Lo strano e complicato rapporto tra Allegri e Gattuso

I due allenatori che si affrontano in finale di Coppa Italia hanno numerosi trascorsi comuni: dagli anni di Perugia alle incomprensioni con il Milan.

Due anni fa, la finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan fu all’insegna dell’equilibrio, e solo un gol di Morata durante i tempi supplementari consegnò il trofeo ai bianconeri – che lo vincono da tre stagioni consecutive. Allora, Massimiliano Allegri incrociò, nella sfida tra allenatori, Cristian Brocchi, che rimase per breve tempo sulla panchina del Milan dopo l’esonero di Sinisa Mihajlovic. Questa volta, a cercare di portare alla vittoria i rossoneri ci sarà Gennaro Gattuso, che con Brocchi condivide la promozione in prima squadra dalla formazione Primavera. Ma Gattuso ha anche un rapporto di lunga durata con Max Allegri, che comincia nella stagione in cui entrambi erano giocatori del Perugia e arriva agli anni più recenti.

Tra Allegri e Gattuso ci sono oltre dieci anni di differenza anagrafica: nel 1995 il primo ha 28 anni, con un passato in A tra Pescara e Cagliari, il secondo, appena diciassettenne, si affaccia al grande calcio. Si ritrovano insieme al Perugia, in Serie B, che quell’anno ottenne la promozione in Serie A dopo quindici anni di assenza. Allegri collezionò 26 partite, con sette gol messi a segno, mentre Gattuso, ancora nella formazione Primavera, fece solo qualche sparuta apparizione con la prima squadra. Rimarranno insieme solo per qualche altro mese: nel gennaio 1997 Allegri tornò in Serie B, al Padova, mentre poco più tardi Gattuso lasciò Perugia per l’esperienza in Scozia con i Rangers Glasgow. «Allegri era il mio capitano a Perugia e mi ha sempre rispettato come un giocatore vero e questo non l’ho mai dimenticato», ha detto recentemente Gattuso.

Il 3-1 della Juventus in campionato

I due si incontrano nuovamente molti anni dopo, nel 2010: Allegri è il nuovo allenatore del Milan, Gattuso uno dei punti fermi dei rossoneri. È un momento di transizione per la squadra: se al primo anno arriva la vittoria dello scudetto, Allegri si troverà poi a gestire il ringiovanimento di un gruppo, a scapito dei senatori della squadra, da Nesta a Inzaghi, da Seedorf a Abbiati. Tra loro, anche Gattuso, che nella seconda stagione con Allegri gioca appena sei partite in campionato. L’epilogo vedrà Gattuso dire addio al Milan, per giocare con il Sion. Commentando in questo modo: «Quando qualcuno come l’allenatore ti fa capire che ti preferisce come dirigente o per dare una mano nello spogliatoio allora sai che c’è? Io me ne vado. Una stretta di mano senza rancore. Sono uno molto orgoglioso. La società voleva trattenermi ma se chi comanda lo spogliatoio la pensa diversamente diventa difficile. Se io e Nesta abbiamo fatto questa scelta è perché sentivamo che non eravamo voluti da Allegri».

Fino a questa stagione, quando i due si sono ritrovati da avversari, entrambi da allenatore. Lo scorso 31 marzo, in campionato, la Juventus sconfisse all’Allianz Stadium il Milan per 3-1, con le reti di Cuadrado e Khedira nella ripresa dopo l’1-1 del primo tempo. Alla vigilia, Gattuso aveva speso parole conciliatorie nei confronti di Allegri: «Da allenatore devo ringraziarlo perché aveva ragione. Ci siamo chiariti, gli ho chiesto scusa e da qualche anno a questa parte c’è un grandissimo rapporto. Gli invidio la bravura. Quando studi la Juve non ci capisci nulla, lui cambia tanto perché ha grande conoscenza, è diventato un grandissimo allenatore». Allegri ricorda: «Gli dissi che avrebbe dovuto smettere di giocare ed entrare nello staff tecnico, invece volle continuare. D’altra parte è sempre difficile per un campione dire basta. Ricordo com’era imbufalito quando gli annunciai che sarebbe dovuto andare in tribuna nel derby».

Oggi tra i due il rapporto di stima è reciproco. Alla vigilia della finale di Coppa, Allegri ha detto del collega: «Rino è un appassionato di calcio e un testone. Si capiva che avrebbe fatto il tecnico, non è semplice arrivare in una situazione complicata ed è stato molto bravo perché sta facendo grandi risultati. Quando sei stato un grande campione rimetterti in discussione non è uno scherzo, ma Rino ci è riuscito alla grande. Lo vedo migliorato e anche un po’ più pacato. Però speriamo che domani s’incazzi un po’ perché significa che le cose non gli vanno bene…». E Gattuso: «Cosa invidio ad Allegri? Si fa scivolare tutto addosso, può perdere anche quindici giocatori per infortunio ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile».