Julián Álvarez è il nuovo gioiello argentino

L'attaccante del River Plate segna moltissimo, ma è anche un giocatore completo e di enorme qualità.

Il nome di Julián Álvarez è diventato di dominio pubblico, anzi internazionale, solo nelle ultime settimane, ma in realtà l’attaccante del River Plate frequenta da tempo il grande calcio sudamericano: classe 2000, ha esordito con i Milionarios già nel 2018, nel Mondiale per Club di quell’anno ha servito un assist decisivo nella finale per il terzo posto e poi, pian piano, si è imposto nelle rotazioni di Marcelo Gallardo. Per gli osservatori, la sua dimensione di grande promessa è nota già da molti anni: proprio in questi giorni, il quotidiano spagnolo Marca ha pubblicato un articolo in cui Piero Foglia, reclutatore di giovani calciatori in Argentina, ricorda che «Julián, da piccolo, è stato per un mese nella cantera del Real Madrid: se i regolamenti non fossero cambiati, impedendo ai ragazzini stranieri di trasferirsi in Spagna prima di compiere 16 anni, oggi sarebbe un giocatore del Real».

In realtà Álvarez può legittimamente aspirare a tornare a Madrid, così come al trasferimento in qualsiasi altro club d’Europa: il suo rendimento in questa stagione è incredibile, non solo nei numeri (15 gol e sei assist in 16 partite di Superliga argentina) ma anche per quanto riguarda la pura qualità del gioco, la presenza, la partecipazione nelle azioni del River Plate. L’allenatore Marcelo Gallardo lo ha utilizzato e lo utilizza soprattutto come punta centrale, ma in alcune gare Alvárez è stato schierato anche sulla destra del fronte offensivo, per sfruttare la sua grande capacità di condurre il pallone e concludere a rete con entrambi i piedi. Secondo il giornalista e radiocronista Federico Bulos, Álavarez è «il Thomas Müller del calcio argentino, nel senso che i tedeschi dicono che Müller non gioca in nessuna posizione specifica e al contempo gioca dappertutto. Anche Álvarez non è un centravanti classico, non è un esterno, non è un trequartista, ma è un po’ tutte queste cose contemporaneamente». Il fatto che questa versatilità non gli abbia impedito di segnare con una continuità impressionante (nell’ultima gara di campionato contro il Patronato ha realizzato quattro reti) fa la differenza con tutti gli altri attaccanti argentini della sua generazione: non a caso, Gallardo ha parlato di lui come di «un giocatore maturo fisicamente e mentalmente, con una tecnica impeccabile».

Il suo soprannome è El Araña, letteralmente il Ragno: alcuni compagni gliel’hanno affibbiato perché quando conduce il pallone è così rapido e preciso che sembra possedere più di due gambe. Se ne è accorto anche il ct della Selección Lionel Scaloni, che a partire da giugno 2021 lo ha sempre convocato e gli ha concesso pure cinque spezzoni in campo, tra cui uno anche alla in Copa América. In realtà Álvarez ha dato un contributo piuttosto ridotto – appena 34 minuti in campo nel 4-1 contro l’Ecuador – alla vittoriosa spedizione in Brasile, ma ha tutto il tempo per ritagliarsi un ruolo da protagonista anche in Nazionale; dopotutto Messi va verso i 35 anni, e purtroppo anche Kun Agüero sembra vicino alla fine della carriera, per via dei suoi problemi al cuore.

Le credenziali tecniche, come detto, ci sono tutte: alla sua completezza formale e sostanziale, Álvarez abbina anche un grande senso del gol, una capacità non comune nel comprendere in un attimo qual è la soluzione migliore per essere decisivo nell’area di rigore avversaria – che sia un tiro di potenza, un pallonetto vellutato, un tocco in anticipo sul difensore avversario, anche un assist per un compagno meglio piazzato. Questa dote si controbilancia a un fisico tutt’altro che esplosivo eppure tosto, compatto (170 centimetri per 70 chili), che gli permette di essere utilissimo anche nel legare i reparti, nel retrocedere verso il centrocampo per lavorare da regista offensivo. Una delle giocate più ricorrenti nei videoskill su Youtube è proprio la ricezione spalle alla porta e sulla trequarti campo, fatta con uno o due tocchi a seguire per liberarsi del difensore in pressione alta: così Álvarez apre spazi enormi per sé ma anche per i compagni, crea ampie praterie da attaccare in velocità, costringe gli avversari a retrocedere, a rinculare. E a quel punto ha tutto ciò che serve, dal punto di vista tecnico, per servire un assist decisivo o concludere l’azione in prima persona.

Un po’ di gol (e giocate) accecanti di Julián Álvarez

Non è ancora chiaro dove giocherà nella prossima stagione – il suo contratto è in scadenza nel 2022 e prevede una clausola rescissoria di circa 25 milioni – ma è evidente che Álvarez è destinato ad avere una grande occasione in Europa. I suoi numeri spaventosi lo rendono il miglior attaccante Under 21 al mondo per numero di gol (e gol più assist) realizzati in partite di campionato,  e i media argentini hanno già raccontato di offerte rifiutate dalla Mls in attesa di capire quale squadra del Vecchio Continente decida di imbastire subito l’operazione d’acquisto con il River Plate. D’altra parte, però, Julián potrebbe anche decidere di rinnovare il suo accordo, disputare il Mondiale 2022 con l’Argentina – la Selección ha centrato la qualificazione matematica nell’ultima tornata di gare – e poi trasferirsi in Europa, senza dover scontare un possibile periodo di adattamento che potrebbe compromettere la convocazione di Scaloni. Insomma, è solo questione di tempo, di quando e non più di se: Julián Álvarez è il nuovo grande gioiello del calcio argentino, probabilmente il più brillante della sua generazione, e avrà la possibilità di dimostrarlo in uno dei club più ricchi e importanti del mondo. Le premesse perché la sua carriera sia scintillante, perché possa mantenere le promesse intraviste finora, ci sono proprio tutte.