Venti cose da ricordare dei Mondiali 2018

I gol, i meme, le cose commoventi e quelle sceme, in 20 video.

Il giorno è arrivato: i Mondiali sono finiti. In molti hanno definito l’edizione russa come una delle migliori di sempre, per motivi diversi: le sconfitte o vittorie a sorpresa, arrivate già dal primo turno nella fase a gironi; oppure alcuni gol memorabili; le tradizionalissime belle storie, come quella di un portiere più vicino ai 60 che ai 20 anni che gioca titolare, o quella di una nazione di quattro milioni di abitanti che arriva fino alla finale. Abbiamo raccolto qui 20 cose belle viste in questo mese in Russia, cose che ricorderemo facilmente come un gol, o che fanno ridere, o che fanno piangere come Isco Alarcón che salva un uccellino. Si parte dal discorso inaugurale di Vladimir Putin, naturalmente, prima della partita tra Russia e Arabia Saudita. Quelli di Fox non hanno investito abbastanza in traduttori, da quanto si vede qui.

E a proposito di Russia, che ha sorpreso fin dalla prima partita: appena le telecamere si sono soffermate su Cherchesov, ci siamo detti “dove l’abbiamo già visto?”. Ci è voluto Paolo Condò per farcelo ricordare. Ma certo!

Due squadre che ci hanno sorpreso nei gironi: Senegal e Giappone. La sfida tra le due è stata piuttosto divertente, anche se arricchito da qualche errore di troppo, soprattutto parlando di portieri. Qui, invece, c’è un fuorigioco fatto perfettamente dalla linea degli asiatici.

Rimanendo in campo: quelle cose più belle di un gol, ovvero il passaggio di James Rodríguez per Cuadrado contro la Polonia, partita decisiva per il cammino della Colombia agli ottavi.

E cose sceme come i meme di Alisson che esplode cercando di far scoppiare un pallone gonfiabile.

Ah, i gol: la prima trivela Mondiale di Quaresma, giocatore molto spesso sottovalutato in Italia, che ha fatto un super gol in una partita che si stava complicando molto, per il Portogallo.

E, verso la fine dei gironi, anche il fondamentale gol di Rojo contro la Nigeria, che ha di fatto qualificato l’Argentina agli ottavi. Storico, epico: ancora più epico con la musica del Titanic come sottofondo.

E perché non mettere un sottofondo come la musica di DuckTales all’allenamento del Senegal. Molto bene.

Sempre a proposito di Senegal: l’esultanza di Aliou Cissé è la migliore del Mondiale, almeno tra gli allenatori.

Ecco, il problema di aver dovuto dire addio così presto alla Spagna è stato soprattutto dover salutare Isco, che stava facendo un grande Mondiale. Qui, ad esempio, salva un uccellino, cosa ben più importante di un assist.

Forse si è parlato troppo poco di Mertens, contro Panama, che prova a fare Van Basten.

È stato anche il Mondiale in cui ha debuttato il Var. È andato tutto abbastanza bene, anche in finale. Nordin Ambrabat non era felicissimo, invece, in Spagna-Marocco: «Var is a bullshit!».

Mondiali: fratellanza, confini che cadono, popoli che si conoscono. Tipo la Corea del Sud, che ha sconfitto la Germania, e il Messico, avanzato agli ottavi proprio grazie a quel risultato a dir poco sorprendente. Qui Byoung-Jin Han, console generale del Messico per la Corea del Sud, diventa l’idolo di Città del Messico: «Coreano / hermano / ya eres mexicano!».

Batshuayi vince il premio come migliore esultanza del Mondiale. Punto.

Le belle storie, invece: El Hadary, a 45 anni, diventa il più vecchio giocatore a calpestare un campo dei Mondiali. Già che c’è, pensa sia anche il caso di parare un rigore.

Una delle cose preferite per cui, in redazione, ci siamo tutti guardati facendo “wow”: il taglio a S di Lukaku contro il Giappone.

E quella che probabilmente è la miglior parata del Mondiale: il giovane Jordan Pickford, contro la Colombia, anche se un minuto dopo ha subito gol.

Harry Maguire è diventato un meme per questa foto con la sua compagna, dopo aver segnato il gol che ha permesso all’Inghilterra di battere la Svezia e andare in semifinale contro la Croazia. Ha deciso che poteva anche scriversi da solo la caption. Gli è venuta bene.

Torniamo alla Russia, che contro la Croazia avrà anche perso, ma questo vince il premio come gol forse non più bello, ma più inaspettato e pazzo del Mondiale: Cheryshyev, chissà se almeno lui sa come.

Flash-forward alla finale, dopo due semifinali combattute e forse non troppo spettacolari. Anzi, flash-forward al post-finale, alla conferenza stampa di Didier Deschamps, come da tradizione interrotta dai giocatori della Francia, giusto un po’ entusiasti, giustamente stretti intorno a un allenatore che in molti hanno criticato per il gioco espresso, ma che è stato un grande regista (scrivevamo qui) capace di dirigere una squadra solida, capace di mettere in difficoltà ogni avversario, e di far venir fuori, tatticamente, il meglio dai suoi interpreti.