po’ motivazionale, dopo l’enorme pressione che ha esercitato su se stesso per domare anche la terra rossa di Parigi, un po’ tecnico, per un gioco troppo dispendioso che non gli concede punti facili e lo costringe continuamente a una estrema concentrazione, e un po’ misterioso. Legato forse a una foto equivoca in dolce compagnia che ha indispettito la moglie Jelena e l’ha convinto a stare molto di più a casa e meno in allenamento, come l’ha accusato il super-coach Boris Becker, poi liquidato da Novak. Nessuno si sarebbe mai immaginato, comunque, che l’uomo forte del tennis aggregasse al clan un guru, Pepe Imaz, e predicasse pubblicamente pace e amore. Altro che Dio della Guerra!

2017 Australian Open - Previews

Di certo, gli Australian Open offriranno le prime importanti risposte a tutti i quesiti. Dopo che, a Doha, il numero 2 del mondo Djokovic ha domato di forza l’1, Murray, in finale, mentre le donne hanno confermato il vuoto di potere al vertice con tutti successi di attori di terzo e quarto piano. Guardando i nomi sulla sua strada nel tabellone della prima prova stagionale dello Slam, sembra che Murray – condannato ad arrivare almeno in semifinale per confermare il primato in classifica – abbia un inizio più agevole ma più tardi un percorso più impervio di Djokovic (costretto comunque a rivincerlo per riprendersi lo scettro). Andy, che ha perso contro Djokovic quattro delle cinque finali disputate a Melbourne dal 2010, avrebbe un quarto di finale delicato contro Nishikori o magari Federer, e troverebbe in semifinale Wawrinka, Kyrgios o Tsonga. Mentre Novak, che di finali a Melbourne ne ha vinte sei su sei – record -, dopo l’enigma dell’esordio contro Verdasco, incrocerà forse Dimitrov e quindi solo in semifinale uno fra Raonic, Nadal o baby Zverev.

Così come, nel tabellone singolare al femminile, la numero 1 del mondo, la campionessa uscente Angelique Kerber, sembra avere davanti un’autostrada rispetto a Serena Williams, che superò l’anno scorso in finale, chiamata subito ad esprimersi al meglio nel primo turno contro Belinda Bencic, lei che già fatica da morire nelle condizioni estreme “down under”. Tutti discorsi che si fermano comunque sulla carta perché a Melbourne, detta “la città dalle quattro stagioni” per l’alternanza continua di sole, vento, caldo e freddo nelle stesse ventiquattro ore, con l’incognita del tetto semovibile, tutto cambia velocemente come l’umore già ballerino delle professioniste del tennis.