Il Carmen Bucarest si è preso la rivincita sulla Steaua dopo 72 anni

Le ha soffiato i playoff per la promozione nella terza divisione rumena.

La Steaua Bucarest è il club più titolato del calcio rumeno, ma ha anche una storia molto travagliata. Fondata dall’esercito nel 1947, per farle posto nel riorganizzato campionato di prima divisione fu soppresso il Carmen Bucarest, costituito nel 1937 grazie all’imprenditore Dumitru Mociornita, che scelse il nome Carmen in onore di sua moglie. La scelta di cancellare il Carmen non fu casuale, all’epoca: la squadra di Mociornita vinse un’amichevole contro la Dinamo Tbilisi, appartenente al campionato sovietico, nonostante le autorità rumene avessero “consigliato” di perdere la partita in modo da non scontentare il paese di riferimento del regime comunista –  il Regno di Romania divenne Repubblica Popolare di Romania proprio nel 1947. Dopo quella partita, Mociornita fu imprigionato perché «evidentemente fascista», e il club fu soppresso perché «covo reazionario» contro il governo.

Domenica 2 giugno, il Carmen ha consumato una rivincita attesa 72 anni. Nell’ultima partita di Regular Season della quarta divisione rumena, il club rossonero – ricostituito nel 2017 con il consenso degli eredi di Dumitru Mociornita – ha battuto proprio la Steaua Bucarest. La vittoria del Carmen (1-0) è arrivata in trasferta, a causa di un autogol di Robu, e ha certificato il sorpasso in testa alla classifica e la qualificazione del Carmen per i playoff che determineranno la promozione nel torneo di terza categoria. I tifosi della Steaua non hanno preso benissimo l’esito della partita: alcuni gruppi organizzati hanno invaso il campo e si sono scontrati con la polizia, inoltre hanno costretto i giocatori allenati da Marius Lacatus – ex calciatore di Fiorentina e Real Oviedo – a togliere e consegnargli le maglie da gioco.

La sintesi di Steaua-Carmen

La Steaua che ha fallito per il secondo anno la promozione in terza divisione è una delle due eredi della società che ha vinto la Coppa dei Campioni nella stagione 1985/86. Nel 1998 il controverso uomo d’affari e politico George Becali ha deciso di privatizzare il club, staccandolo dall’influenza governativa e dell’esercito, un provvedimento contestato dal ministero della Difesa. La disputa giudiziaria è stata molto lunga, e ha portato a una scissione nel 2014: da una parte la FCSB, che ha mantenuto il titolo sportivo e quindi ha proseguito la tradizione della Steaua in prima divisione e in Europa, anche secondo il parere delle istituzioni internazionali e della stessa Federcalcio rumena, senza però poter utilizzare nomi e simboli storici del club; dall’altra la CSA Steaua Bucarest, rifondata dall’esercito nel 2017, utilizzatrice del nome e del logo originali. La squadra che ieri ha perso contro il Carmen.