Pedro, il terzo uomo

Quanto può crescere lo spagnolo nel sistema di Sarri.

«Pedro è un grande giocatore. Lui, Hazard, Moses, Willian, tutti nella stessa posizione. Sono veramente fortunato»: sono parole di Maurizio Sarri al termine della gara vinta per 2-0 sul Bournemouth, gara che proprio un numero decisivo dello spagnolo aveva indirizzato sui binari giusti. In stagione Pedro è il giocatore con più reti in maglia Blues, sono tre in quattro gare, e la sua importanza nei meccanismi del tecnico ex Napoli sono subito stati evidenti. Sarri ha aggiunto che «Pedro ha giocato le prime tre partite, ma sabato ho pensato che fosse meglio giocare con Willian dall’inizio, ma alla fine penso di essere fortunato perché se un allenatore può scegliere Pedro o Willian è un allenatore fortunato».

Pedro è il tipo di giocatore che può facilmente prosperare in un sistema codificato come quello del tecnico ex Napoli. Si potrebbe pensare ad esempio a quanto fatto con Dries Mertens, trasformato da Sarri un centravanti atipico e prolifico. Dopo una prima stagione da 13 gol e 12 assist, Mertens è diventato il sostituto perfetto di Higuaín. Nel Chelsea dove 10 posizioni su 11 sono ormai certe e assegnate, rimane un solo spot in cui rimane da decidere che occuperà stabilmente la posizione di esterno destro d’attacco. A giocarsi il posto sono Pedro e Willian, due giocatori dalle caratteristiche differenti e dal diverso approccio al ruolo.

La rete di Pedro che ha sbloccato la gara contro il Bournemouth

Pedro sembra aver conquistato un piccolo vantaggio grazie alla capacità di attaccare la profondità e di vedere la porta. Da parte sua lo spagnolo non ha esitato a paragonare Sarri a Guardiola: «È presto ma lavorare con Sarri è molto motivante. È davvero bravo e onesto. Lo conoscevo per quello che ha fatto a Napoli, è un allenatore con ottime idee. È un allenatore che parla molto, ci martella con le sue idee in campo. Lui e Guardiola sono simili, per intensità e mentalità. Questo è un bene. La cosa più importante è fare in modo che le idee dell’allenatore ci rimangano in testa il più velocemente possibile».

E gli effetti della Sarri ball sul Chelsea si sono già visti nelle prime giornate di Premier: Chelsea primo insieme al City di Guardiola e alla sorpresa Watford. Contro il Bournemouth, nell’ultima gara interna dei Blues, Sarri ha usato Pedro come grimaldello utile a scardinare le resistenze dei Cherries, una volta calata l’intensità del pressing orientato sull’uomo da parte della squadra di Howe. Nonostante quasi il 73% di possesso palla, i Blues hanno faticato fino al 72′ a trovare spazi in cui inserirsi e soltanto un numero dello spagnolo, dopo un bello scambio con Giroud, ha aiutato il Chelsea a tenere viva la corsa verso la vetta della Premier.

In questo panorama lo spagnolo sembra essere il giocatore ideale per il calcio di Sarri, un esterno bravo nella gestione del pallone, rapido di pensiero e nell’associarsi ai compagni e con una buona predisposizione alla finalizzazione. Nella sua miglior stagione con Pep Guardiola, al Barcellona nel 2010/11, Pedro ha collezionato 22 gol e 12 assist. Il tutto grazie a uno stile che, pur con le sue differenze, aveva tratti simili al calcio proposto da Sarri. E ora che il sistema dei Blues è differente da quanto proposto nelle due precedenti stagioni, lo spagnolo potrebbe trarre nuova linfa dalle indicazioni del tecnico italiano, tornando a prosperare. Le statistiche dell’ex Barcellona ad oggi recitano 3 reti in 265 minuti, 2,8 tiri in porta di media, il 91,5% di precisione nei passaggi, 1,3 passaggi chiave e 1,8 dribbling di media a partita. La sua centralità è velata, quasi impercettibile a tratti, ma impossibile da negare quando attacca gli spazi alle spalle dell’esterno sinistro avversario.

Nel calcio del tempo e dello spazio messo in campo da Sarri Pedro è un ricercatore dei luoghi giusti in cui liberare la propria corsa. Come detto, molto della stagione dello spagnolo passerà dall’alternanza tra lui e Willian sulla fascia destra. I due giocatori interpretano in maniera diversa il ruolo di esterno destro. Il brasiliano ama ricevere il pallone sui piedi, abbassandosi e portando via un avversario. Rimane spesso nel corridoio centrale, oppure corre con il pallone alle spalle della difesa avversaria. Un gioco che ricorda per certi versi i movimenti che ama effettuare anche Hazard. Sarri preferisce giocare con un esterno offensivo che si abbassa per ricevere il pallone per poi ribaltare il campo sull’altro esterno, dove un giocatore maggiormente verticale attacca lo spazio alle spalle del difensore. Oppure, come visto nelle prime giornate al Chelsea, dopo un rapido palleggio avanti/indietro tra David Luiz e Morata, il pallone arriva a Jorginho che libera la corsa di un terzo uomo.

Il concetto di Third Man running spiegato

È qui che Pedro entra in gioco, la sua capacità di effettuare corse con il tempo giusto lo rende perfetto per il sistema sarriano e per il concetto del “third man running” già visto in passato proprio a Barcellona. Dopo una serie di passaggi stretti per uscire dalla pressione avversaria e aprire spazi da attaccare, il terzo uomo attacca lo spazio creatosi. Spesso il third man runner è proprio lo spagnolo, che si trova così in posizione perfetta per calciare a rete dopo aver superato la difesa avversaria. La stagione di Pedro e del Chelsea è appena cominciata, ma è facile immaginare che molto passerà dalla reciproca capacità di adattamento, con lo spagnolo finalmente pronto a uscire dall’ombra per diventare il protagonista che troppo poco è stato in passato.