Destini incrociati

Gigi Buffon e Iker Casillas saranno i protagonisti con i guantoni di Porto e Juventus. Ma perché sono "invecchiati" in modo diverso?

La doppia sfida di Champions League tra Juventus e Porto sarà anche l’ennesimo confronto diretto tra Buffon e Casillas, due portieri che, a livello di palmarès e grandezza individuale, hanno lasciato il segno nel mondo del calcio e oggi sono ancora protagonisti. Buffon, alla vigilia di questa sfida, è l’inamovibile capitano della Juventus e della Nazionale, è reduce da una stagione in cui ha stabilito il nuovo record di imbattibilità in Serie A, è nel pieno di un ciclo di vittorie che, almeno in Italia, sembra inarrestabile, e gli restano ancora due cartucce per tentare di vincere la Champions League. Casillas, che pure ha vinto di più con la sua Nazionale e in Europa ed è tre anni più giovane di Buffon, veste la maglia del Porto, squadra in cui ha fatto fatica ad affermarsi come leader dello spogliatoio dopo una prima stagione difficile. Oggi lotta per il titolo nella Liga portoghese, ha abbandonato le velleità di trionfi europei ed ha ceduto il posto di estremo difensore titolare della Roja a De Gea.

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La situazione attuale attribuisce senz’altro a Buffon il titolo di più continuo e longevo. Eppure, solo quattro anni fa, i due estremi difensori sembravano trovarsi in una situazione simile: in difficoltà, circondati dalla diffidenza e messi in discussione a causa dall’età e di qualche errore di troppo. Nel 2013, Buffon inanella una serie di incertezze, che vanno da quella sul gol a freddo di Alaba contro il Bayern Monaco al secondo gol di Rossi in Fiorentina-Juventus, fino alle prese difettose contro Lazio e Chievo, che portano ai gol degli avversari su ribattuta. Nello stesso anno, Casillas per la prima volta perde la maglia da titolare dei blancos in favore di Diego Lopez, perché secondo Mourinho i suoi errori erano costati troppi punti alle merengues. Buffon è riuscito a riemergere da questa situazione, mentre sembra che non sia stato lo stesso per il portiere spagnolo.

Le statistiche dal 2012/13 a oggi sono l’ideale cartina di tornasole di come l’attenzione ai dettagli e l’attenzione verso il proprio corpo abbiano giocato un ruolo determinante nel mantenimento di standard di rendimento medio-alti a vantaggio dell’estremo difensore della Nazionale italiana. Buffon, oltre ad aver mantenuto inviolata la propria porta per 72 volte nelle ultime 167 gare di campionato, ha concesso poco più di 0,70 gol a gara e ha compiuto in media almeno un salvataggio e mezzo decisivo a partita. Casillas, anche al netto di qualche problema fisico di troppo, oltre alle ormai celebri incomprensioni con Mourinho (ma anche Ancelotti decide di schierarlo solo in Champions: appena 2 presenze in Liga sulle 24 totali del 2013/14), ha giocato molto di meno (107 gare di campionato nelle ultime cinque stagioni) chiudendo comunque con 46 clean sheets, ma alternando picchi di eccellenza assoluti (oltre 2,40 salvataggi decisivi di media a partita nel 2014/15) a cali di rendimento spaventosi che lo hanno portato a concedere dallo 0,89 agli 1,09 gol a gara (prima di attestarsi sullo 0,50 della stagione in corso). O croce o delizia, in una pericolosa altalena di rendimento personale e risultati di squadra.

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Dal punto di vista puramente tecnico, comunque, sarebbe difficile trovare due giocatori in cui punti di forza e debolezza convivono in maniera tale da renderli così uguali nelle diversità. Buffon, fin dagli esordi, si è sempre dimostrato un portiere molto istintivo e dalla grande reattività, che il portiere bianconero ha saputo affinare con gli anni e resa ancor più evidente da un senso della posizione fattosi impeccabile stagione dopo stagione: a dispetto dell’età (e degli svariati problemi alla schiena) l’esplosività laterale costituisce ancora un suo notevole punto di forza soprattutto sulle conclusioni tese dalla distanza e la capacità di riuscire ad “andar giù” rapidamente gli garantisce un’alta percentuale di successo anche sui tiri da distanza ravvicinata, come si è recentemente visto in occasione del miracolo su Fekir a Lione o su Mario Gomez nel quarto di finale contro la Germania agli ultimi Europei. Da quando, poi, ha potuto lavorare con Antonio Conte, sia alla Juventus che in Nazionale, Buffon ha dovuto rispolverare i retaggi del suo passato da centrocampista: molto coinvolto nel giro palla difensivo, non è stato raro vedergli correre notevoli rischi sul pressing dell’attaccante avversario pur di far ripartire l’azione in un certo modo. Dal punto di vista delle “debolezze”, il portiere carrarese è molto meno deciso nelle uscite in presa alta (vedere per credere il gol subito da Tolisso per l’1-1 del Lione a Torino) e nelle respinte laterali, conseguenza della scelta di non forzare la bloccata ad ogni costo (come in occasione del tiro di Messi respinto che sfocerà nel gol di Suarez a Berlino).

La gran parata su Fekir a Lione

Casillas nell’arco della sua carriera ha saputo brillare di luce propria per la sua grande copertura dello specchio della porta, pur non essendo un colosso fisicamente (un portiere di 1,85 è quasi un “normolineo” in considerazione del ruolo e dei migliori interpreti dello stesso), dotato di ottima esplosività, grandi riflessi (che ancora gli permettono di realizzare miracoli, come si è visto all’ultimo minuto della sfida contro lo Sporting Lisbona) e tempismo nelle uscite basse, piazzamento tra i pali pressoché perfetto, incredibile nelle situazioni di uno contro uno con l’avversario lanciato a rete, ottimo anche nella gestione del pallone tra i piedi; a tutto ciò fanno da contraltare uscite in presa alta sempre meno impeccabili (come nella finale di Champions del 2014), una certa diffidenza nel bloccare il pallone, e la sinistra tendenza a soffrire la concorrenza e le critiche dopo un errore, indipendentemente dalla sua gravità.

Casillas super contro lo Sporting

Si può infatti dire che, al di là dei numeri e delle caratteristiche tecniche dei due giocatori, il contesto in cui Buffon e Casillas si sono trovati nell’ultimo quinquennio della loro carriera ha certamente avuto un impatto, così come il loro carattere e il loro modo di reagire ai momenti di difficoltà. L’attuale superiorità della Juventus in Serie A e il ruolo di assoluto pilastro dello spogliatoio del portiere azzurro gli stanno assicurando prestigio e autorevolezza fino a fine carriera, tenendo alta la sua motivazione insieme a quella di tutta la squadra. Casillas, invece, è caduto vittima dell’intransigenza della piazza madridista. Lo storico estremo difensore dei blancos è stato messo alla porta una volta che il peso dell’età sembrava aver troppo affievolito i suoi celebri riflessi e, con essi, la sua immagine. Come Raúl prima di lui, ha dovuto quindi sfilarsi la maglia delle merengues ed accasarsi in un club di seconda fascia europea. Una volta al Porto, dove all’inizio l’estremo difensore spagnolo ha scelto di indossare per il primo anno la maglia numero 12, quasi a voler ammettere di essere stato declassato, non è stato immediato per lui affermarsi. Nuove incertezze, critiche, voci sulla sua sfera privata e su un suo possibile calo di motivazione gli hanno reso la vita difficile, in un ambiente in cui Casillas è arrivato con la scomoda etichetta di ex-star.

La competizione è stata fatale a Casillas anche in Nazionale: con l’affermarsi di De Gea, che, se non fosse stato per un intoppo dell’ultimo minuto, avrebbe anche dovuto essere il suo sostituto al Real, Del Bosque ha preferito affidarsi al nuovo corso, e anche Lopetegui sembra intenzionato a non riproporre più Casillas tra i pali. Buffon, invece, in patria gode della sicurezza di essere ancora il migliore: praticamente mai messo in discussione, attende di passare il suo pesantissimo testimone dopo il Mondiale 2018. La nozione di intoccabilità ha aderito con più forza intorno a Buffon, contribuendo a creare la rassicurante aura di leadership che ancora lo circonda, mentre Casillas è stato molto più esposto, e davanti ad alcuni suoi errori la stampa e i suoi allenatori non hanno esitato a metterlo in discussione. Lo si vede anche dal modo in cui i due portieri sono usciti dal Mondiale 2014, esperienza deludente sia per l’Italia che per la Spagna: Casillas, pur difeso da Del Bosque, si assume parte della responsabilità e viene fatto a pezzi dai media per i suoi errori nella partita persa dalla Spagna contro l’Olanda 5-1. Buffon invece, al termine dell’avventura azzurra, si sfoga con la stampa elogiando i veterani e accusando esplicitamente altri giocatori, rei di non aver giocato al massimo delle loro possibilità.

Uno dei punti più bassi della carriera di Casillas: la sconfitta per 5-1 contro l’Olanda ai Mondiali brasiliani

In un ruolo delicato come quello del portiere, la pressione proveniente dall’esterno può contare molto sul rendimento, e si può dire che in questo Casillas ha senza dubbio sofferto più di Buffon, non solo per l’asticella posizionata sempre in alto dallo “spietato” Florentino Perez, ma anche per la rilevanza mediatica data ad alcuni dei suoi celebri errori. Buffon, negli ultimi anni, si è reso protagonista di un solo grave scivolone, contro la Spagna in amichevole lo scorso ottobre, riprendendosi già nella settimana successiva con una grande prestazione in Champions League contro il Lione. La capacità di Gigi di reagire alle critiche è stata immediata, e le dichiarazioni rilasciate alla stampa in seguito alla partita di Lione leggermente polemiche; nonostante il giocatore abbia abbandonato quell’anima tipicamente guascona che lo caratterizzava da giovane, non ha mai avuto problemi nel prendere di petto le critiche e la stampa. Iker è stato un leader più discreto, che anche nei suoi periodi di gloria ha fatto dell’umiltà il proprio marchio di fabbrica (non a caso la sua autobiografia, uscita nel 2011, si intitola La Humildad del Campeón), ma anche più incline a lasciarsi toccare dalle emozioni e perturbare dalle critiche, al punto da lasciarsi andare al pianto nella conferenza stampa di addio al Real, sentirsi obbligato ad ammettere la propria non-immortalità con la stampa, sbottare su Twitter in seguito agli attacchi ricevuti da parte di una trasmissione televisiva. È come se, negli ultimi anni, Casillas abbia ammesso la propria debolezza, scoprendo il suo lato umano davanti ai media e agli appassionati.

Tra somiglianze e differenze nel modo diverso in cui le loro carriere si sono evolute, è impossibile non vedere nella doppia sfida tra Juventus e Porto un confronto tra due portieri che hanno segnato un’era. Ma quella tra Buffon e Casillas è una rivalità molto sana, in quanto tra i due campioni non sono mai mancate espressioni di stima reciproca, come quelle che si sono scambiati poco dopo il sorteggio che li vedrà presto fronteggiarsi nuovamente in Champions League. Forse, per l’ultima volta.