Negli stadi britannici c’è un problema razzismo

L'86 per cento dei tifosi ha visto almeno un episodio di discriminazione.

Secondo un sondaggio di Sky Data, l’86 per cento di tifosi che frequentano gli stadi in Gran Bretagna è stata testimone di almeno un episodio razzista durante una partita. L’indagine, a cui hanno preso parte oltre mille persone, ha rivelato che un tifoso su tre è stato lui stesso vittima di discriminazione, una percentuale che si alza nettamente (71 per cento) quando l’individuo in questione ha un backround Bame (Black, Asian, and minority ethnic), in sostanza non è bianco. In tutto, il 93 per cento delle persone Bame ha visto almeno un episodio di razzismo in uno stadio britannico.

«Sono dispiaciuto da questa scoperta, ma non sorpreso», ha detto a Sky Sport News il ministro dello Sport Miriam Davies. «Purtroppo mi sembra che le persone abbiano ancora l’occasione di usare il calcio come valvola di sfogo per la loro intolleranza. Spero in un incontro con i club per discutere il problema».

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Dello stesso parere Bill Bush, director of Policy della Premier League: «È una tendenza preoccupante, ma vogliamo risolvere il problema. Il calcio dev’essere un modello positivo, non c’è posto per il razzismo». Un altro dato evidenziato dal sondaggio è quello delle denunce di questi episodi di discriminazione razziale: solo il 29 per cento tra i testimoni di razzismo ha denunciato il fatto e di questi il 74 per cento non pensa che sia stato fatto qualcosa in merito. In molti (31 per cento) non hanno denunciato l’accaduto proprio perché sicuri che non sarebbero stati presi provvedimenti, mentre il 29 per cento non sapeva come e a chi inviare una segnalazione. Londra sembra essere il posto più colpito: i dati del sondaggio mostrano come il 17 per cento dei tifosi sia stato testimone di episodi di razzismo in ogni singola partita vista in uno stadio della capitale (senza contare i fatti non denunciati).

 

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