I possibili protagonisti di Svezia-Italia

È arrivato il momento della verità per la Nazionale, in cerca della qualificazione per i Mondiali russi. Cinque nomi azzurri a cui affidarci.

«Non qualificarsi ai Mondiali non è un’opzione». Leonardo Bonucci interpreta il sentimento di tutti gli italiani, quando cerca di scacciare l’incubo di fallire l’appuntamento degli spareggi di qualificazione contro la Svezia. Il secondo posto nel girone, alle spalle della Spagna, ha costretto la Nazionale a un ulteriore e delicato step per ottenere l’accesso alla rassegna in Russia. Il sorteggio ha messo di fronte gli azzurri a una squadra che, dopo il ritiro di Ibrahimovic, non vanta grandi individualità, ma è solida e sempre complicata da affrontare – l’incrocio di un anno e mezzo fa, agli Europei francesi, ne è stata una eloquente dimostrazione. Per questo l’Italia deve cercare di far emergere la propria superiorità tecnica, e cinque giocatori potrebbero tracciare la via che porta ai Mondiali.

Il simbolo

Un ragazzino di 19 anni con una curiosa abitudine, quella di far toccare terra al pallone prima di calciarlo profondo. È il 29 ottobre del 1997 e quel ragazzino è Gigi Buffon: è entrato in fretta e furia in campo – perché il portiere titolare, Gianluca Pagliuca, è uscito infortunato – e lui si ritrova al debutto con la maglia della Nazionale italiana nella partita più importante, lo spareggio di qualificazione ai Mondiali di Francia 1998 contro la Russia. Vent’anni dopo, e 173 partite dopo, da capitano e primatista degli azzurri, Buffon si ritroverà ancora protagonista di uno spareggio, e questa volta con il peso della storia sulle sue spalle: perché quello di Russia 2018 sarà il suo ultimo Mondiale e probabilmente, a meno di improvvisi ripensamenti, lo scenario della sua ultima recita da calciatore. Lui stesso ha ricordato in questi giorni questo intreccio del destino: «È simpatico il caso che abbia cominciato con uno spareggio e che possa finire allo stesso modo. L’importante è che il risultato finale sia quello di vent’anni fa». Appellandosi allo stesso spirito di coraggio e spavalderia mostrato in quella gelida serata moscovita, oggi da trasmettere a un intero gruppo che ha bisogno di fiducia in sé per potersi esprimere al meglio.

Il debutto di Buffon in maglia azzurra, vent’anni fa

Occasione di riscatto

È il 47’ del primo tempo di Sassuolo-Milan, da un calcio d’angolo per gli emiliani nasce un’azione pericolosa: un rinvio sbagliato lascia a Missiroli la possibilità di calciare a rete da posizione leggermente laterale ma pericolosa. È qui che entra in gioco Leonardo Bonucci, che con una corsa partendo dal centro entra in scivolata per ribattere il tiro dell’avversario. È l’immagine di quella che forse è la migliore prestazione del difensore in maglia Milan. Un mese dopo la gara contro l’Albania, Leo si ritroverà al centro della difesa azzurra con la necessità di fermare la coppia formata da Berg e Toivonen, due giocatori fisici ma non rapidissimi. Bonucci ritroverà, nel giro di poche settimane, quella coperta sicura con cui ha costruito la sua grandezza. Avere Buffon alle spalle e Barzagli e Chiellini ai lati gli permetterà di giocare nuovamente con la sicurezza di un tempo. Le ultime due partite con i rossoneri sembrano aver dato degli spunti positivi, con un Bonucci in crescita sia atletica che di condizione mentale. Per l’Italia è importante ritrovare il leader di un tempo.

Un segnale di un Bonucci tornato ad altissimi livelli?

Una nuova dimensione

Secondo Zlatan Ibrahimovic, Marco Verratti è il giocatore che la sua Svezia deve temere di più. Non è una considerazione scontata: Ibra e l’ex Pescara hanno giocato insieme al Psg, è vero, ma il centrocampista è centrale negli equilibri del 3-5-2. Con De Rossi vertice basso, Marco sarà la mezzala di possesso deputata a dettare il tempo del gioco azzurro, a decidere quali sono i movimenti suoi e dei compagni. Fatto salvo l’impatto di Immobile, Verratti è uno dei giocatori di maggior qualità. Il difetto dell’ex Pescara sta però nell’incapacità di avere costanza nelle prestazioni, soprattutto in azzurro, dove ha faticato a imporsi nei momenti difficili. È per questo che il suo momento potrebbe essere proprio contro la Svezia. A 25 anni, sono maturi i tempi per trasformare il proprio status da quello di costante promessa in una dimensione nuova: da pilastro. È anche dalle sue idee e dalla qualità che saprà mettere in campo che dipende molta della pericolosità offensiva dell’Italia. Con lui e Jorginho, Ventura si è assicurato due dei migliori giocatori in fatto di tocchi per gara tra i maggiori campionati europei: chissà se ci sarà occasione per vederli insieme.

Cose che si aspettano da Verratti: mettere il compagno in condizioni di calciare

Infallibile

Ciro Immobile è il miglior marcatore tra i primi cinque campionati europei fino a questo momento. Il suo avvio di stagione magico con la maglia della Lazio non è più un rush estemporaneo, ma ha cominciato a diventare una magnifica certezza. Nella doppia sfida contro la Svezia sarà fondamentale la sicurezza acquisita in questo anno e mezzo in maglia Lazio: le 26 reti dell’anno scorso e le 14 della stagione in corso sono una corazza di cui farsi forti. Certo, Immobile nella Lazio è esaltato da un sistema che ne valorizza la capacità di attaccare in velocità contro difese scompaginate dai movimenti dei centrocampisti biancoazzurri: ma bisogna che l’attaccante napoletano sfrutti questa abilità soprattutto in una sfida come questa, contro una Svezia che, schierata con il 4-4-2, sarà attenta a coprire gli spazi con due linee compatte. La rapidità di Ciro, a cui bisognerà trovare un compagno di reparto dopo l’infortunio di Zaza, potrebbe essere fondamentale soprattutto nei momenti in cui l’Italia si troverà a ripartire.

Il gol contro Israele, lo scorso settembre

La sorpresa

L’Italia di Euro 2016 ci aveva fatto innamorare da subito, con quel concentrato di grinta, concentrazione e qualità che era stato il successo contro il Belgio nella partita inaugurale. Nella seconda gara del gruppo, però, la formazione di Conte aveva faticato un po’ di più, trovando di fronte una Svezia quadrata e che ha demineralizzato le fonti di gioco degli azzurri. Era servito, perciò, un gol di Éder quasi sul finale di partita, una bella avanzata in slalom tra gli avversari conclusa con un preciso destro a giro. Se in quel pomeriggio francese era stato l’uomo della provvidenza, oggi l’interista può essere quello del bisogno: con Zaza costretto a saltare l’andata a Solna e Belotti ancora non al top della condizione fisica, Éder resta l’alternativa più credibile ad affiancare Immobile. Il suo caso è sicuramente singolare visto il pochissimo spazio nell’Inter – al netto del gol messo a segno pochi giorni fa contro il Torino – ma in Nazionale l’italo-brasiliano ha sempre offerto prestazioni incoraggianti, e non è un caso che Ventura abbia voluto proporlo titolare nell’ultimo match contro l’Albania. Del resto, più che Belotti – e forse anche Insigne, il calciatore più penalizzato dal ritorno al 3-5-2 – è Éder il partner ideale in attacco di Immobile, perché potrebbe ricalcare il ruolo di Luis Alberto nella Lazio: fare da raccordo con il centrocampo, muoversi lungo tutto il fronte offensivo e premiare la tensione verticale dell’attaccante napoletano.

Il gol di Éder contro la Svezia a Euro 2016