Fast & Furious & Mbappé

Le accelerazioni che rendono imprendibile Kylian Mbappé.

È il novantatreesimo minuto della sfida tra Psg e Lille, mentre gli avversari sono riversati nell’area parigina per il calcio d’angolo che potrebbe spingerli verso il pareggio, Kylian Mbappé esce incontro all’ultimo giocatore che per primo è arrivato sul pallone. Una doppia ribattuta e Thiago Silva di testa serve in profondità il talentino francese, in solitaria contro tre giocatori avversari. È in quel momento che Mbappé sembra inserire la funzione “nitro” di un videogioco: corre e corre ancora, fino a toccare, hanno detto, i 44 km/h (ma, si è scoperto, non è possibile). Con Maignan ancora nella trequarti parigina, l’attaccante del Psg sente l’odore del sangue e scatta verso la porta del Lille, desolatamente vuota. La progressione con cui giunge all’altro capo del campo è spaventosa, e non c’entra la forzatura per cui sarebbe molto vicina a quella fatta registrare da Bolt per il suo record sui 100 metri. Quello che impressiona è la capacità di scattare in faccia agli avversari al termine di una gara in cui gli scatti sono stati ripetuti, la facilità con cui Mbappé vola verso l’area avversaria a novantesimo superato è disarmante.

Uno dei difensori del Lille prova a falciarlo, ma Mbappé è già oltre

Che Mbappé sia fulmineo non l’abbiamo scoperto tre giorni fa. La rapidità, la conduzione decisa mentre sfiora vette orarie inusitate è una delle caratteristiche principali del calcio del francese da sempre. In media effettua 1,5 accelerazioni a gara, oltre il 95% di queste è positiva: quando parte in allungo è impossibile fermarne la corsa. Chiedere ai poveri difensori del Lille per avere conferma. La forza che riesce a imprimere spingendo sulle gambe è disarmante. Mbappé è bravo a correre sia in verticale che in orizzontale, tagliando trasversalmente le linee avversarie, cercando di creare superiorità e aprendosi spazi se non ha modo di sprigionare potenza in verticale. Pochi minuti prima della corsa che lo conduce al gol, il numero 29 prende palla sul lato destro all’altezza del centrocampo: correndo orizzontalmente arriva a ridosso dei 30 metri del Lille, sterza per raddrizzarsi e serve Cavani dopo aver attirato su di sé come una calamita la difesa avversaria.

Qui apre la difesa dal centro, come se fosse mousse

L’abilità con cui conduce la palla lo rende speciale, a suo modo un unicum tra gli atleti moderni votati al calcio. Sui primi passi può essere imbarazzante per gli avversari, ne sa qualcosa Raggi che nella sfida contro il Psg dello scorso novembre se l’è trovato davanti senza sapere come ammansire la rapidità da ghepardo di Kylian. Se si segue l’evoluzione di Mbappé si notano spesso dei punti di continuità nella modalità di corsa. Ogni passo è portato avanti con dei piccoli saltelli, una conduzione a strappi e pause che serve per disorientare l’avversario. In particolare, la posizione caratteristica che assume il braccio destro mentre il francese produce il massimo sforzo, lo rende quasi un freak nel fondamentale. L’arto sinistro disteso lungo il corpo in maniera perpendicolare, il braccio destro contratto come fosse monco, sembra non restituire alcuna idea di fluidità ma le velocità raggiunte ci dicono esattamente l’opposto.

Servito da Rabiot, Mbappé compare dal nulla bruciando l’erba

Ma la corsa dell’ex Monaco è mutuata altrove. Certo, la natura l’ha dotato di un bagaglio muscolare importante, su cui sta lavorando per renderlo ancora più indistruttibile, ma è palese che alcuni movimenti, certo linguaggio del corpo mentre esprime il massimo sforzo siano derivati dalla visione ripetuta e attenta delle azioni di quello che è da sempre il suo mito: Cristiano Ronaldo. Il portoghese e Mbappé esprimono un tipo di tensione nella corsa molto simile, si somigliano per la trazione degli arti quasi contratti nell’attuazione di uno sforzo superiore alla media. Lo scatto del francese è in qualche modo figlio e copia della corsa che ha visto esprime al suo idolo. Spesso si vede Mbappé scattare per poi rientrare sul piede debole spostando il pallone con il tacco, una dei trick ripetuti spesso e resi celebri proprio dal Pallone d’oro portoghese.

Paradossalmente l’approdo al Psg ne ha facilitato il lavoro. Se al Monaco si trovava spesso preso in carico da coppie di avversari, che individuavano in lui la fonte principale di pericolo da cui potevano scaturire le situazioni più difficili, ora che è inserito in un contesto in cui le variabili da tenere in considerazione sono troppe, non è inusuale trovarlo isolato in 1 contro 1, pronto ad affrontare il difensore di turno intanto crollato in un Oceano di disperazione.

«Ulalalalà. Ulalalalà»

Mbappé non è un centometrista nel corpo di un calciatore, sarebbe sbagliato associare le diverse tipologie di scatto. Mentre l’attaccante può dare sfogo alla sua corsa partendo già in slancio, Bolt, per fare il nome di quello che molti hanno associato all’ultimo strappo del francese, può lasciar esplodere la propria potenza solo partendo da fermo e con una durata più ampia dei pochi secondi richiesti all’attaccante per lanciarsi verso la porta avversaria. È comunque vero che il giocatore del Psg ha pochi rivali quando si tratta di corse aperte. Ora che il suo mito Cr7 o Messi, ma anche un Bale pieno di problemi fisici, stanno mutando la loro tipologia di gioco e rendendo chiaro che il tempo sta scorrendo anche per loro, Mbappé è pronto a prenderne il posto sul podio dei calciatori più fulminei del pianeta.