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Gli ultimi difficili anni di Ched Evans

Assolto dall'accusa di stupro risalente al 2011, l'ex Manchester City è era stato incarcerato e rifiutato da diversi club.

Per due anni nessuna squadra ne ha voluto sapere di offrire un contratto a Ched Evans: sarebbe stato inammissibile tesserare un atleta che aveva trascorso due anni e mezzo in prigione per violenza sessuale. Evans, attaccante gallese classe 1988, ha sempre detto di essere innocente e alla fine il tribunale gli ha dato ragione. È stato infatti giudicato non colpevole dello stupro di una cameriera di 19 anni avvenuto nel 2011 in un hotel vicino a Rhyl, nel nord del Galles, durante una festa dello Sheffield United.

Quella sera Evans avrebbe partecipato a un rapporto sessuale tra il compagno McDonald e la ragazza. Secondo l’accusa, sarebbe stata troppo ubriaca e quindi incapace di essere consenziente. Evans ha sempre sostenuto il contrario, mostrando anche sensi di colpa per aver tradito la moglie. Era tuttavia stato incarcerato e rilasciato nel 2014. Al momento dei fatti, era sotto contratto con lo Sheffield United, ma la società ha deciso di licenziarlo per non intaccare la propria credibilità. Evans si è poi proposto anche a Hartlepool, Hibernian, Oldham e Grimbsy, venendo sempre rifiutato. Troppo rischioso mettere sotto contratto un giocatore giudicato colpevole di un reato tanto grave.

Ched Evans festeggia durante una gara di League One tra Sheffield United e Chesterfield (Stu Forster/Getty Images)

Soltanto nel giugno del 2016, dopo che due mesi prima era stata annullata la sentenza originaria, in attesa di un nuovo processo, Evans ha trovato una squadra: si tratta del Chesterfiled, in League One, con cui ha finora disputato otto partite e segnato quattro gol. Tra le maglie indossate in carriera, la più prestigiosa è quella del Manchester City: dopo cinque anni nell’Academy, Evans ha trascorso una breve parentesi in prima squadra dal 2007 al 2009, collezionando 26 apparizioni e un gol.