Il twitcher che vuole cambiare il modo in cui parliamo di calcio

Si chiama Iban Llanos, su Twitch è partito da League of Legends ed è arrivato alle partite in diretta e a intervistare Leo Messi o Kun Agüero. Con uno stile scanzonato e "da bar", che piace proprio per questo.

«Mbappé, Mbappé, Mbappé, tutti i giorni, tutto il giorno Mbappé. Non si sente altro, mi sarei scocciato». «Ti renderai conto che se fosse andato al Real Madrid sarebbe stata una cosa grossa». «È andato?». «No». È una conversazione tra amici, o comunque è una chiacchierata del tutto simile a quella che si avrebbe al bar, o in salotto, solo con momenti divertenti cercati e ricercati perché intanto c’è una telecamera che manda il video in diretta, lo stesso video che poi sarà reso disponibile su Youtube. Dei due amici, uno lo conoscono tutti: è Sergio Agüero detto Kun, nuovo attaccante del Barcellona. Il Kun ironizza sul fatto che, ai rivali del Real Madrid, sia rimasto il colpo in canna quest’estate. L’altro è Ibai Llanos, streamer 26enne che poco alla volta sta provando a cambiare lo schema del racconto del calcio live in Spagna. E nel mondo. Ibai è diventato amico di Agüero con i videogiochi e gli eSport. I due si sono incrociati virtualmente sui server di League of LegendsFifa e Among Us – lo stesso Kun ha un team di eSport, KRÜ – e hanno finito per consolidare l’amicizia sui loro canali Twitch.

Negli ultimi mesi Ibai è diventato una star del calcio reale, non solo di quello simulato alla PlayStation. Sul suo canale Tiwtch ha trasmesso la Copa América vinta dall’Argentina, poi anche l’esordio di Messi con il Paris Saint-Germain. Tutto in chiaro, accessibile a tutti, grazie all’appoggio di Kosmos, vale a dire la media company di proprietà di Gerard Piqué. Di conseguenza, la partita Reims-Psg non rimarrà nella storia soltanto come la prima di Messi in Ligue 1, ma anche la prima partita di un grande campionato europeo che in onda su Twitch, in un Paese straniero, perché i diritti di trasmissione sono stati venduti con questi criteri. O meglio: prima per andare su Twitch e poi, chissà, si vedrà come, sui canali televisivi tradizionali. Insomma, è stato un evento inedito per una gara di questo spessore.

Al fianco di Ibai Llanos, in un altro riquadro dello schermo c’erano giovani giornalisti come Fran Guillén, Álex de Llano e Miguel Quintana. È andata bene: Ibai ha fatto più di 2 milioni di spettatori in uno show che è sembrato spontaneo ma non grezzo. C’erano anche degli sponsor e del product placement, e poi tutti hanno vissuto un momento piuttosto cringe quando Miguel Quintana, incaricato di pubblicizzare la Pepsi, ha avuto un leggero lapsus e ha rischiato di confondere la Pepsi con la Coca-Cola. Fran Guillén, che era lì in studio, ha detto a Undici che «si è trattata di un’esperienza fantastica e rivoluzionaria per un giornalista abituato ai media tradizionali come me. Mi sono sentito privilegiato, ho potuto raccontare un momento storico per il nostro calcio e, inoltre, ho potuto farlo attraverso una piattaforma così innovativa».

Nonostante la portata di questo momento, l’estate di Ibai Llanos era già arrivata al suo picco qualche giorno prima. Lo streamer è stato l’unico spagnolo presente al Parco dei Principi di Parigi ad avere un’intervista esclusiva con Leo Messi nel giorno della sua presentazione come nuovo giocatore del Paris Sanint-Germain. I due hanno avuto una conversazione di cinque minuti seguita da oltre 317mila persone, ovviamente in diretta su Twitch. Solo che Ibai Llanos non è un giornalista e più volte ha ricordato che il suo mestiere non è informare, piuttosto intrattenere. Anche questo suo incontro – a dir poco privilegiato – con Messi ha avuto toni completamente diversi da quelli che avrebbe avuto se, al suo posto, ci fosse stato un qualsiasi giornalista. Ibai era stato a casa di Messi alla sua cena d’addio al Barcellona, lo aveva invitato e portato lì Agüero. E allora l’intervista è partita proprio da lì: «Mi hanno preso in giro in molti, dicono che ho mangiato tutto il catering. Secondo te ho mangiato troppo?».

Una scena quasi surreale: hai cinque minuti per parlare con il giocatore più forte del mondo in uno dei momenti più significativi degli ultimi dieci anni di calcio. E la prima domanda è sul catering. E per di più riguarda l’intervistatore, non l’intervistato. Un espediente da comedy show in seconda serata, ma valido per dare un’aura di intimità alla conversazione. Ibai, in pratica, ha scelto l’unico argomento che lo accomuna a Messi e che gli permette di dare alle battute successive il ritmo che preferisce. Una cosa che un giornalista non può fare, ovviamente. Così come non potrebbe chiedere a telecamere accese una maglia autografata al suo interlocutore.

In un’epoca in cui anche il giornalismo tradizionale si adatta ai nuovi mezzi di comunicazione, per esempio trasloca sulle Instagram Stories per raccontare i fatti da Kabul o dalla Conferenza sul clima dell’Onu, Ibai Llanos fa il percorso inverso: si trasferisce dalla sua piattaforma allo spazio del giornalismo tradizionale, continuando però a usare la sua personalissima cassetta degli attrezzi. Sembra quasi che non gli interessi parlare di calcio con l’uomo che gioca a calcio meglio di tutti, vuole solo costruire l’ambiente migliore per una conversazione pacifica. O forse sa che dalla prossima risposta di Messi non dipenderà il senso e il valore del suo lavoro al Parco dei Principi: il fatto che si riconoscano l’un l’altro, la superstar globale e il ragazzo che fa video streaming, è già lo show.

«Ibai è un gigante a livello comunicativo. È uno che davanti al microfono è capace di riempire ogni spazio e raggiungere come pochi le nuove generazioni», dice Fran Guillén. Poi introduce il tema più delicato: «Non credo che quello che fa sia in conflitto con il giornalismo, perché fa più intrattenimento che informazione. Intanto i calciatori lo vedono come qualcuno con cui si trovano a proprio agio in un’intervista informale». Uno dei responsabili dell’incontro tra Messi e Ibai è Tomás Marcó del Pont, che da un paio d’anni gestisce la comunicazione del PSG sulle piattaforme spagnole. Marcó ha detto al Washington Post che contattare uno streamer serviva per «creare contenuti diversi, all’altezza di Messi». Il Psg, insomma, vede nel lavoro degli streamer come Ibai «un modo diverso di comunicare, qualcosa che può convivere con il giornalismo e aiutare il club a crescere». Anche se i giornalisti spagnoli non l’hanno presa proprio benissimo. Il commentatore sportivo Juanma Castaño, dopo che Messi ha parlato con Ibai, ha commentato su Twitter: «Non capisco niente. Punto. Ognuno interpreti ciò che vuole».

Il primo punto di forza della comunicazione e dell’intrattenimento di Ibai Llanos è un elemento che potremmo definire strutturale, quindi non propriamente personale. A differenza dei media sportivi televisivi, le dirette di Ibai sono un viaggio nella realtà aumentata: interazione con il pubblico, trasmissione multipiattaforma, rapporto amichevole con il presentatore, sono tutti fattori che permettono di creare un ambiente meno filtrato, meno distante rispetto alla classica intervista o alla trasmissione di una partita su tv satellitare. Poi, certo, Ibai è anche molto bravo, come diceva Fran Guillén. E ha una visibilità che interesserebbe qualsiasi azienda, anche il Psg e Messi: ha 6,47 milioni di iscritti sul canale YouTube, più di 7 milioni di follower su Twitch (è dentro la top ten mondiale).

Da quando nel 2014 ha iniziato a fare saltuariamente dirette streaming di League of Legends, Ibai mantiene uno stile naturale e spontaneo, ma carismatico quando serve, oltre a una poliedricità che gli permette di saltare da una categoria all’altra: prima i videogiochi – dall’automobilismo agli scacchi, passando per il calcio, LoL e Among Us – poi il commento delle partite. È per questo che, ben prima di Messi, aveva già fatto una montagna di interviste con personaggi famosi. Il 5 febbraio scorso Ibai ha aperto una sezione del suo canale che si chiama “Charlando Tranquilamente” in cui ha intervistato ovviamente il suo amico Agüero, ma anche Thibaut Courtois, Andrés Iniesta, Sergio Ramos, Ronaldo, Ronaldinho, e poi è andato oltre il calcio e lo sport, con cantanti come L-Gante, Duki e Bizzarrap. La popolarità del suo canale è una calamita per atleti o celebrità che vogliono farsi intervistare senza il terrore che qualsiasi cosa che dicano possa essere usata contro di loro. E ovviamente la sua popolarità lo rende un contatto prezioso per un imprenditore come Piqué: pochi giorni fa hanno annunciato di aver acquistato uno slot nella Superliga spagnola di League of Legends.

Dunque: più che togliere spazio di manovra ai media tradizionali e ai giornalisti il lavoro di Ibai Llanos sembra indicare la direzione in cui tira il vento. Una nuova direzione, alternativa e complementare, non sostitutiva. D’altronde i giornalisti non possono essere sostituiti da un ragazzo che, come fa notare il Washington Post, «non fa domande scomode, non chiede a Messi cosa pensa di come il Barcellona ha gestito il suo rinnovo o quale sia l’attuale rapporto con Joan Laporta». Dovremmo usare questi eventi ancora rari – l’intervista esclusiva o Reims-Psg in chiaro su Twitch – come una finestra su un futuro possibile e a questo punto anche parecchio probabile. Anche perché sembra piacere ai calciatori, e ai grandi club. A coloro che comandano, perché dirigono il mercato. Perché sono il mercato.