I migliori libri sul tennis secondo il Guardian

Oggi comincia Wimbledon, il più antico e prestigioso evento tennistico dell’anno. È il terzo del Grande Slam in ordine cronologico annuale. Si gioca ogni anno, preceduto dall’Australian Open e dagli Open di Francia, e seguito dagli Us Open. Wimbledon (unico torneo tra quelli del Grande Slam ad essere giocato sull’erba) è stato vinto lo scorso anno dal britannico Andy Murray. Quest’anno, con un Murray non brillantissimo, Nadal scomparso dopo la vittoria del Roland Garros e Djokovic in un momento particolare, potrebbe essere Roger Federer a portare a casa il trofeo.

Per l’occasione, Geoff Dyer sul Guardian ha scelto un po’ di titoli necessari per affrontare al meglio il torneo inglese. A differenza della larga produzione cinematografica e letteraria legata al mondo del pugilato, il tennis stenta a trovare larga diffusione nel mondo del cinema, ed è soprattutto grazie ai testi scritto che lo sport esce dal rettangolo di gioco. Un genere affidato spesso a giocatori che hanno lasciato la racchetta: basti pensare al celebrato Open di Andre Agassi o a Serious di John McEnroe, seguito in questi giorni dall’uscita di But Seriously, per capire quanto bene abbia fatto alla scrittura del tennis il passaggio di ex campioni dietro al tavolo di una scrivania.

5 Sep 1994: ANDRE AGASSI SERVES UP A DEFEAT FOR MICHAEL CHANG IN THE FOURTH ROUND OF THE US OPEN IN FLUSHING MEADOWS, NEW YORK .

 

Sempre per quel che riguarda il legame tra tennis e letteratura, nel Bud Collins History of Tennis compaiono immagini di Tolstoj, datato 1896, con lo scrittore intento a giocare sottorete all’età di 68 anni. Tolstoj si è avvicinato al tennis tardi: intorno ai quarant’anni lo considerava soltanto un lusso bizzarro, un passatempo per nuovi ricchi, qualcosa di non autentico. Lo sappiamo  grazie alla parte 6 del Capitolo 22 di Anna Karenina, scritto mentre il tennis sull’erba veniva sviluppato dal Maggiore Walter Clopton Wingfield, un ufficiale dell’esercito britannico.

Nella fiction, il tennis sembra materia adatta più ai trattamenti brevi, ma due ovvie eccezioni sono rappresentate da Double Fault di Lionel Shriver e da parti sostanziali di Infinite Jest di David Foster Wallace. Passaggi occasionali di opere che trattano di tennis sono anche Money di Martin Amis, In the Land of Dreamy Dreams di Ellen Gilchrist, Americana di Don DeLillo e Beach Boy di Ardashir Vakil. Molto più facile trovare opere se si parla di non-fiction: Tennis di John McPhee è la narrazione di un match tra Arthur Ashe e Clark Graebner del 1968.

Two female spectators looking at John McEnroe of the United States during the Alan King Tennis Classic on 23 April 1979 at Las Vegas, Nevada, United States. (Photo by Tony Duffy/Getty Images)
 

David Foster Wallace viene citato spesso da Dyer nel suo pezzo, e non a caso: suoi scritti brillanti e spesso esilaranti sul tennis sono stati raccolti in String Theory, probabilmente il miglior singolo volume sul tennis attualmente sul mercato. Altri titoli da tenere presente sono Being John McEnroe di Tim Adams, Federer and Me di William Skidelsky o Love Game di Elizabeth Wilson. Uno dei più interessanti lavori riguardanti il tennis, ma di difficile reperibilità, è Short Circuit, opera del romanziere americano Michael Mewshaw. Nel testo l’autore narra i sei mesi passati al seguito dell’Atp tour del 1982.

Tra i testi italiani – non citati da Dyer – aggiungiamo un menzione a Smash, uscito nel 2016 per La Nave di Teseo, una raccolta di scritti tennistici in cui figura, tra gli autori, anche Matteo Codignola, firma di Undici.