Otto talenti dell’Europeo Under 21

Alcuni dei giocatori più interessanti che potrebbero mettersi in luce nella competizione polacca.

È il giorno degli Europei Under 21: dodici squadre impegnate nel torneo, tanti giovani calciatori ansiosi di mettersi in mostra. Noi ne abbiamo selezionato otto: abbiamo scelto di non concentrarci su giocatori già conosciuti al grande pubblico, come Berardi, Bernardeschi, Marco Asensio, Renato Sanches, Schick, Dahoud.

Serge Gnabry (Germania)

Lo scorso 31 agosto Serge Gnabry era semplicemente un reietto: non voluto dall’Arsenal, considerato non abbastanza buono per il West Bromwich di Tony Pulis, ha dovuto dirottare sul Werder Brema. Nonostante gli ultimi anni non fossero stati dei migliori, c’era una certa euforia intorno a questo ventunenne che Wenger ha fatto partire forse troppo presto. La stagione appena conclusa ha portato in con sé 11 reti e 1 assist, alcune giocate lucenti ma anche una continuità che continua purtroppo a mancare. Gnabry è nella fase della carriera in cui decidere se voler giocare sul serio, se ritagliarsi il ruolo di game changer o rimanere un semplice “buon giocatore”. L’acquisto da parte del Bayern è un atto di fiducia per una squadra che sugli esterni deve rinverdirsi, l’Europeo potrebbe decretarne il definitivo salto di qualità.

 

Marko Grujic (Serbia)

Grujic è nato a Belgrado e a 9 anni è entrato nelle giovanili della Stella Rossa Belgrado. Ha praticamente giocato in ogni livello con la maglia del club serbo debuttando nel 2013 contro il Vojvodina. Arrivato a Liverpool per interesse diretto dello stesso Klopp, il ragazzo ha già fatto parte di ogni Nazionale Under del Paese, entrando a far parte della squadra campione del mondo del Mondiale Under 20 del 2015. Ha già debuttato con la Nazionale maggiore e, nonostante un fisico imponente (1,91 per 82kg), Grujic è uno dei migliori prospetti europeo tra i centrocampisti box-to-box. Gli piace giocare in verticale, in possesso di un buon fiuto del gol, ama muoversi in ogni zolla del campo. Bravo nella doppia fase, dominante sui colpi di testa, può ancora migliorare nella pulizia del tocco di palla. Grujic riesce, se ha voglia, a dirigere e dettare il tempo di gioco. La poliedricità nell’interpretazione del ruolo di centrocampista è uno dei suoi pregi migliori.

 

Laszlo Benes (Slovacchia)

In patria lo accostano a Marek Hamsik: centrocampista versatile, bravo negli inserimenti, capace di svariare a piacimento lungo tutta la mediana. Consigliato, però, farlo giocare in posizione leggermente avanzata, dietro il reparto offensivo: Benes ha una particolare abilità nel servire l’ultimo passaggio, e ha un piede educatissimo. Gioca nel Borussia Mönchengladbach e, anche se lo spazio trovato in stagione non è stato tantissimo, ha già messo in mostra le sue qualità: spesso la battuta dei calci da fermo spetta a lui per la capacità di mettere dentro palloni interessanti, ma è anche in grado di andare alla conclusione come si può apprezzare nel video sotto. La scorsa settimana ha debuttato con la Nazionale maggiore, nel match contro la Lituania.

 

Bruma (Portogallo)

Ora che Cristiano Ronaldo ha definitivamente spostato il suo raggio d’azione in area di rigore, in posizione maggiormente centrale, il giocatore che ne può raccogliere l’eredità sulla fascia sinistra è Bruma: talento purissimo, cresciuto nello Sporting Lisbona proprio come Cr7, Bruma ha già una ricca esperienza internazionale, avendo militato tra squadre turche e Real Sociedad. L’ultima stagione, con la maglia del Galatasaray, è stata particolarmente redditizia: ha segnato 11 reti in campionato, attirando l’interesse del Red Bull Lipsia che lo ha prelevato per una somma vicina ai 15 milioni di euro. Un saggio della sua rapidità e delle sua abilità nel saltare l’uomo:

 

Tammy Abraham (Inghilterra)

Di lui Antonio Conte ha detto che è «il futuro del Chelsea». Dopo aver debuttato in Premier League nel maggio 2016, nell’ultima stagione Abraham ha giocato in prestito al Bristol City, mettendo in mostra una qualità realizzativa impressionante: 26 gol in 48 presenze a Bristol, 23 in campionato (secondo nella classifica marcatori), risultato ancor più apprezzabile se si considera che la sua squadra è arrivata diciassettesima in campionato. È un giocatore prestante (oltre 1,90 metri di altezza), perciò molto bravo nel gioco aereo e nel far salire la squadra: ma non è un attaccante prettamente d’area, è molto mobile e fa della generosità il suo punto di forza. Spesso lo si è visto dare la caccia agli avversari molto lontano dall’area avversaria, e svariare proponendo palloni interessanti per i compagni di squadra.

 

Andrija Zivkovic (Serbia)

Uno dei talenti più luminosi del calcio serbo: del resto, fu tra i protagonisti del Mondiale Under 20 del 2015 vinto dalla sua Serbia. La sua classe è innata: in patria se ne sono accorti subito, dove Zivkovic ha battuto i record di precocità: a sedici anni già nel massimo campionato, poi, a 17 anni, l’esordio con la Nazionale maggiore. Il Benfica se lo è assicurato la scorsa estate, prelevandolo dal Partizan Belgrado, facendogli firmare un contratto quinquennale: in Portogallo Zivkovic non è ancora riuscito a imporsi, ma le premesse per fare bene non sono state affatto annacquate. Tra i pro ha imparato ha giocare da esterno destro, perché la sua facilità di calcio con il piede sinistro è notevole, come si può capire da questo assaggio.

 

Jesús Vallejo (Spagna)

Il ragazzo cresciuto al Saragozza sta diventando grande in Germania. Nella stagione appena conclusa, Jesús Vallejo si è affermato come uno dei più promettenti difensori d’Europa. Venticinque gare nell’ultima Bundesliga, un buon impatto nel gioco difensivo dell’Eintracht Francoforte – una delle più affidabili retroguardie del torneo –, e la sensazione di poter essere di fronte ad un centrale dalle fondamenta solide. Bravo nell’uso del corpo, capace di affondare tackle con i tempi giusti, è bravo a contrastare gli avversari puntando su una buona velocità di base. Per fisicità e alcune movenze, in particolare quando tenta l’anticipo, somiglia ad una versione naive di Giorgio Chiellini. A soli vent’anni ha le stimmate del leader: se riuscirà a migliorare l’irruenza con cui alle volte cerca di dominare avversari e gioco, potrà diventare un perno anche della difesa del Real Madrid proprietario del cartellino. Insieme con David Abraham ha formato una delle coppie più affidabili tra le difese del campionato tedesco.

 

Gonçalo Guedes (Portogallo)

“Un enigma da 30 milioni”, è un titolo che lo scorso aprile appariva spasso nelle testate giornalistiche. Soprattutto in quelle portoghesi. Arrivato come alternativa di qualità a Pastore, ma anche come nome del futuro, il talento ex Benfica ha faticato non poco a ritagliarsi uno spazio nel Psg. Solo 7 le presenze finali, che sono anche il risultato di quel piccolo equivoco tattico che è la sua posizione in campo. Attaccante? Esterno? Centrocampista offensivo? Guedes è un jolly offensivo che ha realizzato 11 reti in 68 presenze con il Benfica: non un vero e proprio centravanti, ma uno di quei calciatori che vive per creare gioco. L’ex Benfica è un esterno dalla grande confidenza, sa sempre dove sono i compagni di squadra in campo e aiuta spesso a far salire il pallone o a muoverlo con lanci che tagliano a metà il campo di gioco.