Antenucci, la punta delle piccole

Mirco Antenucci è la sorpresa nella lotta salvezza per la permanenza in A. Come ha fatto a diventare così importante?

Mirco Antenucci viaggia verso i 34 anni e ormai è troppo tardi anche per poterlo considerare un late bloomer, definizione con cui parliamo di quei giocatori esplosi e arrivati al successo troppo tardi e con qualche rimorso. L’attaccante della Spal non ha mai avuto visibilità, nessuna grande storia da raccontare e un’infanzia comunissima in un paesino di mille abitanti in cui si giocava per strada perché «c’era poco traffico e allora tutti a giocare: era bellissimo. Ho cominciato sull’asfalto del paese. E sono convinto che ai bambini di oggi servirebbe la strada: lì si impara più in fretta, crescono le doti tecniche ma anche quelle caratteriali, ci sono confronti, il più timoroso deve rapportarsi con quello più aggressivo. Ti arrangi e questo ti aiuta». E così ci ritroviamo a pensare ad Antenucci come un attaccante quasi da potrero, che ha imparato su strade acciottolate come calciare in condizioni difficili o come saltare l’uomo usando il cervello meglio degli altri. Un esempio molto valido del suo intuito e della genialità che i tifosi del Leeds gli avevano affibbiato è contenuta in un gol messo a segno lo scorso anno, in B: la Spal è sotto in casa contro il Brescia, Vicari lancia lungo da dietro al centro del campo e Antenucci accomoda il pallone con un tocco di petto al sapore dolce del miele. Sono quaranta metri di palla che cade sul petto sicuro dell’attaccante spallino e distruggono ogni certezza del difensore avversario passandogli sotto le gambe. È un tunnel magico, sinceramente voluto. Se avesse controllato per andarsene in avanti non avrebbe avuto molte soluzioni se non provare a fintare o crossare al centro. Con quello stop di petto a seguire costruisce i prodromi del tiro successivo, forte e preciso, con la sicurezza di chi non può distruggere un’opera d’arte che procede spedita.

Dall’inizio della sua carriera nel 2002 Antenucci ha cambiato 11 maglie diverse. Il suo massimo risultato in carriera prima di quest’anno era stato un gol su rigore in A, nella stagione 2010/11 quando il Catania lo aveva riportato alla base dal prestito ad Ascoli per poi girarlo al Torino a Gennaio. Antenucci segna su calcio di rigore la rete del 2 a 0 – poi accorcerà Giovinco – per quella che sarebbe potuta essere la sua prima e ultima marcatura in massima serie. Dopo le due stagioni inglesi con il Leeds di Cellino, – dove il presidente chiese di non farlo giocare per non far scattare il rinnovo per l’anno seguente – Antenucci che era stato punto di riferimento alla Ternana in B prima dell’esperienza inglese, decide di tornare nel “suo campionato”. Lo chiama la Spal, che sta organizzando con Semplici reduce da una doppia promozione, un progetto ambizioso a cui serve uno di quei mestieranti della categoria a cui si può sempre chiedere di dare un contributo in fatto di gol e personalità. A promozione in A avvenuta, Antenucci tentenna, la società ha portato a Ferrara una coppia d’attacco che in categoria è un lusso per la lotta salvezza: Paloschi/Borriello. «Ho creduto nel lavoro e mi sono ritagliato uno spazio importante. Quando in estate sono stati acquistati Borriello e Paloschi, io ho ricevuto un’offerta importante dalla B. Mi sono chiesto se potessi ancora essere importante per la Spal e mi sono risposto di sì. Per fortuna lo sto dimostrando». A guardarlo adesso sarebbe stato un vero peccato per lui e per i tifosi spallini se l’attaccante e la Spal avessero deciso di separare le proprie strade.

I suoi gol sono valsi fino a questo punto almeno 5 punti puliti alla Spal di Semplici, punti che fino a questo punto sono capitali nella corsa salvezza che vede i ferraresi appena sopra il Crotone e invischiata in una bagarre che si concluderà soltanto a ridosso delle ultime giornate. Ma Antenucci si è portato avanti con il lavoro, ha rinnovato fino al 2020 e ha mostrato quanto a un certo punto della carriera le motivazioni, anche se soltanto relative a una doppia cifra risicata, possano fare molto di più della tecnica e del blasone di compagni arrivati sotto le luci di una ribalta stantia.

Il fomento del commentatore quando sottolinea che un gol così, di sinistro, lo ha segnato un destro…

Oggi Antenucci è uno dei giocatori con la performance score d’attacco più alta in massima serie. Dopo le prime tre giornate, in cui non era partito titolare, Mirco è entrato nell’undici per non uscirne più. Come scriveva Federico Principi su Ultimo Uomo, «Semplici non schiera quasi mai i due attaccanti che sulla carta sarebbero le certezze della Spal». Paloschi o Borriello che sia, a Semplici serve una seconda punta che dia movimento e dinamicità all’attacco della squadra. Un giocatore che sia rapido nel pensiero, nelle scelte e nel combinare con i compagni: l’identikit perfetto proprio per Antenucci. Pur non essendo un fenomeno sembra riuscire a sopperire con la dedizione – il troppo spesso abusato sacrificio e l’attaccamento – al gap tecnico apparentemente impossibile da annullare a certi livelli. È per questo che Semplici si è esposto apertamente dicendo che «per noi è fondamentale, ed è importante non solo per i gol».

Fino a questo momento Antenucci ha realizzato 8 reti e 6 assist, contribuendo in maniera determinante a mantenere la Spal in linea di galleggiamento tra salvezza e baratro. I gol sono arrivati quasi tutti con il destro, che è il suo piede preferito, tre su rigore. Nessuno di testa, un fondamentale in cui non eccelle e che non è parte centrale del suo bagaglio tecnico. In una squadra che tende a giocare il pallone senza paura, come quella di Semplici, l’attaccante ex Ternana ha una media di precisione nei passaggi che sfiora l’80%, un’ottima capacità di fornire passaggi chiava per terzi e una precisione di tiro del 50%, un dato non scontato per un giocatore che la Serie A l’aveva solo assaggiata come un invitato portato via troppo presto da una festa a cui avrebbe voluto partecipare. Delle 8 reti realizzate, quelle contro Bologna e Verona (poi falsa il pareggio finale) sono arrivate a pochi minuti dal 90′, a dimostrazione che uno come Antenucci non si stanca mai di provarci. Non a caso il suo primo gol da protagonista, con la maglia del Giulianova, fu segnato contro il Paternò il 19 gennaio 2003 al minuto 94.

Un gol su rigore, apparentemente anonimo, ma che potrebbe valere molto al termine della stagione