Lasagna, Re Mida

È una stagione sorprendente per quello che oggi è il terzo miglior marcatore italiano in Serie A.

Come si può costruire la miglior stagione della propria carriera quando tutto intorno è in atto un disastro? L’annata dell’Udinese sta viaggiando su binari che ricalcano il dualismo dei colori che indossano i suoi calciatori, mentre per Kevin Lasagna quello in corso è un campionato che difficilmente avrebbe immaginato qualche anno fa, quando ancora lottava nel magma delle leghe minori. Arrivato a Udine per 3 milioni – apparentemente un regalo per le casse del Carpi – potrebbe rivelarsi un affare redditizio per il club dei Pozzo. Dalla partenza con Del Neri al momento ultra positivo di Oddo, passando per la disastrosa striscia dell’ex campione del Mondo fino a Tudor, Lasagna ha fatto da costante al cammino dei friulani.

E proprio la costanza è una delle caratteristiche che hanno scritto vita e opere tecniche del calciatore Lasagna. Sempre dedito al sacrificio, con un passato in categorie in cui si gioca al sabato di ritorno da una serata tra amici, Kevin ha portato la provincia alla ribalta. Leggendo la classifica marcatori, l’occhio si ferma, si blocca, vacilla quando in 9a posizione incontra quel cognome che solitamente suscita ilarità. Ma Lasagna a Udine ha trovato finalmente l’ecosistema in cui esprimere al meglio le proprie potenzialità. Non a caso il calcio verticale e fluido di Oddo è stato, almeno inizialmente, l’innesto che ha portato l’attaccante ex Carpi a trovare nuova confidenza con il gol. Nella serie di 5 vittorie consecutive fatte registrare a dicembre, 4 delle 14 reti realizzate portano la firma di Lasagna.

Rifinisce, conclude, sbaglia ma favorisce la rete di Jankto

Dopo un infortunio alla gamba e due pareggi con Chievo e Spal, Lasagna è tornato per qualche partita prima di farsi male ancora. Non può essere un caso se il secondo peggior momento dell’anno sia coinciso con il passaggio in cui il suo giocatore più determinante è venuto meno. Come l’Udinese che Oddo aveva costruito, Kevin è un giocatore che abbina qualità evidenti e capacità di adattarsi nei momenti di maggiore sofferenza. Sia che si giocasse con un solo attaccante che con due punte disposte in verticale – per lasciare spazi agli interni – o in orizzontale, Lasagna ha sempre avuto spazio nell’undici titolare. Al cambiare dei moduli, il numero 15 ha sempre fatto da termine costante di un’equazione che a un certo punto si è inceppata. Nonostante tutto, le reti non sono mancate e impressionano per la varietà e la dissonanza qualitativa tra alcune di queste. Basta guardare le due arrivate nella trasferta di Benevento, la prima di Tudor in panchina, e metterle di fronte a quella segnata 7 giorni prima contro il Crotone in casa per rilevarne la disparità di risultante estetica.

Contro l’ultima in classifica, in una sfida che valeva già molto per la stagione dell’Udinese, Lasagna segna due gol che non verranno ricordati per la bellezza ma servono a ribaltare temporaneamente il risultato. Sono due tocchi sporchi, il primo addirittura è uno stop sbagliato su cui Brignoli non interviene come dovrebbe. La seconda arriva sempre dopo sviluppo della manovra da sinistra, Venuti interviene male e la palla batte sul piede dell’attaccante bianconero. Lasagna, che nasce come esterno, sta rapidamente mutando la propria percezione del gioco, diventando sempre più una punta affidabile: lo conferma anche la casualità inzaghesca con cui devia il tiro de Paul in un Udinese-Torino di inizio stagione. Contro il Crotone si gira in area dopo uno strano controllo/non controllo con il destro, ruota il corpo velocemente lanciandosi all’indietro quasi schiaffeggiando il pallone come una racchetta da tennis farebbe con una pallina.

Girata incredibilmente appagante

Ma Lasagna è soprattutto capace di segnare partendo in velocità, quando può attaccare alle spalle le difese avversarie facendo leva su una rapidità eccellente e di un senso della posizione e del movimento che quasi non sembrerebbero appartenergli. Contro il Milan, in una rete poi annullata dal Var, approfitta della salita lenta della difesa rossonera su un filtrante brillante di Maxi Lopez, si trova con un solo tocco faccia a faccia con Donnarumma che batte con un sinistro preciso. Il gol viene annullato poco dopo, ma sono millimetri a separare la gioia dal fischio arbitrale. La rapidità con cui invece si fionda sul pallone sbagliato di Romagnoli, arrivando a calciare con una potenza che è pari alla forza con cui spinge sulle gambe per arrivare sulla sfera, denotano la qualità principale dell’ex Carpi: proprio una potenza muscolare che è difficile riscontrare altrove. Non possiamo definirlo un attaccante completo, ma Lasagna sa fare alcune cose molto bene. Ha dimostrato di sapere dialogare nello stretto con i compagni, ha la capacità di girarsi in area di rigore come un attaccante navigato ed è migliorato anche nel posizionamento durante la fase offensiva che gli concede spesso di ritrovarsi dove serve, nel momento esatto in cui il pallone sta viaggiando dalle sue parti. Potrebbe far sorridere ma mentre scriviamo è il terzo marcatore italiano nella classifica cannonieri di Serie A. Allora potrebbe non essere una follia rispolverare un vecchio video che titolava “Kevin Lasagna – The Future Of Italy“, mentre l’Udinese deve aggrapparsi a lui per raggiungere una salvezza che non può che passare dai gol del suo miglior marcatore.

Spinge in porta un pallone che sembra incendiarsi