Tre cose sulla ventisettesima giornata di Serie A

La rivelazione di Kean, la forza del Milan, Belotti di nuovo trascinatore.

La notte di Moise Kean

Juventus-Udinese non era una partita dai significati importanti, l’incombente sfida con l’Atlético ha letteralmente cannibalizzato l’agenda setting nel mondo bianconero – complice anche l’enorme vantaggio in campionato. Poi, però, è arrivato Moise Kean: il giovane attaccante italo-ivoriano era l’attrazione della serata dello Stadium, al secondo match da titolare in stagione dopo quello di Coppa Italia contro il Bologna. Come al Dall’Ara, Kean ha segnato, il suo è una sorta di timbro inevitabile sul cartellino del gol: cross dalla sinistra di Alex Sandro e conclusione perfetta per battere il portiere avversario. Un gol da centravanti vero, lettura del gioco e coordinazione al tiro. Dopo è arrivato anche il raddoppio personale, con una giocata più tecnica, uno contro uno col marcatore diretto e poi tiro ad anticipare Musso sul suo palo, un tocco velenoso, un po’ di esterno e un po’ di punta. Infine, ecco il rigore procurato nella ripresa, dopo una grande progressione all’inseguimento del pallone e un fallo netto di Opuku. Nella partita di Kean c’è stato un po’ di tutto, o comunque gran parte delle cose che identificano una prima punta moderna. Allegri ha trovato un motivo per sorridere anche in una notte marginale in vista dell’Atlético, perché questo Moise Kean sembra un giocatore pronto a recitare un ruolo da protagonista, dopo la (buona) stagione in prestito al Verona e un anno di apprendistato a Torino, con Ronaldo e gli altri campioni della Juventus. Il futuro è suo, e Moise ha già iniziato a prenderselo.

Juventus-Udinese: gli highlights personali di Moise Kean

Il Milan e la continuità

Cinque vittorie consecutive, il terzo posto consolidato, un derby da preparare con un punto di vantaggio sull’Inter. In attesa di Roma-Empoli, il Milan  si riscopre come squadra favorita nella corsa alla qualificazione in Champions League. Questione di numeri e forma fisica, ma anche e soprattutto di sensazioni rispetto al gioco: i rossoneri sembrano aver trovato la quadratura perfetta del cerchio tattico, al punto che le piccole rotazioni varate da Gattuso contro il Chievo non hanno alterato il rendimento della squadra. In questo senso, il recupero e l’inserimento di Biglia (gran gol su punizione) nel nuovo sistema rappresentano un investimento per il futuro, perché il centrocampo si è arricchito, ora c’è anche un elemento di grande esperienza per far rifiatare Kessié e Bakayoko; lo stesso discorso vale per gli altri innesti, per Conti, Laxalt, Castillejo, pedine importanti in vista del finale di stagione. Difficile pensare ad una situazione migliore per il Milan, anche in virtù di quanto avvenuto al Bentegodi: partita non brillantissima degli uomini di Gattuso, eppure sono arrivati tre punti fondamentali per la classifica, per il morale, che alimentano  la serie di risultati positivi – e la fresca leggenda di Piatek, realizzatore implacabile. Di solito certe vittorie sono un segnale rispetto alla forza di una squadra, probabilmente questa continuità di risultati era proprio ciò che mancava ai rossoneri perché potessero ambire alle posizioni di testa.

Chievo-Milan 1-2

Belotti è tornato decisivo

Dopo 599 minuti, a Frosinone è caduta l’imbattibilità di Salvatore Sirigu, trafitto dal colpo di testa di Paganini. Ma le brutte notizie per il Toro finiscono qui: la doppietta di Belotti porta in dote altri tre punti, che per i granata vogliono dire settimo risultato utile consecutivo e una classifica dal sapore europeo. «Belotti è un vero leader, una garanzia», ha detto Mazzarri del suo capitano. Che in un momento potenzialmente critico – il Toro sotto di un gol, situazione inusitata nel felice periodo granata – ha risolto il match con due gol in perfetto stile Belotti: fisicità e caparbietà. Prima con un colpo di testa rabbioso e potente sugli sviluppi di un calcio d’angolo, poi con una bella girata in area, facendo perno sull’avversario per prendere posizione. Con questa doppietta, il Gallo è arrivato a dieci gol in Serie A, in doppia cifra per il quarto campionato di fila: ha pareggiato il conto di reti dello scorso anno, vissuto tra più ombre che luci. Gol che restituiscono la dimensione di un Belotti tornato finalmente trascinatore: le ultime sei sono valse nove punti al Torino, e Mazzarri, come una fetta sempre più consistente degli appassionati, ne riavanza la candidatura in chiave azzurra.

I gol di Belotti a Frosinone