Tre cose sulla 34esima giornata di Serie A

La Roma di Ranieri, il successo meritato del Torino, cosa ci ha detto Inter-Juve.

Torino-Milan ha premiato la squadra migliore

Al momento del fischio finale di Torino-Milan, non ci sono stati dubbi: la squadra di Mazzarri ha meritato di vincere la partita, di prendersi il quinto posto momentaneo a un punto dalla Roma, in attesa di Atalanta-Udinese di questa sera. Le sensazioni della vigilia sono state confermate sul campo dello stadio Grande Torino: il Milan è in confusione, l’assetto trovato a cavallo tra il girone d’andata e quello di ritorno non è più efficace, e i continui cambiamenti operati da Gattuso (ieri sera Cutrone ha sostituito Piatek dal primo minuto, dopo la rivoluzione in Coppa Italia) hanno finito per alimentare le incertezze dei calciatori, aggrappati al solo Bakayoko. Dall’altra parte, il Torino ha vissuto e vive una situazione esattamente opposta: Mazzarri ha costruito un sistema di gioco parametrato sui giocatori a disposizione, ha addestrato i suoi uomini a giocare in una certa maniera, ieri Berenguer – nato e cresciuto come esterno offensivo – ha giocato una partita eccezionale da seconda punta, sublimata nello splendido gol del 2-0. In questo modo Mazzarri ha potuto ovviare all’assenza di Zaza, ha creato un’alternativa a Iago Falque (in panchina ieri sera), insomma ha messo a punto un contesto in cui tutti i suoi uomini sono a loro agio, a partire da Belotti, e quindi possono essere decisivi. Tra pochi giorni i granata affronteranno il derby, probabilmente l’esame migliore – perché duro da superare – per certificare la candidatura al quarto posto.

Inter-Juventus tra passato e futuro

Una partita divisa a metà, un tempo per i nerazzurri e uno per i bianconeri. Il pareggio del Meazza è un saggio breve sul campionato che sta volgendo al termine, ha mostrato come una squadra di buonissimo livello sia costretta giocare una delle migliori partite della sua stagione per poter andare in vantaggio contro la Juventus. Spalletti i suoi uomini hanno approcciato benissimo al match, schiacciando gli avversari e trovando un gol meritato con Nainggolan; poi hanno continuato a spingere per tutto il primo tempo, senza risparmiarsi, mostrando di possedere diverse alternative per risalire il campo. Eppure non è bastato, il raddoppio non è arrivato, allora è venuta fuori la Juve: la rosa di Allegri ha una quantità praticamente infinita di risorse, e poi c’è Ronaldo, che si accende e trova il bellissimo gol del pareggio nonostante il ritmo della sua squadra sia ancora in surplace. Ai bianconeri basta accelerare un po’ per affermare di nuovo una superiorità netta, evidente, nel secondo tempo di sabato sera si è vista una squadra in grado di rendersi pericolosa in ogni azione. È stato il leitmotiv di tutta la stagione: pur non incantando dal punto di vista estetico, la Juventus ha legittimato i suoi straordinari risultato con la forza d’urto del suo organico, come avviene da molti anni. L’Inter vista sabato ha mostrato come è possibile addomesticare i bianconeri, almeno per un tempo. Non può ancora bastare per contendergli davvero il primato, ma è un primo passo verso il futuro, un modo per iniziare a colmare il gap, quantomeno per provarci.

Ranieri ha preso il controllo della Roma

La Roma al quarto posto – momentaneo, in attesa di Udinese-Atalanta – è un piccolo capolavoro di Claudio Ranieri. Il tecnico giallorosso non si è inventato nulla, nessuna idea rivoluzionaria o visionaria, semplicemente ha cercato di mettere i suoi giocatori nelle migliori condizioni per esprimersi. Sta funzionando, eccome: al di là della striscia di risultati (11 punti nelle ultime 5 partite), la sensazione è che la Roma sia tornata a esprimere i suoi reali valori. Contro il Cagliari, per esempio, è toccato a Javier Pastore riprendersi la scena, l’argentino era stato mortificato da Di Francesco, o magari non era adatto al gioco dell’allenatore abruzzese, di certo non aveva reso per le sue possibilità. Anche Kluivert ha disegnato una prestazione positiva, il 3-0 contro i sardi si è concretizzato senza patemi, una vittoria quasi controculturale rispetto alla stagione in sofferenza vissuta finora. È la grande vittoria di Ranieri: nonostante fosse reduce da esperienze anonime o negative (Nantes e Fulham), l’allenatore romano è riuscito a prendere il controllo della sua nuova squadra, a rasserenare l’ambiente – dal punto di vista tattico ed emotivo. I risultati non sono altro che la naturale conseguenza di un momento gestito con realismo e buon senso, dopotutto la Roma è una squadra reduce da un terzo posto e una semifinale di Champions League, aveva cambiato molto in estate ma non si era indebolita al punto di finire fuori dalla lotta per il quarto posto. Serviva aria nuova, evidentemente serviva una persona come Ranieri per recuperare credibilità. Il prossimo passo è alimentare la continuità di risultati, si comincerà dalla difficile trasferta in casa del Genoa.

 

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