Solskjaer ha reso il Manchester United invincibile

Ha completamente ribaltato la stagione dei Red Devils.

Prima ancora degli strabilianti risultati ottenuti da Ole Gunnar Solskjaer sulla panchina del Manchester United (ben 8 vittorie di fila), è l’approccio positivo dei giocatori che evidenzia quanti questi si sentano più dentro il progetto dopo il cambio di gestione tecnica. Se Rashford si è limitato a dire che «Solskjaer ci chiede una migliore gestione del possesso», altri sono stati più decisi con riferimenti non troppo velati a Mourinho. Shaw, per esempio ha dichiarato: «Credo che anche dall’esterno si possa vedere quanto siano cambiate le cose nell’arco di un così breve tempo. Solskjaer è un manager positivo, consapevole di cosa serve a questo club e di cosa desiderano i tifosi. Con lui pratichiamo un calcio offensivo e noi questo lo apprezziamo molto». Insomma, un gruppo esaltato dal nuovo approccio calcistico del norvegese, con un ambiente che sembra possedere una serenità interna – che poi era l’icona principale della gestione Ferguson – che a Manchester sponda United non si respirava da parecchio tempo.

La mobilità di Rashford

Quella di Mourinho era una squadra senza un vero attacco posizionale, non interessata al consolidamento del possesso e che anzi cercava l’immediata verticalizzazione per un Lukaku che, nella speranza che prevalesse fisicamente, aveva il compito di premiare l’inserimento dei compagni.

Questo United – a cui Solskjaer ha già trovato un undici base visto che viene sempre proposto il 4-3-3 con quasi gli stessi interpreti – ha invece un approccio diverso. Già a partire da un Matic che si abbassa in aiuto tra i centrali, si vede una squadra che cerca di risalire palleggiando con un elevato movimento senza palla nel tentativo di creare linee pulite di passaggio. Se prima ci si buttava subito dentro aggredendo la profondità, oggi i giocatori vengono incontro al portatore attirando su di sé avversari nel tentativo di creare spazi alle loro spalle.

Il movimento a venire incontro dei giocatori Red Devils fa “staccare” i difensori del Bournemouth, Martial (l’ala sinistra) può quindi aggredire la profondità

Non è un caso che una delle principali mosse di Solskjaer sia stata quella di far sedere Lukaku in panchina schierando Rashford come prima punta titolare. Rispetto al belga, l’inglese ha un set di movimenti – oltre che di capacità tecniche – sensibilmente superiore. Oltre che venire incontro tra le linee, svaria su tutto il fronte d’attacco, allunga le difese, salta l’uomo e si associa coi giocatori tecnici vicino a lui. Il gol di Pogba contro l’Huddersfield ne è un esempio: Rashford si trova defilato  a destra in una posizione piuttosto arretrata, forma un triangolo con Mata e Herrera e il loro dialogo di pregevole fattura consente allo United di andare al cross.

Anche con Rashford “a uscire”, l’area viene ben riempita da Lindgard e Pogba

Oltre all’inglese (5 gol segnati dal cambio di allenatore), in generale sono tutti i giocatori di estro che con Solskjaer sembrano più messi nelle condizioni di incidere, come per esempio Lingard e Martial (ossia, quelli che quasi sempre sono i compagni di Rashford nel 4-3-3). Rispetto a Mourinho, viene data una gigantesca libertà che a seconda del contesto consente loro di ricoprire praticamente qualsiasi posizione del fronte offensivo. Il movimento senza palla di Lingard – soprattutto per vie centrali – consente di creare parecchi spazi, mentre Martial non riceve più solo in posizione defilata, ma svaria sia in ampiezza che per vie interne. Con Mourinho il francese soffriva molto il dover agire in zone eccessivamente specifiche del campo, oggi invece l’ex Monaco ha la libertà di scegliere dove collocarsi.

Fin dalla prima partita contro il Cardiff, si è vista una coesione nel palleggio oltre ogni più rosea aspettativa, nel tentativo di creare spazio sembrava che ognuno capisse alla perfezione i propri compiti e quale sarebbe stato il movimento del compagno. A volte questa libertà e ricerca del fraseggio sullo stretto si traducono in corridoi centrali intasati, caratterizzati da giocatori vicinissimi tra loro nella stessa zona del campo. Un esempio ce lo dà il (bellissimo) gol di Martial contro il Cardiff, con tutti i giocatori offensivi stretti quasi in un fazzoletto di terra.

Tutti i giocatori offensivi strettissimi tra loro. Da notare sia la posizione bloccata di Herrera per proteggere Matic, sia Martial che dà una teorica posizione di ala sinistra va a finire sul centro destra

La trasformazione di Pogba

Il principale simbolo di questo nuovo Manchester United è però senza alcun dubbio un rinato Paul Pogba, prima costantemente messo in discussione da tutto l’ambiente (Paul Scholes si era espresso duramente su di lui) e in continua crisi di rapporti con Mourinho, il quale lo aveva addirittura definito un virus. Solskjaer ha scelto di utilizzare l’ex Juventus in modo opposto rispetto a prima, sfruttandolo le sue qualità quasi unicamente nell’ultimo terzo di campo. Nel tridente in mediana con Matic ed Herrera, l’ex Chelsea funge da schermo mentre il basco, a seconda della circostanza, si inserisce nell’half-space di destra o rimane più bloccato vicino a Matic. Chi resta continuamente alto è Pogba, le cui ricezioni tra le linee aumentano a dismisura sia la rifinitura che la pericolosità del Manchester. Il francese sembra parecchio esaltato da questo ruolo creativo, con una nuova incisività sia nella conclusione che nell’assistenza. La gara contro il Bournemouth esprime bene questa nuova verve del numero 6: 86 passaggi completati, 5 tiri, 3 passaggi chiave, 4 dribbling riusciti e 2 gol.

Primo gol contro il Bournemouth. Rashford fa uno dei suoi soliti movimenti lontani dalla porta salta due uomini e, dopo un doppio dribbling, trova Pogba come principale riferimento offensivo al centro dell’area

Il nuovo tecnico ha messo Pogba al centro del progetto e il francese sta apprezzando la fiducia e la responsabilità che ora si sente addosso, trovandosi finalmente in un contesto idoneo: «Con lui il nostro modo di giocare è diverso. Direi che siamo più offensivi, creiamo più opportunità. Cerchiamo di attaccare, è questo quello che ci chiede il nostro allenatore ed è quello che facciamo sul campo».

Flessibilità tattica

Se quindi la gestione del possesso è una vera e propria rivoluzione rispetto ai princìpi di gioco di Mourinho, un’altra sorpresa della gestione Solskjaer la si trova nella capacità di saper adottare più spartiti e impostare con successo anche match maggiormente difensivi, dove il pallone ce l’hanno soprattutto gli avversari.

Questo è il caso della trasferta di Wembley contro il Tottenham: se è vero che per la (pesantissima) vittoria degli ospiti è stata decisiva una prestazione superba da parte di De Gea, l’interpretazione dei Red Devils ha comunque consentito di sfruttare le enormi lacune del rombo Spurs in transizione negativa, soprattutto a causa della posizione altissima dei terzini rivali. Come ammesso da Pogba nel post gara, lo United aveva passato la settimana a esercitarsi su come attaccare sul lato debole in ripartenza, sfruttando questo mismatch in particolare. E infatti, il gol della vittoria di Rashford – con assist pazzesco dello stesso Pogba – è arrivato in questo modo. Per tutta la partita, anche a possesso consolidato del Tottenham, uno o due attaccanti del Manchester sono rimasti alti per aggredire quello spazio.

Entrambi i terzini Spurs altissimi. Lingard intercetta un passaggio sbagliato da Trippier, successivamente lo strepitoso lancio di Pogba premia il movimento di un Rashford che si trova solo Vertonghen in aggressione

Se finora tatticamente il lavoro di Solskjaer sta rasentando la perfezione, qualche dubbio in prospettiva arriva sulla gestione della rosa. L’allenatore norvegese, soprattutto dal centrocampo in avanti, sta dando fiducia in ogni partita quasi agli stessi giocatori, tenendo ai margini pedine che – oltre ad avere un valore assoluto elevato – rappresentano investimenti molto importanti da parte della società. Due esempi su tutti sono Fred e Lukaku (il belga è stato schierato titolare solo in FA Cup), mentre bisogna vedere come inserirà un Alexis Sánchez appena rientrato dopo problemi alla coscia.

Oltre a essere resuscitato in tutto e per tutto, oggi il Manchester United si trova ad appena 3 punti dal quarto posto e ha superato il quarto turno di FA Cup superando l’Arsenal all’Emirates. Non è un caso che tra tifosi e media ci sia già un ampio dibattito sulla possibile conferma di Solskjaer sulla panchina inglese. Di certo, a prescindere da quel che succederà, il tecnico norvegese sta salvando un’annata che pareva altamente compromessa. L’ottavo di Champions contro il PSG è molto più aperto di quanto potesse sembrare fino ad appena un mese fa.