Cosa succede al processo di Ronaldo a Madrid

Il portoghese è accusato di frode fiscale.

Nemmeno il tempo di smaltire la delusione del rigore fallito contro il Chievo: Cristiano Ronaldo è volato a Madrid, per un’udienza in tribunale dove è in corso il processo a suo carico. Il portoghese è accusato di frode fiscale per 14,7 milioni di euro, negli anni – tra il 2011 e il 2014 – in cui CR7 giocava nel Real Madrid. L’accusa sostiene che l’attaccante oggi alla Juventus avrebbe dirottato, tramite cessioni fittizie, i ricavi relativi ai diritti di immagine in compagnie con base in paradisi fiscali, per evitare la tassazione spagnola.

Al suo arrivo in tribunale, Ronaldo è apparso sorridente di fronte alla numerosa folla di giornalisti (circa 150) radunatasi per l’occasione: il giudice ha negato allo juventino la possibilità di accedere al tribunale in automobile, per evitare i media. «Sto perfettamente», ha detto il giocatore a chi gli chiedeva come si sentisse.

Gli avvocati di Ronaldo hanno negato con forza ogni accusa di frode fiscale, limitandosi a evidenziare un malinteso nel pagamento dovuto delle imposte. Il calciatore, in accordo con i suoi legali, ha deciso di patteggiare: dovrà versare al fisco spagnolo circa 18,8 milioni di euro, oltre alla reclusione di due anni che saranno commutati in un pagamento di 400.000 euro (la legge penale spagnola prevede la sospensione della pena detentiva per gli incensurati condannati entro il perimetro dei due anni di reclusione). L’accordo è stato preparato lo scorso giugno e presentato in quest’udienza che vede anche la presenza del portoghese. Il verdetto del giudice è atteso nei prossimi giorni.

Cristiano non è l’unica superstar calcistica ad aver avuto problemi con il fisco spagnolo. Nella stessa giornata, anche il suo ex compagno di squadra Xabi Alonso ha presenziato in tribunale per lo stesso motivo (ma per una cifra più ridotta: circa 2 milioni di euro). Tra gli altri giocatori, simili vicende sono toccate a Messi, che ha pagato 5 milioni di euro, Neymar e Marcelo. Al centro delle accuse, il comune filo conduttore, il mancato pagamento delle imposte sui diritti di immagine.