Il Fulham è retrocesso nonostante 112 milioni spesi sul mercato

Il fallimento di un progetto ambizioso ma improvvisato.

Al termine della sessione del calciomercato estivo 2018, il Fulham poteva essere considerato come una delle squadre più hipster d’Europa. Il presidente Shahid Khan, proprietario anche dei Jacksonville Jaguars (franchigia Nfl), aveva deciso di investire in una massiccia campagna di rafforzamento sul mercato: 112 milioni per giocatori di alto livello, per esempio il regista del Nizza Jean Michaël Seri, il campione del mondo Schürrle, il 23enne Anguissa del Marsiglia. Evidentemente, l’idea era quella di aumentare la qualità media della squadra, il tecnico Jokanovic era riuscito a riportare i Cottagers in Premier – quattro anni dopo la retrocessione – puntando forte su un sistema di gioco sofisticato, moderno, che si era rivelato perfetto per esaltare le individualità di Mitrovic (anche lui riscattato a inizio stagione), Sessegnon, Kamara. L’equazione era apparentemente scontata: se inserisco giocatori più forti in un contesto già funzionante, il miglioramento sarà inevitabile.

L’impatto con la realtà è stato decisamente più duro: il Fulham che aveva incantato in Championship era stato rivoluzionato, e i giocatori del nuovo corso non sono riusciti a sintonizzarsi con le idee di Jokanovic. Fin dall’inizio dell’anno, i Cottagers sono apparsi lontani da una reale definizione di squadra, i meccanismi puntuali della stagione precedenti erano spariti e l’alta competitività della Premier ha fatto il resto. Cinque punti nelle prime sei partite, poi un ciclo di sei sconfitte consecutive: un ruolino che ha portato all’esonero di Jokanovic e all’arrivo di Ranieri, una scelta in assoluta controtendenza tattica, che in qualche modo ha sottolineato la mancanza di coerenza progettuale da parte della dirigenza. Il tecnico romano ha provato a invertire la tendenza, trasformando il Fulham in una squadra più compatta, più solida (una delle prime frasi pronunciate dopo l’arrivo a Craven Cottage è stata: «Dobbiamo migliorare la fase difensiva»), ma la discontinuità con l’impostazione originaria non ha aiutato. Anche il mercato di gennaio non ha spportato grossi benefici, anche perché è stato fatto sulla stessa falsariga di quello estivo: sono arrivati Babel, Markovic e Nordtveit, giocatori riconoscibili ma lontani dalla loro migliore condizione, rivelatisi praticamente impalpabili nel contributo alla causa.

Fulham-Brighton 4-2: è l’ultima vittoria in Premier dei Cottagers, e risale al 29 gennaio scorso

L’addio di Ranieri e la scelta di promuovere Scott Parker come caretaker (traghettatore), poco più di un mese fa, sono da considerare come il segnale di resa definitiva. La matematica certezza della retrocessione è arrivata ieri sera, dopo la sconfitta col Watford, la nona consecutiva. Ora il Fulham ripartirà daccapo, la proprietà ha mostrato di non avere grande esperienza ma resta solida dal punto di vista economico. Più che altro, la stagione negativa dei Cottagers è un monito per tutti, chiarisce – una volta di più – come un progetto coerente dal punto di vista tecnico, tattico e finanziario sia assolutamente necessario per sopravvivere nel calcio ad altissimi livelli: l’improvvisazione non paga, anche se nel frattempo si procede a un grosso investimento sul mercato.