Quando le cose vanno male, si guarda inevitabilmente a chi è più bravo. Un’abitudine semplice ma spesso efficace, soprattutto in tema di economia e management sportivo. Il modello di riferimento in questo momento è quello inglese, ed è francamente inevitabile: genera più soldi, attrae gli investitori e quindi riesce ad accaparrarsi giocatori e allenatori migliori. Logico, quindi, che il presidente della federazione francese, Philippe Diallo, abbia guardato oltre Calais e alla struttura del campionato inglese per cercare di far uscire le proprie leghe professionistiche da una crisi economica che ormai sta diventando cronica.
Come riportato da L’Equipe, due mesi e mezzo fa ha affidato a tre gruppi di lavoro il compito di ripensare il futuro della Ligue 1, coordinati rispettivamente da Marc Keller (presidente del Monaco), Baptiste Malherbe (presidente del Tolosa) e Damien Comolli (presidente uno dell’Auxerre). A differenza di tante commissioni che finiscono col non decidere nulla, stavolta Diallo ha in mente una vera e propria rivoluzione: «La crisi è grave e strutturale», ha spiegato, «e poiché il dialogo all’interno della Ligue 1 era complesso, ho preso l’iniziativa». Il risultato? Un progetto che, come detto, ribalta il modello attuale e avvicina la Francia al sistema inglese.
La riforma prevede la creazione di una società commerciale formata dai club professionistici, ciascuno con diritto di voto, direttamente legata alla FFF (la Federcalcio francese). Diallo spiega: «Passeremo da un’associazione di diritto privato a una società commerciale». E non si tratterà solo di gestire i ricavi, come fa ora la filiale LFP Media, ma anche l’organizzazione pratica dei campionati. Tra le novità più importanti, quella legata al presidente della LFP che non verrà più eletto. Al vertice ci sarà un CEO, scelto dai club, con un mandato revocabile in qualsiasi momento: una sorta di commissioner di stampo americano.
In altre parole, si va verso una governance sul modello Premier League. Ma «à la française», come sottolinea Diallo, rispettando le specificità culturali e sportive del movimento locale. La Ligue de Football Professionnel, presieduta oggi da Vincent Labrune, sparirebbe così dalla mappa: «La Ligue era già diventata una scatola vuota», ha rivelato Diallo. E sarà la (sua) FFF a mantenere il controllo generale, grazie a un’azione speciale che le garantirà poteri di veto su questioni chiave, come il formato del campionato o il numero di promozioni e retrocessioni. Competenze che in questo momento sono in mano alla LFP – come la vigilanza finanziaria della DNCG, la Direction Nationale du Contrôle de Gestion, l’organizzazione responsabile del monitoraggio e della supervisione dei conti delle società calcistiche professionistiche in Francia – torneranno così alla Federazione. Una misura significativa, specie in queste settimane, dato che il prossimo 20 maggio l’ente dovrà deliberare sulla gestione dei conti dell’Olympique Lione.
Il presidente della FFF non si è fermato qui. Il piano include una revisione della distribuzione dei diritti TV, in difficoltà dopo il flop delle trattative per la stagione 2025/26: «Serve una chiave di ripartizione più equa», ha spiegato Diallo. «Molti club sono in sofferenza e occorre redistribuire meglio i ricavi». Nella riforma sono previsti anche limiti agli organici e al monte stipendi, in linea con il Fair Play Finanziario UEFA. Un focus particolare, poi, sarà riservato sulle multiproprietà, sempre più diffuse e potenzialmente destabilizzanti. Diallo, infine, vorrebbe creare un canale o una piattaforma privata per la trasmissione delle partite, affidandosi a un partner strategico per la distribuzione. Per realizzare questa rivoluzione, il numero uno del calcio francese conta su una coincidenza favorevole: una proposta di legge in Senato, presentata dai senatori Savin e Lafon, che farà da veicolo alle necessarie modifiche legislative. Il 10 giugno ci sarà il primo dibattito, con il testo che potrebbe approdare in autunno all’Assemblea Nazionale per il voto finale. «Non è un maquillage, ma un vero progetto innovativo che cambia il volto del calcio professionistico francese», ha concluso Diallo.
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