5 punizioni belle e intelligenti di Messi

Leo non tira soltanto bene i calci piazzati, ma li pensa anche bene.

Con l’ultimo gol segnato su punizione contro l’Alavés, domenica 28 gennaio, Leo Messi è diventato il giocatore in attività ad aver segnato più gol su punizione in Liga dalla stagione 2003/04, toccando quota 21, e superando Cristiano Ronaldo per ora fermo a 20. I calci piazzati sono una specialità forse poco celebrata dell’argentino, associato più spesso a dribbling e discese solitarie fatte di tocchi di prima con i compagni di squadra. Abbiamo scelto cinque punizioni di Messi, ognuna un po’ diversa, ognuna importante.

Atlético Madrid, 26/2/2012

Al Vicente Calderón si è fermi sull’uno a uno, il Real Madrid è in questo momento a +12 sul Barça. Al minuto 81 c’è una punizione per i catalani dal vertice sinistro dell’area. Non l’ideale per un mancino come Messi, a meno che non crossi in mezzo. Ci sono pochi calciatori ospiti al limite dell’area, non si sono ancora disposti per attaccare, e la difesa non si è schierata per difendere. Nemmeno Courtois si è ancora preparato. Messi lo nota, e di sinistro tira sul secondo palo, con il portiere belga bloccato sul primo. Solitamente le punizioni “di furbizia” non sono arricchite da una grande tecnica – la porta è indifesa, gli avversari distratti – qui invece la grande distanza e l’angolazione complicata costringono Messi a infilare – riuscendoci perfettamente – il pallone finisce dritto all’incrocio dei pali. Quella stessa stagione il Barça arriverà secondo il Liga, ma Leo segnerà 50 gol nel solo campionato spagnolo, il suo record tuttora imbattuto.

Real Madrid, 29/8/2012

Pochi mesi dopo, contro il Real Madrid, il Barcellona perde ancora. È il ritorno di Supercoppa, all’andata hanno vinto i blancos per 3-2. Al Bernabeu vanno in vantaggio ancora gli uomini di Mourinho con i gol di Higuaín e Cristiano, il Barça è in 10 per l’espulsione di Adriano. Al minuto 43 Messi riceve palla e in un secondo la nasconde a Xabi Alonso, che lo atterra. La punizione è da quasi 30 metri, la posizione è centrale, leggermente defilata sulla destra. Va bene per un mancino, ma passare sopra la barriera rallenterebbe molto il pallone. Messi invece trova l’unico spiragli che Casillas lascia alla destra della barriera – alla sinistra del tiratore – e lo infila con un tiro a giro preciso e a mezza altezza. Anche qui, oltre alla tecnica è fondamentale l’intelligenza dell’argentino, che sfrutta in modo ultra cinico la barriera imperfetta del Madrid.

Nigeria, 25/6/2014

Nelle prime due partite del Gruppo F l’argentina fa fatica ma vince, prima 2-1 contro la Bosnia-Erzegovina, poi 1-0 contro l’Iran. Gioca male, ma in entrambe le partite la decide Messi. Contro la Nigeria va in vantaggio – ancora Messi – ma viene ripresa subito. Fanno 3 gol in 3 partite. Si gioca in Brasile, e gli argentini, tutta l’Argentina, è carica: per le strade di tutto il Paese si canta «Brasil decíme que siente», Brasile, dimmi cosa si sente, con due versi molto chiari: «A Messi lo van a ver / La copa nos va a traer», vedrammo Messi, ci porterà la coppa. A fine primo tempo c’è una punizione per l’Argentina, va ancora Messi. «Se puede!», ripete il telecronista, in questo video. Messi però non segnerà più, né agli ottavi, né ai quarti, né in semifinale o in finale. Viene eletto miglior giocatore del torneo, e ritira il premio trattenendo le lacrime.

Colombia, 15/11/2016

L’Argentina di Bauza è un pasticcio, ci sono tensioni tra i tifosi, dentro la squadra, in una Federazione perennemente in subbuglio. Per due anni di fila la Copa América è stata vinta dal Cile in finale proprio contro l’Albiceleste, e nel novembre 2016 l’Argentina si trova a un passo dalla mancata qualificazione a Russia 2018. Pochi giorni prima ha perso 3-0 contro il Brasile – lanciatissimo – di Tite. Contro la Colombia è difficilissima. Serve Messi, tornato in Nazionale dopo il temporaneo addio. Fa due assist e un gol, ma prima di tutto il gol. Ci mette pochissimo, su punizione. Ancora una volta è in posizione centrale, ma questa volta la barriera di Ospina copre tutto lo specchio. Leo fa passare il pallone sopra la barriera, lo fa girare sul palo di destra, quello più scoperto dal portiere, gli dà la precisione e la forza di scheggiare la traversa e finire in porta. È una punizione perfetta e rabbiosa, delicata ma violenta, come la sua esultanza, subito dopo.

Athletic Bilbao, 11/1/2017

È una stagione non entusiasmante per il Barcellona, l’ultima: secondi in Liga dietro il Real Madrid, che vince poi anche la Champions League, la sua seconda di fila. Ai catalani rimane la Copa del Rey, e a Messi degli ottimi score personali – 54 gol tra tutte le competizioni, il suo quarto miglior risultato in carriera. Tre di questi gol arrivano uno dopo l’altro, in tre partite consecutive, e tutti su punizione. Nella gara di andata contro l’Athletic Bilbao, in Liga contro il Villarreal, e ancora contro l’Athletic, nella gara di ritorno. Ancora una volta Messi dimostra che le sue doti balistiche sono sempre abbinate a una straordinaria intelligenza. Messi non tira semplicemente bene le punizioni, le pensa anche bene. Questo è quello che si chiama colpo di biliardo, in cui il pallone evita tutti gli ostacoli per sbattere rasoterra sul palo e poi in rete. Piano, delicatamente, inesorabilmente.

 

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