La stagione stupefacente di Luka Jovic

L'attaccante serbo ha la media gol più alta nella storia della Bundesliga.

L’Eintracht Francoforte è una delle squadre più divertenti della Bundesliga. Il tecnico Hütter apprezza e predica il calcio offensivo, dopo aver vinto il titolo svizzero con lo Young Boys ha importato anche in Germania il suo stile sfrontato, difesa a tre e altrettanti attaccanti di ruolo sempre in campo. Evidentemente, questo approccio al gioco ha creato il contesto migliore per l’esplosione di Luka Jovic, centravanti serbo nato nel 1997. Alla seconda stagione in prestito in Germania (il cartellino appartiene ancora al Benfica), i numeri di Jovic sono eccezionali: 14 gol (più 4 assist) in 18 partite di Bundesliga, più di Lewandowski, Reus e Paco Alcácer, con un rapporto di una rete segnata ogni 97 minuti. Secondo i dati di Opta, si tratta della miglior media di sempre nella storia del massimo campionato tedesco – considerando la proiezione sui calciatori con più di 20 presenze.

Al di là dei dati avanzati, l’impatto di Jovic è assolutamente devastante. Ai gol segnati in campionato vanno infatti aggiunte le marcature in Europa League (5 in 6 partite del girone eliminatorio) e il record colto lo scorso 19 ottobre, quando la cinquina realizzata contro il Fortuna Düsseldorf lo ha reso il calciatore più giovane di sempre a realizzare più di quattro reti in una sola partita di Bundesliga. Jovic è andato a segno anche sabato scorso, nel match contro il Borussia Dortmund: cross dalla destra di Danny Da Costa e tocco ravvicinato in spaccata per battere il portiere Burki. Un saggio di lettura degli spazi in area e rapidità d’esecuzione.

Si tratta di un gol didascalico rispetto al gioco di Jovic, un centravanti classico, più efficace nella finalizzazione che nella costruzione del gioco offensivo. Non a caso, Hütter ha deciso di schierarlo insieme ad Haller e Rebic, ovvero una prima punta generosa e un esterno di movimento, due elementi perfetti per creare ed aprire spazi, per garantire le condizioni migliori agli inserimenti, ai tagli di Jovic. Il serbo sta rispondendo benissimo a questi stimoli tattici, è diventato un vero e proprio predatore dell’area di rigore, anche grazie ad un cambio di atteggiamenti e comportamenti rispetto all’esperienza al Benifca. In una recente intervista, ha dichiarato che il suo periodo in Portogallo è stato caratterizzato dall’indolenza: «Ero un giocatore poco professionale, ho commesso molti errori, non ero pronto a livello mentale». Ora le cose sono cambiate, Jovic è uno dei prospetti più brillanti della sua generazione, il suo prossimo step sarà cercare di migliorare il gioco lontano dalla porta, ancora troppo elementare rispetto alle qualità puramente realizzative. È quello che gli manca per poter aspirare alla maglia di quei top club che hanno già iniziato ad interessarsi a lui, ma a 21 anni compiuti da poco (il 23 dicembre scorso) c’è ancora tutto il tempo per crescere. Le premesse sono incoraggianti, decisamente.

La cinquina di Jovic contro il Düsseldorf