L’attesa di Plymouth

Viaggio in una città febbricitante per il replay di Fa Cup contro il Liverpool. Dove il desiderio di grande calcio si respira in ogni angolo.

Strano mondo questo dei Pilgrims. Arrivati fin negli Stati Uniti per fondare Nuova Plymouth, non hanno mai conquistato la Premier League. Un caso unico nel panorama del calcio inglese, il fatto che una città così grande – di oltre 250mila abitanti – non sia mai riuscita ad arrivare nel gotha del calcio nazionale. Contea del Devon, estremità occidentale dell’Inghilterra, Plymouth sorge su uno dei porti naturali più grandi al mondo, dando il nome all’omonima baia: al replay del 3° turno di Fa Cup la Green and White Army (League Two, quarta serie inglese), attende qui il Liverpool di Jurgen Klopp, dopo aver strappato uno storico 0-0 ad Anfield Road l’8 gennaio scorso. Famiglie, giovani, anziani, di domenica pomeriggio si sono presentati in 9mila al cospetto della Kop, sciroppandosi quasi mille chilometri per un viaggio attraverso tutta l’Inghilterra. Su fino al Mersey, domato come i padri pellegrini seppero fare con l’Atlantico nel Seicento.

Lo 0-0 dell’andata

Non casualmente il crest del Plymouth Argyle è un’imbarcazione, più precisamente riproduce in maniera fedele il Mayflower, un galeone a tre alberi che nel settembre del 1620 i Pilgrim Fathers mossero in direzione Cape Cod in cerca d’una nuova esistenza: trascorsi oltre due mesi in mare aperto, i padri Carver e Brewster avvistarono finalmente terra, approdando nell’odierno Massachusetts e fondando la Colonia di Plymouth. Solo dopo aver superato le 2750 miglia di navigazione, si accorsero di non essere giunti in Virginia, bensì in un posto che tuttora resta una delle prime colonie inglesi nel Nuovo Mondo, il primo insediamento in quella regione geografica statunitense ribattezzata New England. Proprio lì, sul lungomare della cittadina americana, ancora oggi la cosiddetta Roccia di Plymouth immortala quello storico sbarco, all’interno del memoriale dedicato agli antenati pellegrini.

Plymouth Argyle Media Access

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Al di qua dell’oceano, tornando in Inghilterra, adesso tutti aspettano il Liverpool a Home Park, lo stadio più a ovest e più a sud del calcio britannico professionistico, che ha visto esaurirsi in poche ore tutti i 16.388 tagliandi disponibili per la partita. Conclusa la prelazione dei season members, è iniziata la bagarre per la vendita libera nel tentativo di accaparrarsi il prezioso tagliando: «Alle due del pomeriggio di mercoledì scorso sono stati aperti i botteghini, ma i tifosi hanno iniziato a mettersi in fila dalle quattro del mattino armati di sedie, thermos e piumini. Mai vista una cosa del genere». Parola di David Munday, giornalista sportivo del Plymouth Herald, quotidiano diffuso in tutto il Devon e buona parte del sud della Cornovaglia. «La società ha mantenuto i prezzi del campionato, senza nessun aumento, ma sarà impossibile accontentare tutti. Anche i pub della città saranno stracolmi perchè BT Sport per l’occasione ha deciso di trasmettere il match in diretta. Comunque vada per Plymouth sarà una notte storica, ero a Liverpool da inviato e prima della partita mi ha colpito vedere i dintorni di Anfield invasi dai pullman partiti all’alba da Plymouth: per una squadra di quarta serie, per un terzo turno di Fa Cup, inseguendo il giant killing».

Un sogno così grande legato alla più antica competizione calcistica del mondo, istituita nel 1872, mancava nella città dei Pilgrims da oltre trent’anni. Era il 1984 quando in Fa Cup i biancoverdi eliminarono Darlington, West Bromwich e Derby County, fermandosi alla semifinale persa contro il Watford (battuto poi a Wembley dall’Everton di Howard Kendall). Munday osserva in lontananza la baia cittadina dal terzo piano di Millbay Road, dove è situato il quotidiano, a due passi dal porto e dall’elisabettiano quartiere Barbican: «Il Plymouth Argyle è da ben oltre un secolo tra le serie minori, manca dalla Championship dal 2010 e le luci della ribalta non abitano certo qui. Ma negli ultimi mesi c’è qualcosa di speciale, oltre a essere di nuovo in lotta per il primato in campionato. In questi giorni c’è la stessa attesa del maggio scorso per i playoff per la League One, poi persi in finale contro il Wimbledon: quasi 60mila spettatori a Wembley, stavolta trovare un tagliando però è stato pressoché impossibile». Incredibile è stata la doppia semifinale della passata stagione contro gli arcirivali del Portsmouth, battuti al ritorno al 91’ a Home Park. Uno smacco in piena regola ai Pompey, rivali storici del Dockyard derby, in riferimento ai grandi cantieri navali che entrambi le città del sud dell’Inghilterra ospitano. Date le sole 44 miglia di distanza, molto sentita è anche la rivalità con l’Exeter, che, a proposito di Liverpool e di replay, nel gennaio di un anno fa mandò alla ripetizione al terzo turno proprio i Reds di Klopp, dopo il 2-2 maturato nel Devon.

Plymouth v West Bromwich Albion - Pre-Season Friendly

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In onore dei tifosi la società ha ritirato per sempre il numero 12, «You make me happy when skies are grey», cantano i supporters dei Greens. Sulla panchina che fu anche di Peter Shilton, Neil Warnock e Tony Pulis, adesso siede lo scozzese Derek Adams, riconfermato dopo la sfortunata cavalcata della passata stagione. Adams era reduce dalle esperienze in patria con Hibernian e Ross County, quest’ultimo portato in massima serie nel 2012, con ben 24 punti di vantaggio sulla seconda (il Dundee) e soprattutto dopo una striscia di 34 partite senza sconfitte. Due anni prima Adams aveva condotto lo stesso Ross County in finale di Coppa scozzese, eliminando – a proposito di giant killer – addirittura il Celtic in semifinale, con 17 mila Staggies arrivati a Glasgow. Tra i Pilgrims la storia più significativa, e anche controversa, è quella del portiere-capitano Luke McCormick, trentaquattrenne di Coventry da sempre in forza al Plymouth, eccezion fatta per i quattro anni trascorsi in prigione, fino al 2012. Nel giugno del 2008 il portiere, con un tasso alcolemico oltre il consentito, causò un incidente a bordo della sua Range Rover, uccidendo due ragazzi, mentre rientrava all’alba da un matrimonio di un compagno di squadra. Non senza polemiche, dalla galera è tornato nel calcio professionistico e dal 2013 ha riconquistato la fiducia e i pali del suo team biancoverde.

Arrivando a Plymouth in treno, ci si ritrova esattamente a metà strada tra il football ground di casa e il centro cittadino di una realtà che tuttora risente della devastazione causata dai pesanti bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Agli inizi degli anni ‘40 fu presa di mira dalla Luftwaffe per essere uno dei centri principali della Royal Navy britannica, e tutta la città fu ridotta a un cumulo di macerie, registrando una vera e propria riqualificazione solo a partire dal XXI secolo. Nonostante la povertà resti talvolta palpabile, la promozione dell’Università, rilanciata anche sulle maglie del Plymouth, ha portato in città almeno 30mila studenti. La storia a queste latitudini è evidentemente dominata dal mare: oltre ai padri pellegrini, dal porto salparono il Pelican di Francis Drake per circumnavigare il globo, la flotta che sconfisse l’Invincibile Armata, ma anche il Beagle di Charles Darwin per un viaggio fondamentale ai fini della celeberrima teoria dell’evoluzione.

Plymouth Argyle v AFC Wimbledon - Sky Bet League Two Play Off Final

Plymouth Argyle v AFC Wimbledon - Sky Bet League Two Play Off Final

L’attesa in città per l’arrivo del Liverpool si respira ovunque: anche tra le vie acciottolate dello storico quartiere Barbican è difficile che si parli d’altro. In una vera e propria istituzione locale come il “Cap’n Jaspers”, chiosco portuale aperto fino a tardi a colpi di hamburger, ci si chiede se è più probabile sbattere fuori il Liverpool dalla Fa Cup o finire la celebre mezza iarda di hot dog farcito che qui viene servita. «Mercoledì, giorno della partita, ho deciso di dare via i nostri panini alla polpa di granchio a soli due pound», annuncia Georgie Dudley, che ormai da quindici anni ha rilevato l’attività dal padre John, The Cap’n per eccellenza. Sulla partita non si sbilancia del tutto, ma qualcosa lascia intendere: «Abbiamo delle chances, perché no? Sarà una partita simile a quella d’andata, il pubblico sarà tutto per noi e proveremo a colpirli in contropiede. Certo, molto dipenderà da quanti ragazzini stavolta Klopp deciderà di far giocare. Occhio però, potrebbero arrivare stanchi visto che stanno giocando ogni tre giorni tra coppe e Premier». Intanto Georgie si lecca i baffi per il quarter pounder che sta per servire. O forse no, sta già pregustando un clamoroso giant killing.

 

 

Nell’immagine in evidenza, tifosi al di fuori di Home Park a Plymouth (Jordan Mansfield/Getty Images)