L’impareggiabile scalata di Francis Uzoho

Ha all'attivo una manciata di partite da professionista, ma sarà il portiere titolare della Nigeria ai Mondiali.

Francis Uzoho di professione fa il portiere. Quest’anno ha collezionato 28 presenze, 26 di queste in terza divisione, con la maglia del Deportivo Fabril, la squadra B di La Coruña. Ha giocato contro il Pontevedra, il Navalcarnero e il Fuenlabrada. Si è cambiato in spogliatoi fatiscenti e si è disimpegnato di fronte a poche centinaia di spettatori. Tra qualche giorno, invece, Uzoho dovrà abituarsi in fretta a un’altra dimensione. Di fronte non avrà più giocatori semisconosciuti, ma Messi e Modric, Agüero e Mandzukic. Giocherà negli stadi futuristici di Russia, di fronte a miliardi di spettatori e un Paese intero, la Nigeria, che farà il tifo per lui. Non ha ancora compiuto 20 anni (spegnerà le candeline a ottobre), ha giocato appena due partite con la prima squadra del Deportivo e sei con la Nazionale nigeriana. Persino Fifa, il videogame, non ha le idee chiarissime su di lui – e Uzoho ha voluto rettificare via Twitter. Eppure, con la Nigeria inserita nel “death group” con Argentina, Croazia e Islanda, dalle sue parate dipenderà il cammino della selezione africana.

Come ha fatto un portiere praticamente senza esperienza ad alti livelli a essere il numero uno della Nigeria, nemmeno Uzoho lo sa spiegare. «C’erano un sacco di portieri prima di me che non sono stati chiamati, e invece io sono qui. Sono stato chiamato quando meno me l’aspettavo. Il fatto che sia in squadra è un miracolo». Con lui, gli altri due portieri convocati dal ct Rohr sono Ikechukwu Ezenwa e Daniel Akpeyi, due profili che non sono stati in grado di dare sufficienti garanzie e che, oltretutto, non militano nemmeno in campionati di prima fascia (uno in Nigeria, l’altro in Sud Africa). Il numero uno designato, Carl Ikeme, portiere del Wolverhampton, è stato colpito dalla leucemia circa un anno fa, e da allora non è più sceso in campo. Il ct Rorh lo ha convocato come ventiquattresimo della lista, in segno di solidarietà. Vincent Enyeama, lo storico numero uno nigeriano, primatista di presenze nella storia della Nazionale, è fuori squadra al Lilla. L’ultima partita l’ha giocata ad aprile 2017, motivo che ha spinto Rorh a non convocarlo: «Non posso portare calciatori che non scendono in campo, e ora lui non sta giocando da nessuna parte».

Una situazione che Uzoho ha sfruttato nel migliore dei modi. A ottobre ha esordito nella Liga, diventando, a 18 anni, 11 mesi e 17 giorni, il portiere straniero più giovane nella storia del campionato spagnolo. La prima partita è andata bene: 0-0 contro l’Eibar. Nella seconda, ha incassato due reti dal Girona, ed è quindi rientrato alla squadra B. Ma è stato sufficiente perché, poche settimane dopo, ricevesse la prima chiamata in Nazionale. Il suo debutto con le Super Aquile è stato in un’amichevole (vinta) contro l’Argentina: Uzoho è entrato nella ripresa, ed è riuscito a mantenere la porta inviolata. Nel nuovo anno, invece, l’alternanza di portieri non si è mai verificata: ha giocato da titolare contro Polonia, Serbia, Congo, Inghilterra e Repubblica Ceca. Sei partite con la Nazionale maggiore, due con la prima squadra del Deportivo. Ma ha già dimostrato le sue qualità.

Il debutto in Nazionale contro l’Argentina

«Rispetto agli altri portieri, ha una presa migliore del pallone e copre meglio i pali», ha spiegato una fonte a Espn. «È giovane, ha molti anni davanti a sé se crescerà nel verso giusto. Inoltre, impara in fretta, anche perché è umile. Ascolta attentamente, accetta i suggerimenti e rispetta quello che gli viene detto. Questo è un grande vantaggio». Da piccolo, Uzoho sognava di fare l’attaccante, ma proprio un consiglio di un suo allenatore ha instradato la sua carriera nella direzione giusta: era troppo lento e goffo per segnare gol, così – forse era una bocciatura, forse invece qualcosa già si intravedeva – accettò di buon grado il suggerimento di provare da portiere. Le lunghe braccia e l’altezza – oggi 196 centimetri – ne caldeggiavano l’utilizzo. Fatto sta che, in pochi anni, Uzoho si ritrovò all’Aspire Academy, in Qatar, uno dei vivai più grandi del mondo, e di là, nel 2017, in Spagna, al Deportivo. Fino alla grande responsabilità che ora gli tocca in Russia: «Sono pronto per il Mondiale. In queste amichevoli con la Nigeria ho imparato moltissimo».