A Tokyo 2020 ci saranno problemi con le svastiche

In Giappone ce ne sono molte, ma hanno un altro significato.

Se nel mondo occidentale la svastica è un simbolo associato al nazismo e ai suoi crimini, in Giappone e in altri Paesi buddisti o induisti il simbolo (dritto, non semi-rovesciato come dalle nostre parti) rimanda alla prosperità e alla buona sorte. Non soltanto è presente in molti edifici e templi (in giapponese manji), ma è anche usata sulle mappe per indicare i luoghi di culto buddisti. Questa differenza ha aperto un dibattito in Giappone, specialmente in vista dei due grandi eventi sportivi che il paese del sol levante si prepara a ospitare: i Mondiali di rugby di quest’anno e soprattutto le Olimpiadi del 2020.

Le svastiche indicano i templi nelle mappe del Giappone

Nel 2016 la Geospatial information authority ha proposto di rimpiazzare la svastica sulle mappe in lingua straniera con una pagoda a tre piani. A favore di questa modifica è stata fatta anche una petizione su Change.org e in molti si sono attivati sui social per rimuovere il simbolo, per non creare incomprensioni in atleti e tifosi occidentali che in questi due anni affolleranno il Giappone. In ogni caso, sulle mappe in giapponese rimarrebbe la “svastica”, oltre che sugli edifici: non si parla infatti di togliere dai templi un simbolo dal significato totalmente opposto a quello che ha assunto dall’avvento di Hilter in poi. Anche per questo, figure come il reverendo Sensai T. Kenjitsu Nakagaki, presidente del Buddhist council of New York, hanno sottolineato l’importanza che il governo giapponese educhi gli stranieri alla comprensione del simbolo: «Parlando logicamente, non è giusto che l’Occidente si appropri del simbolo, lo profani e poi proibisca all’Oriente di usarlo» ha detto Nakagaki a The Outline.

Foto presa da Flickr