Qual è il vero Balotelli?

Quello di Nizza è un giocatore e un uomo diverso. Stiamo vedendo la versione matura dell'ex Supermario?

Mentre scrivo, Mario Balotelli ha messo insieme 17 reti in 21 gare in cui è partito titolare con il Nizza. Sono numeri che mostrano una continuità quasi nuova, che mancava da anni. Ma nonostante tutto non è il semplice contributo realizzativo a risaltare, quanto, forse, una nuova dimensione umana: dopo la rete decisiva in casa del Rennes abbiamo visto Balotelli esultare, sorridente, come non accadeva da tempo. È un gol molto bello, assolutamente “Balotellesco” nella violenza con cui Mario sbatte il pallone alle spalle di Koubek dopo aver ricevuto palla da Pléa. La forza del tiro ricorda, a chi se lo fosse dimenticato, quanto può essere distruttiva la forza del calcio di Balotelli: una forza silenziosa, che non ti aspetti, che esplode al contatto del piede con il pallone. Il momento più importante è quello immediatamente successivo. Siamo stati abituati alle non-esultanze di Balotelli, al silenzio di pietra di certe espressioni da duro. Questa volta l’attaccante si apre in un inchino allo spicchio di curva in cui sono raccolti i tifosi del Nizza in trasferta. Il sorriso che gli si disegna sul volto subito dopo ha la bellezza di un momento di pace assoluta.

Un pezzo del 2012 di Francesco Pacifico riporta alcune dichiarazioni di Mario relative al novembre del 2007, in cui dice: «Non mi viene spontaneo [esultare quando segno]. Fare gol è il mio dovere. Se non ci riesco è come se non facessi il mio compito». E sembra ancora essere così, almeno in parte, anche andando indietro nel tempo, guardando alle realizzazioni in maglia Nizza che sembrano figlie di una tensione o elettricità, di non aver ancora fatto abbastanza. Balotelli, oggi, è sereno nel suo aver trovato una dimensione “normale” in un campionato che non gli chiede di essere speciale in ogni gara. Anzi, è nella regolarità di questo luogo così pacifico che Mario sembra aver trovato una dimensione propria. Messe da parte le irrazionalità giovanili, sta mostrando una rabbia diversa e personale. Non è più una guerra di Mario contro il resto del mondo: il fatto che il calcio abbia quasi dimenticato la sua figura lo ha aiutato a concentrarsi più su ciò che produce per sé e per la squadra.

Nice's Italian forward Mario Balotelli is pictured during the French L1 football match Nice vs Angers on May 14, 2017, at the Allianz Riviera Stadium in Nice, southeastern France. / AFP PHOTO / Franck PENNANT (Photo credit should read FRANCK PENNANT/AFP/Getty Images)

Guardando i gol di Balotelli nell’ultimo anno e mezzo, mi sono accorto che hanno cominciato ad assumere i crismi della normalità. Non è più tempo per le rovesciate, le esibizioni di atletismo esagerato, i tiri scagliati da 30 metri con la violenza degli anni giovanili sembrano spariti. I gol che realizza oggi Mario sono così standard da risultare quasi noiosi, in confronto al passato: tocchi facili su servizi dei compagni a pochi passi dalla porta, calci di rigore in serie, qualche lampo più luminoso che arriva nello spazio di uno scatto. Concretezza da uomo, non più incoscienza da ragazzino sfrontato.

Rispetto al passato anche i suoi interventi sui social sembrano meno tranchant. Il massimo che si è concesso negli ultimi tempi è stata una storia di Instagram in cui supporta l’amico Neymar nella querelle con Cavani. Lo stesso Cavani di cui qualche mese fa aveva detto: «Sì, è forte, ma non è un fenomeno». La nuova versione di Balotelli è spuntata, per quanto si possa arrivare a considerare noioso uno come lui. Eppure ancora, nel momento in cui un giovanissimo Pellegri si presenta alle interviste dopo la gara contro la Lazio, gli vengono rivolte domande come: «Tu sei un bravo ragazzo, non sembri come Balotelli». “Come Balotelli”: nonostante Mario pare aver cambiato testa, in gran parte dei media e del lettore calcistico medio si è cristallizzata l’immagine di Balotelli demone inquieto, un’etichetta attaccata con una colla così spessa che è impossibile staccarsela di dosso. A Balotelli non solo non è più concessa la possibilità del perdono ma, anzi, anche le prestazioni che arrivano finalmente con qualche continuità in più tendono ad essere sminuite, brutalizzate nella percezione e contestate quando si trasformano in esaltazione da social.

Schermata 2017-09-20 alle 14.32.14

A inizio stagione Mario aveva trovato comunque il modo di far perdere la tranquillità a Lucien Favre. Nella gara di ritorno del preliminare di Champions League contro il Napoli, il Nizza aveva subito la rete dell’uno a zero con lui ancora fuori, intento a discutere con l’arbitro per questioni di orpelli estetici. Il tecnico aveva preferito non commentare la prestazione in quel caso, etichettandola semplicemente come “molto negativa”. Da allora Balotelli sembra avere incrementato l’abnegazione dentro e fuori dal campo da gioco. Dopo la sfida di Europa League contro lo Zulte-Waregem, ha fatto il giro di Twitter un’immagine in cui è concentrato nel riguardare la gara sull’aereo che sta riportando la squadra verso casa. È una nuova istantanea di un giocatore che abbiamo sempre pensato come incostante e dalla scarsa dedizione. È arrivato il momento di pensare a Balotelli in un modo nuovo? A 27 anni è possibile che abbia finalmente compreso che il numero di possibilità che gli restano sono ridotte – è rimasto in Costa Azzurra, nonostante nuovi interessi dall’Italia. Il Mondiale in Russia potrebbe essere l’ultima occasione per vestire la maglia azzurra. Ventura ha riferito che lui sa bene cosa deve fare per poter pensare di andare al prossimo Mondiale. Ma Mario ha veramente chance di fare da alternativa a Belotti e Immobile?

Nice's Italian forward Mario Balotelli celebrates with supporters at the end of the French L1 football match Nice vs Angers on May 14, 2017, at the Allianz Riviera stadium in Nice, southeastern France. / AFP PHOTO / Franck PENNANT (Photo credit should read FRANCK PENNANT/AFP/Getty Images)

Intanto è arrivato l’allungamento di un anno del contratto che lo lega al Nizza, insieme a un nuovo post Instagram dove annuncia l’attesa di un secondo figlio. Si concretizza la nuova dimensione di Mario Balotelli: padre, sereno, focalizzato. Già in quella famosa intervista post-partita, quella in cui si scagliò contro Marocchi che lo accusava di scarsa abnegazione e poco movimento, Balotelli sbottò chiedendo di essere trattato come un giocatore normale. Quando Boban gli chiese se credeva di essere un fuoriclasse, Mario rispose infastidito. Come a dire: “Perché volete per forza che diventi un grande, e non posso semplicemente essere un buon giocatore?”. Quel desiderio di normalità sembra essersi finalmente concretizzato in Francia. Qui nessuno è troppo attento alla sua vita, e il passaggio in un campionato come la Ligue1 ha permesso a Balotelli di ricevere meno attenzioni dai media italiani. Anche la notizia di una nuova paternità è passata sotto silenzio, niente rotocalchi specializzati a indagare sui fatti, niente prime pagine. I tre rossi della scorsa stagione, di cui uno assolutamente incomprensibile, sembrano essere semplicemente piccoli intoppi in un processo di miglioramento che ha trovato la sua strada. È la crescita di un ragazzo diventato normale, abbandonando, per il bene di tutti, il bisogno di essere super.