Cosa aspettarsi dalla 36esima giornata di Serie A

Cosa resta di Roma-Juve, tensione a Firenze, la corsa tra i cannonieri.

Cosa resta di Roma-Juventus

Roma-Juventus è diventata una classica del finale di stagione: nelle ultime cinque edizioni della Serie A, si è giocata tre volte oltre la 35esima giornata, e in tutte le occasioni i padroni di casa si giocavano la Champions contro i bianconeri già campioni d’Italia. La storia si ripete quest’anno, con gli stessi temi, solo un po’ annacquati dalla realtà: Ranieri è ancora in corsa per il quarto posto, però questa volta ci sono Atalanta e Milan di mezzo, anzi davanti in classifica; la squadra bianconera ha vinto il suo ottavo scudetto di fila, ma in realtà non ha mantenuto appieno le aspettative iniziali – soprattutto in Europa –, analisti e tifosi sono più concentrati sul futuro di Allegri e della panchina piuttosto che sui risultati del campo. E allora, cosa resta di questa partita? Ci sono le suggestioni storiche da big match, ci sono le motivazioni della Roma, ma c’è anche curiosità nei confronti della Juventus, rispetto alla reazione tecnica e dialettica di Allegri rispetto alle speculazioni intorno alla sua figura. Il campo, come al solito, darà le indicazioni migliori sullo stato dell’arte, sul futuro prossimo, su quello che sarà. Soprattutto per la Roma, che ha bisogno di punti, ma anche per la Juventus.

Roma-Juventus 3-1, stagione 2016/17: una partita molto simile a quella che si giocherà domenica all’Olimpico

Fiorentina-Milan ad alta tensione

Domani lo stadio Franchi di Firenze vivrà una serata ancora più carica di significati, di tensione, rispetto a quanto tutti potessero immaginarsi. Perché la squadra di casa vive una crisi di identità che sembra davvero profonda, che non è stata risolta dal ritorno di Montella in panchina, che in qualche modo si legge in una situazione di classifica assurda per i viola, ancora a rischio retrocessione – anche se gli 8 punti di vantaggio sull’Empoli, in realtà, sono un margine abbastanza ampio. E perché, di contro, la squadra di Gattuso vive un momento altrettanto complicato: la vittoria contro il Bologna ha tenuto viva la corsa-Champions con Atalanta e Roma, ma ha alimentato – piuttosto che smorzarli – conflitti emotivi e inquietudini per un finale di stagione lontano dalle aspettative. Con un occhio agli altri risultati (soprattutto quello di Atalanta-Genoa), Fiorentina-Milan sarà una partita di grandi tensioni, decisiva per iniziare a capire cosa sarà di due squadre che hanno saputo mostrare il meglio di se solo per alcuni segmenti della stagione, che cercano di riabilitarsi agli occhi del proprio pubblico, almeno in parte.

Nel match d’andata, la Fiorentina violò San Siro con un gol di Federico Chiesa

Lo sprint finale per decidere il capocannoniere

Luca Toni aveva 38 anni quando, nella stagione 2014/15, vinse la classifica capocannonieri con 22 gol (a pari merito con Icardi). Un record di “anzianità” difficile da battere; ma i 36 anni di Quagliarella, al momento top scorer della Serie A con 25 reti, sottolineano una volta di più la resistenza nel tempo di certi centravanti, per nulla indeboliti dal peso dell’età. E dire che, per l’attaccante della Sampdoria, la concorrenza non mancava di certo: in primis per l’arrivo in Italia di Cristiano Ronaldo – uno che in carriera ha vinto sette volte la classifica marcatori di Champions, tre quella della Liga e una quella della Premier –, che a tre giornate dal termine ha segnato 21 gol; e poi ci sono stati exploit inaspettati, vedere alle voci Piatek (21 reti) e Zapata (22). Saranno loro quattro a giocarsi, in questo finale di campionato, il titolo di miglior marcatore della Serie A 2018/19, e per tutti sarebbe la prima volta in carriera. Quagliarella spera di allungare nelle prossime due giornate, con la Sampdoria impegnata contro le peggiori difese del campionato: Empoli e Chievo. Chissà che non gli riesca di arrivare a quota 30 realizzazioni, un traguardo alla portata per il blucerchiato ma tradizionalmente per niente scontato: nelle ultime 12 stagioni di Serie A, è successo una sola volta, con Higuaín nel 2015/16. In caso di vittoria, Quagliarella diventerebbe il secondo capocannoniere più anziano nella storia della Serie A (e il terzo nella storia della Samp dopo Brighenti e Vialli), mettendosi alle spalle Hübner, Luís Vinício, Nordahl, Di Natale e Del Piero.

Uno dei gol più belli in stagione di Quagliarella, contro il Napoli