Tre cose sulla trentatreesima giornata di Serie A

La Juventus ha permesso al Napoli di riaprire il campionato, il Milan fatica senza Biglia e l'Atalanta ha una nuova stella.

I quattro minuti che hanno riaperto il campionato

La Juventus delle ultime settimane sembra essere sempre più Douglas Costa dipendente. È lui, più di Higuaín e Dybala, a trascinare i compagni in questo finale di stagione. I bianconeri in quattro minuti hanno concesso un altro respiro di vita a un campionato che sembrava chiuso; ma la colpa più che dei singoli è delle scelte e delle opportunità concesse da Massimiliano Allegri. Presentarsi a Crotone con un centrocampo composto da Marchisio, Matuidi e Sturaro significa abbandonare la qualità per provare una mediana dinamica e basata sulla forza, isolando così le fonti “intelligenti” del gioco juventino. Pur con la giustificazione dell’assenza di Pjanic, non si capisce perché non si possa provare un giocatore di qualità e palleggio come Bentancur, a cui invece si affida la regia in gare molto più complesse e con pressione elevata. Alla Juventus di ieri sono mancate le idee, è vero, ma sono mancate a partire dalla fase di costruzione affidata a un Benatia in discesa libera in fatto di prestazioni e con un centrocampo in cui comparivano due desaparecidos della stagione bianconera. Non è un caso che Marchisio e Sturaro siano stati per prestazioni secondo WhoScored come i due con la media più bassa. Certo non si può credere che sia un mediano di fatica come Sturaro a liberare le sorti di una squadra come la Juventus, ma che un po’ di qualità in più in mezzo al campo non avrebbe guastato vista l’atrofia creativa di una squadra impaurita.

Simy era di Benatia, che invece di marcarlo stretto gli lascia la possibilità di girare in rovesciata

Biglia si sente quando non c’è

Lucas Biglia è silenziosamente fondamentale per il Milan. Anche ieri, contro il Torino, l’importanza dell’argentino si è manifestata al momento della sua assenza, come nel derby contro l’Inter terminato 0-0. Biglia è stato il secondo migliore in campo secondo il rating di WhoScored con 7.24, ha servito l’assist di testa per il gol del vantaggio di Giacomo Bonaventura, ha effettuato due passaggi chiave e ha chiuso la partita con il 92,7% dei passaggi riusciti, la sua ottava miglior prestazione della stagione in Serie A. Finché è stato in campo, il Milan ha gestito con relativa tranquillità l’1-0. Un leggero infortunio lo ha costretto a uscire e, tre minuti dopo, i granata hanno trovato il pareggio, sfruttando proprio la parte centrale del campo (il 37% degli attacchi della squadra di Walter Mazzarri sono arrivati da lì, tra cui il tiro di Simone Edera per il corner dell’1-1) e le difficoltà in palleggio dei rossoneri, che in Manuel Locatelli non hanno un sostituto all’altezza di Biglia.

Il Milan ha dato fiducia al Torino abbassandosi troppo e faticando a ripartire, complice anche la serata no di Suso, sostituito

Il primo gol di Barrow in Serie A

Dopo Conti, Caldara, Kessié e Gagliardini, il settore giovanile dell’Atalanta ha sfornato un nuovo potenziale campione. La gioia del primo gol in campionato negata più volte da Handanovic sabato sera contro l’Inter è stata solo rimandata al match contro il Benevento per Musa Barrow, autore del momentaneo 2-0 nella vittoria per 3-0 al Vigorito con cui i bergamaschi sono tornati al successo dopo un digiuno di tre giornate. Barrow è nato il 14 novembre 1998 a Banjul, in Gambia. È un attaccante molto rapido e con un buon fisico che in Primavera segna una rete ogni 69 minuti: 23 in 18 partite, con anche sette assist, più tre gol in due sfide della Coppa Italia di categoria. L’impatto con la Serie A non gli ha messo paura: ha già giocato sette incontri – solo con l’Inter da titolare, 45′ in cui ha tirato quattro volte – e vanta una media di 6.3 tiri ogni 90 minuti. «È molto tecnico, deve giocare un po’ di più con noi ma se entra in gioco ha tecnica e capacità di tiro. Quando si presenta in zona gol sbaglia veramente poco», aveva detto di lui Gian Piero Gasperini dopo la partita contro l’Inter.