Il numero 15 di Undici

Daniele De Rossi, il senso di tifare Roma e quello di tifare Genoa; com'è il calcio a New York e a Ferrara; lo sport all'epoca di Trump, eccetera.

Sono belle giornate primaverili, quelle di questi giorni in cui i campionati europei vivono le loro ultime giornate. Era una bella giornata anche quella che abbiamo passato a casa di Daniele De Rossi, a Roma, in cui abbiamo realizzato forse la più intima e completa delle nostre ormai 15 storie di copertina, e in cui il 33enne centrocampista di Roma e Nazionale ci ha accolto dicendo: «Sto bene. Sono felice. È un annetto che ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Un calciatore di livello alto». Quella a De Rossi è anche l’intervista più lunga e ricca che abbiamo mai pubblicato, e non potevamo fare altrimenti: il direttore, Giuseppe De Bellis, ha parlato per ore con Daniele, toccando ogni punto possibile in una conversazione: dal rapporto con Francesco Totti agli anni giovanili di Ostia, dalle riflessioni su cosa significa avere la consapevolezza di essere un uomo e un calciatore maturo ai calciatori più giovani di oggi. Le fotografie sono di Francesco Nazardo. E visto che la Roma compie, quest’anno, 90 anni, abbiamo affiancato all’intervista due articoli a tema giallorosso: Daniele Manusia che, da romano e romanista, prova a descrivere cosa significa tifare Roma, e Fabrizio Gabrielli che ripercorre le fortune e difficoltà dei ragazzi che si formano nelle giovanili della squadra, che è anche l’italiana che, da anni, “diploma” più calciatori professionisti.

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A seguire, torna una delle cose che più ci piace fare – e che abbiamo già messo in pratica nei casi di Venezia e Siena –, ovvero raccontare le migliori realtà di calcio “minore”, o comunque non di Serie A: è toccato a Ferrara e alla Spal, lanciata verso una storica promozione. Il ritorno degli estensi è analizzato dalle parole di Francesco Paolo Giordano e immortalato nel reportage fotografico di Alessandro Oliva. Continuiamo, poi, a parlare di tifo e città, a cavallo tra sport, antropologia, mitologia: Matteo Codignola, genovese e genoano, si lascia trasportare, a lungo e lungo varie pagine, nelle storie della rivalità della Lanterna, cercando di capire perché è la più intensa, la più particolare, la più atipica. Le fotografie che mostrano questa passione, scattate durante l’ultimo derby, sono di Mattia Balsamini.

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Considerato che sta facendo un campionato niente male, abbiamo pensato di fare una gita a Bergamo per chiedere un po’ di cose a Papu Gómez, che ci ha raccontato i piani per il presente e per il futuro, oltre a un po’ di passato (tipo Ucraina). Le foto sono di Allegra Martin, l’intervista del nostro ex grafico Marco Fasolini. E poi un salto in America, a vedere una partita del New York City Fc per raccontare l’esperienza del soccer (di Alfonso Fasano), e uno in Russia, dove Brecht De Vleeschauwer ha viaggiato per capire a che punto sono i lavori sugli stadi del Mondiale 2018, e a che prezzo stanno venendo costruiti. Infine, due passaggi più letterari: Paolo Condò ricorda un viaggio in Cile, in cui un ex prigioniero del regime di Pinochet gli raccontò dei giorni passati all’Estadio Nacional mutato in campo di concentramente, e una chiacchierata tra Cristiano Carriero e Enrico Brizzi, su Bologna e Rimini, il Giro d’Italia e Tondelli.

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Tra le altre cose: la nuova sezione “Longform”, inaugurata sullo scorso numero da Matteo Codignola, prosegue con un racconto di Claudia Durastanti sullo sport americano nell’epoca di Donald Trump, con ricordi dello sport, invece, ai tempi della Guerra fredda. La Formula Uno, con una “guida” di Federico Principi, è il “secondo sport” di questo numero, mentre nell’inserto Squadra Italia, dedicato alle Nazionali azzurre e giunto al numero 3, incontriamo due calciatrici dell’Under 17 femminile e il team manager della Nazionale A, Lele Oriali.