Il nuovo logo dello Ukip e quello della Premier si somigliano

Lo scorso venerdì 29 settembre, durante la sua conferenza annuale, il partito britannico Ukip ha annunciato il suo nuovo logo: una testa leonina interamente viola, con tanto di folta criniera, su sfondo bianco. Uno stemma molto simile a quello della Premier League, non solo per l’idea, anche nella realizzazione finale. La Football Association non ha ancora protestato per la decisione dello Ukip, ma ha fatto sapere di aver allertato i suoi legali per capire se ci siano gli estremi per una violazione di copyright, lasciando intendere che se ce ne fosse l’opportunità la faccenda arriverebbe in tribunale. Il partito euroscettico – Ukip è l’acronimo di UK Independence Party, partito per l’indipendenza del Regno Unito – ha abbandonato il logo storico giallo e viola in un momento di transizione molto delicato politicamente: l’idea del rebranding doveva segnare un solco tra due fasi storiche del partito.

Negli ultimi tre anni lo Ukip ha toccato il punto alto e quello più basso della sua storia. Nel 2014 è stato il partito britannico che ha raccolto più voti alle elezioni europee, e nel 2016 ha raggiunto il suo vero obiettivo con la vittoria al referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Tuttavia, da quel momento c’è stato un calo vertiginoso nei consensi, e le dimissioni di Nigel Farage poco dopo la consultazione sulla Brexit non hanno aiutato: il numero di consensi è precipitato fino all’evidente debacle delle elezioni generali del Regno Unito, lo scorso 8 giugno.

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La conferenza di venerdì scorso doveva segnare una svolta per il partito, che ha nominato il suo nuovo leader: si tratta di Henry Bolton, veterano di guerra con un passato da ufficiale degli Ussari di Sua Maestà, reduce da conflitti nei Balcani e in Afghanistan. Durante il vertice del partito Steve Crowther, leader ad interim prima dell’insediamento di Bolton, ha dichiarato: «Siamo di fronte a una nuova sfida, dobbiamo dimostrare di avere un futuro dopo la Brexit e dopo Nigel Farage. Dobbiamo dimostrare che possiamo costruire un partito politico dinamico e attraente senza di lui».