Tre cose sulla sesta giornata di Serie A

Gli attaccanti del Napoli, il filotto della Lazio e il ritorno di Dybala.

Il nuovo attacco del Napoli

Nella classifica marcatori, alle spalle del sorprendente Piatek, c’è Lorenzo Insigne. Quattro reti consecutive, l’ultima al Parma ieri, cinque in sei partite sono un bottino cospicuo quanto inusuale per il talento di Frattamaggiore che oggi sembra un mix tra Pippo Inzaghi e Antonio Di Natale – ma che solo due volte è andato in doppia cifra nella sua carriera in A. La nuova vena da bomber di Insigne è il frutto più evidente di un grande lavoro che Ancelotti sta facendo sulle sue punte, a cui ha affidato posizioni e compiti molto diversi da quelli del suo predecessore Sarri. Anzitutto il tecnico emiliano ha abolito il dogma del 4-3-3 e scelto un modulo con due folte linee di quattro che a seconda degli interpreti può diventare un classico 4-4-2 o un 4-2-3-1. Il più sacrificato degli attaccanti partenopei sembra essere Callejón, a cui viene chiesto di coprire ora tutta la fascia destra, di fatto allontanandolo dalla porta e rendendo i suoi famigerati tagli un retaggio del passato. Gli altri però stanno tutti beneficiando di questa nuova disposizione. Insigne anzitutto che, liberato dalle incombenze difensive e dal dover inseguire i terzini avversari quando spingono, gioca da punta e può svariare su tutto il fronte offensivo. I numeri testimoniano il nuovo lavoro che fa Insigne: dei suoi cinque tiri a partita ora circa tre sono nell’area piccola, mentre i dribbling tentati (1,5 ogni match) e le palle perse (1,7) sono in netto calo. Il numero 24 è molto più presente sotto porta, poi le sue grandi doti tecniche fanno il resto; in tutti i gol di quest’annata Lorenzo si dimostra sempre lesto e scaltro in area di rigore e con la solita abilità nel fondamentale dello stop con cui toglie un tempo per intervenire ai difensori.

Anche Milik, spesso preferito a un Mertens ancora in ripresa dopo le fatiche mondiali con il Belgio, sta disputando un ottimo inizio di campionato, come dimostrano i suoi tre gol. La sua intesa con Insigne è uno dei punti forti di questo Napoli come dimostrano gli assist che l’uno fornisce all’altro e viceversa. Non si tratta però solo di ottimi momenti per gli attaccanti napoletani, quanto anche di movimenti diversi e che stanno iniziando a funzionare alla perfezione. Nella partita con il Torino, per esempio, la costanza con cui Mertens e Insigne dal centro si allargavano sugli esterni per portare via i difensori e far inserire i centrocampisti è stata decisiva e ha portato alla rete di Simone Verdi.

La rete di Insigne al Parma

La Lazio è ripartita

Dopo la sconfitta iniziale subita dal Napoli in casa e quella sul campo della Juventus, la Lazio ha vinto la quarta gara (cinque se consideriamo anche la Coppa) di fila battendo l’Udinese in Friuli. La banda Inzaghi arriva così al terzo posto in classifica, esattamente dietro alle due squadre più in forma del campionato, mettendosi lì a disturbare i sonni tranquilli di un’altra lotta a due per l’ennesimo anno di fila. È vero che la Lazio ha costruito la sua striscia su vittorie contro squadre di non primissima fascia, ma ha mostrato di avere al proprio servizio una cooperativa variegata del gol, in cui ogni calciatore presenta un plus differente. Al fianco del solito Ciro Immobile, si sono confermati i vari Milinkovic-Savic e Luis Alberto, a cui si sono aggiunte le prestazioni positive dei subentranti Caicedo e Correa. Acerbi ha trovato la via della rete oltre ad aver dimostrato di sapere come fare per non far rimpiangere de Vrij, e arrivando al derby con i rapporti di forza che sembrano spostare la lancetta delle preferenze verso in biancazzurri. La Lazio è sempre più una certezza, una squadra ben amalgamata in cui ognuno conosce con precisione il proprio compito, un concentrato di verticalità e rapidità d’esecuzione. Che sia di manovra o sfruttando gli inserimenti dei propri giocatori più fisici, la Lazio ha al proprio arco diverse frecce per arrivare in rete. Detto della qualità di Acerbi, andrebbe sottolineata ancora una volta la qualità di un giocatore come Lucas Leiva, praticamente perfetto quando chiamato in causa, la possibilità di alternarlo a Badelj e l’ottima tenuta del trio difensivo. Contro l’Udinese si è vista una Lazio in controllo e capace di inclinare il campo a proprio piacimento, nonostante i cambi e il turnover.

Il magico assolo di Correa

È tornato Dybala

Allegri ci ha ormai abituato a una gestione dei suoi giocatori, campioni o giovani promesse che siano, in cui non mancano né il bastone né la carota. La sua relazione con Dybala soprattutto è una delle più chiacchierate. L’argentino ha finora giocato sotto le sue possibilità, sembrando a tratti quasi fuori dal progetto tecnico bianconero. Ieri però nella sfida senza storia con il Bologna il dieci bianconero si è ripreso la scena. Una prestazione da leader, le solite giocate di classe e una rete in acrobazia e di destro, la prima di quest’anno, che lasciano ben sperare i tifosi della Juve, ansiosi di ritrovare il vero Dybala. Paulo è stato anche favorito dal 3-5-2 scelto da Allegri che gli ha permesso di giocare in una posizione più centrale, di fianco a Cristiano e non confinato sull’esterno. «Penso che il gol mi può ridare la fiducia che ho sempre avuto. Ho sempre lavorato per partite così, per dare il mio meglio alla squadra. Credo di non aver fatto brutte partite, ma il livello è alto e anche i tifosi vogliono sempre di più», ha detto a caldo.

Il gol della Joya