Come potrebbe essere la Nazionale di domani

Anche secondo Buffon quella che vedremo dopo i Mondiali di Russia 2018 potrebbe essere la Nazionale più forte degli ultimi vent'anni.

«Penso che l’Italia sta sfornando una nidiata importante di giocatori e ragazzi con la testa a posto che hanno senso di appartenenza e responsabilità. Mi auguro che già nel 2018 saremo una Nazionale di valore e livello. A partire dal 2020 sicuramente fino al ’26-’28 avremo una delle Nazionali più importanti dell’ultimo ventennio»: lo ha detto Gianluigi Buffon al termine della gara di campionato contro la Sampdoria. Quello di immaginare le rappresentative del futuro è un gioco in cui cadiamo spesso, con la speranza di trovare ogni volta la miglior soluzione a un’avaro decennio in fatto di nascita di talenti.

Come riporta Il Post, già nel 2006 Sportweek tentava di mettere insieme i nomi di alcuni giovani italiani per cui avremmo potuto tifare circa 10 anni dopo. Cioè oggi. C’erano Mario Balotelli, Alberto Aquilani e Domenico Criscito, ma anche gente scomparsa dai radar del grande calcio come Gabriele Paonessa, Cesare Rickler Del Mare e Fernando Forestieri.

Un video della Gazzetta mostra come saremo dopo il Mondiale del 2018

Cosa è cambiato? In Italia, oggi, c’è una nidiata di giovani che sta finalmente giocando con continuità e personalità. È un processo che parte dall’Under 21, mai come nelle ultime stagioni stiamo avendo una selezione di azzurrini che è protagonista in A, o che gioca in B ma da titolare. Se la Germania – al momento lo zenit in fatto di presenze dei giovani nella massima serie Nazionale – è ancora lontana dall’essere raggiunta, i ragazzi allenati da Di Biagio mettono insieme 749 presenze: l’Inghilterra è invece ferma a sole 206 presenze dei propri ragazzi in Premier League.

Una parte del merito va dato anche a Giampiero Ventura. Il tecnico della Nazionale sta testando i nuovi innesti in maniera ciclica: i due diversi stage delle scorse settimane hanno visto protagonisti i vari Barreca, Dimarco, Izzo, Gagliardini, Locatelli, Spinazzola, Lapadula e Petagna, alcuni dei quali confermati nelle convocazioni di questa settimana. Con Buffon, Chiellini, De Rossi, Parolo e Marchisio che dopo il Mondiale russo avranno probabilmente lasciato la maglia azzurra, ci sono spazi per la crescita e l’impiego di molti dei ragazzi visti durante questi mesi.

Discesa sulla sinistra e cross perfetto di Spinazzola per Caldara, che dopo aver avviato l’azione segna la rete che chiude la gara

Allora è il caso di guardare al futuro pensando alla quantità di soluzioni disponibili per reparto. In porta Donnarumma sta mostrando tutto il potenziale che potrebbe farne l’erede perfetto di Buffon, e dietro di lui Perin, Meret, Cragno e Gollini a formare una batteria affidabile di estremi difensori. In difesa Romagnoli e Rugani sono i maggiori candidati al ruolo di protagonisti, con Caldara e Izzo alle spalle. L’abbondanza di difensori esterni è un dato di fatto: Florenzi, Barreca, De Sciglio, lo stesso Spinazzola, Zappacosta, Conti, Calabria, Dimarco e Masina sono, con l’aggiunta del più maturo Darmian, una solida base con cui lavorare. In mezzo al campo Verratti e Gagliardini sembrano avere assicurato il posto per i prossimi anni, ma attenzione anche ai vari Benassi, Sensi, Locatelli, Cataldi, Pellegrini e anche a Baselli e Grassi.

Per i giocatori offensivi sembra essere una nuova età dell’oro. Dopo Belotti e Immobile, Insigne e Bernardeschi, abbiamo diversi nomi nuovi e meno nuovi che potrebbero aiutare la crescita della Nazionale azzurra. Berardi, El Shaarawy, Sansone e Gabbiadini sono nomi che da anni o mesi abbiamo imparato a conoscere; Petagna, Orsolini, Chiesa, Verdi, Ricci, Politano, Caprari, Pinamonti e Favilli, lavorano per diventare il futuro di una Nazionale, forse, tra le più giovani e competitive di sempre.