El Shaarawy ha trovato la sua strada

È diventato un giocatore diverso, meno esplosivo ma più maturo.

È il 21 settembre 2011. Il Milan campione d’Italia va a caccia della prima vittoria casalinga in stagione, contro l’Udinese. Al 21esimo minuto si fa male Pato. Allegri sostituisce il brasiliano con il giovane Stephan El Shaarawy, che tre giorni prima ha esordito in maglia rossonera contro il Napoli – subentrando ad Alberto Aquilani. Nel secondo tempo il numero 92, diciannove anni ancora da compiere, controlla un passaggio filtrante di Cassano e batte Handanovic con un preciso rasoterra in diagonale. Seedorf e gli altri compagni cercano di abbracciarlo, lui si divincola, vuole mostrare alla Curva Sud il retro della sua maglia, come a dire “segnatevi questo nome”. Sembrano i primi passi di un nuovo campione a San Siro.

I rossoneri pareggeranno il match contro l’Udinese, perderanno il duello scudetto con la Juventus, mentreil giovane El Shaarawy esploderà solamente nell’annata successiva, in cui mostra giocate da fenomeno e realizza 19 gol in tutte le competizioni. È la stagione in cui illude un po’ tutti, la migliore della sua carriera. Almeno fino a oggi, perché il Faraone è diventato un punto fermo della Roma e sta tornando a giocare ad altissimi livelli dopo essere stato frenato, negli anni della possibile consacrazione, da molti problemi fisici. Nella stagione 2013/2014, per dire, ha giocato solo 6 partite a causa di una frattura al piede. In quella successiva, ne ha saltate più della metà, prima di dire addio al Milan e trasferirsi al Monaco (una parentesi durata solamente sei mesi).

Il primo gol in Serie A di Stephan El Shaarawy

El Shaarawy è il capocannoniere della Roma in Serie A, ha già segnato 8 gol, eguagliando a febbraio il suo record in maglia giallorossa. Nonostante la concorrenza nello slot di esterno offensivo (da Justin Kluivert a Cengiz Ünder) e l’esplosione di Nicolò Zaniolo, il numero 92 ha saltato solamente due partite di campionato per scelta tecnica. L’ex Milan avrebbe dovuto giocarsi il posto sulla fascia sinistra con il giovane Kluivert – acquistato per 17,25 milioni di euro dall’Ajax –, solo che l’alternanza ha finito per essere squilibrata: l’olandese ha giocato oltre 400 minuti in meno, soprattutto a causa dell’impatto tangibile di El Shaarawy sui risultati della Roma. Nelle ultime tre partite dei giallorossi, El Shaarawy è sempre stato decisivo in almeno una delle reti realizzate: gol contro il Chievo, rigore guadagnato contro il Bologna e assist per Dzeko a Frosinone per la rete del 2-3, durante i minuti di recupero. Oltre ad aver realizzato 8 reti, El Shaarawy conta 3 assist decisivi e fa segnare una media di 2 dribbling e 1,4 passaggi chiave ogni novanta minuti. Negli ultimi quattro match in cui non è stato convocato (a dicembre, per un infortunio muscolare) la Roma ha raccolto solo quattro punti. Tornato dallo stop, ha iniziato benissimo il nuovo anno: gol e assist al Torino,  ancora gol all’Atalanta, poi un mese di febbraio molto positivo. «È in un momento di grande forma, spero possa continuare così» ha commentato Di Francesco dopo la vittoria contro il Frosinone.

Anche Roberto Mancini sembra d’accordo con il tecnico della Roma. A novembre, il ct della Nazionale ha detto: «Se El Shaarawy tiene questi standard di rendimento, torna in Nazionale». La nuova convocazione è arrivata puntuale pochi giorni fa, per uno stage a Coverciano. L’ultima partita in azzurro del Faraone risale al 13 novembre 2017, Italia-Svezia 0-0. Ora, però, un nuovo inizio sembra vicino. Difficile ignorare certi numeri, non a caso El Shaarawy è l’unico italiano insieme ad Acerbi nella top 11 Serie A di Opta. Secondo le statistiche, l’esterno della Roma ha fatto meglio di altri giocatori offensivi come Suso, Insigne, Perisic, persino di Cristiano Ronaldo. La scelta dei migliori giocatori è basata un algoritmo, quindi su dati grezzi, ma le buone prestazioni restano.

El Shaarawy esulta con De Rossi dopo il gol al Napoli del 28 ottobre

Oltre le fredde cifre, ci sono le sensazioni: a quasi 27 anni, El Shaarawy ha trovato la sua dimensione, sembra un calciatore e un uomo finalmente tranquillo. Gioca bene, è consapevole delle proprie qualità, aspira a essere un leader della Roma. Contro il Bologna lo scorso 18 febbraio il suo ingresso in campo ha dato una scossa tecnica e emotiva a una brutta partita dei giallorossi. A questo punto è lecito chiedersi: stiamo vedendo il miglior El Shaarawy possibile? I lampi di talento e i gol mostrati con il Milan nell’annata 2012/2013, prima degli infortuni in serie, restano il benchmark di riferimento. In quella stagione, soprattutto nella prima parte, tutti pensavano di aver trovato un nuovo fuoriclasse per il calcio italiano. Oggi El Shaarawy è un giocatore diverso, forse meno esplosivo ma più maturo, ha aggiunto molte dimensioni al suo gioco; è diventato un esterno completo, un elemento prezioso in tutte le fasi di gioco, è cresciuto in continuità, leadership, incidenza sulla partita e ha segnato gol importanti – quello a Napoli su tutti. Le imminenti sfide contro Lazio e Porto nel ritorno degli ottavi di Champions ci daranno altri indizi sulla possibile consacrazione definitiva di un giocatore che abbiamo atteso per molto tempo. 

Quando non ha più sentito la pressione di dover essere un campione, e la paura di sentirsi un eterno incompiuto, El Shaarawy è diventato un giocatore fondamentale. Il suo contratto con la Roma scade nel 2020, e lui sembra intenzionato a rinnovare: «Di sicuro voglio restare, qui mi trovo benissimo», anche se «non ho ancora parlato del rinnovo e non lo farò fino alla fine della stagione, penso prima a concentrarmi sul campionato e sulla Champions». Il ct della Nazionale Mancini lo osserva e, nonostante la concorrenza tra gli esterni offensivi sia forte, il numero 92 potrebbe essere uno dei calciatori attorno a cui costruire l’Italia del rilancio, un possibile leader del nuovo corso. Non chiederglielo apertamente, forse, è il modo migliore perché tutto questo possa avverarsi.

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