La “donazione di organi” del Calderón

Qualche giorno fa, l’Atlético Madrid ha pubblicato sul proprio canale Twitter un video di presentazione del rendering del Wanda Metropolitano, lo stadio che, dalla prossima stagione, diventerà la nuova casa dei colchoneros. È il primo passo di un addio che, a breve, diventerà ufficiale: quello del Vicente Calderón, la casa dell’Atlético per oltre 50 anni, che chiuderà ufficialmente i battenti domenica 21, nel match di Liga contro l’Athletic Bilbao. La struttura sarà poi abbattuta per far posto a un parco.

Per non disperdere il patrimonio fisico, e anche ideale, dello stadio, e per dare una mano a piccoli club della provincia madrilena, la rivista spagnola Libero ha lanciato una campagna, attraverso change.org, chiamata Eterno Calderón: la finalità è quella di devolvere alcune delle installazioni dello stadio, come porte, panchine, seggiolini, fari, ad altri campi di piccole squadre, come l’Aviación, l’Aravaca, il Barajas. Piccole società di quarta divisione spagnola, o anche di categorie regionali ancora più basse, che non hanno fondi a sufficienza per potersi permettere l’ammodernamento delle proprie strutture. Il “sacrificio” del Calderón è una grande opportunità: come una donazione di organi, un tema che, peraltro, si ha occasione di sensibilizzare con questa campagna.

«Uno stadio non scompare mai», dice Diego Barcala di Libero. «La sua gente, il suo spirito, la sua storia, sopravvivono sempre. Se gli “organi” del Calderón continueranno a vivere nei campi delle periferie madrilene, l’Atlético avrebbe un’occasione unica per rendere eterno il suo stadio e mantenere in vita il calcio madrileno».