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Gli eSports sanno essere disumani

Un gruppo di giocatori coreani ha denunciato le pessime condizioni di vita a cui sono costretti.

Da un paio d’anni gli eSports rappresentano un fenomeno in costante crescita, ogni giorno aumenta il numero di fan e spettatori in tutto il mondo. Vivere per giocare con una console, però, non è solo divertimento. Secondo un articolo di Marca ci sarebbero una serie di aspetti negativi che molti ignorano, un lato oscuro che non viene sottolineato così spesso. I giocatori di Mighty Storm, una delle squadre coreane di Overwatch più famose al mondo, hanno denunciato il club per le condizioni in cui sono costretti a lavorare. I membri del club hanno rilasciato un comunicato su uno dei portali del paese dedicati agli eSport, denunciando numerosi abusi da parte dei gestori della squadra.

Tra le varie accuse ci sarebbero quella di dover praticare orari stressanti, allenarsi per 16 ore senza pause da mezzogiorno alle 4-5 del mattino, con soltanto uno o due pasti forniti al giorno, spesso con razioni che non basterebbero a sfamare tutti. I giocatori vengono costretti  a dormire in dieci persone in una stanza, la stessa in cui poi si trovano a giocare. La casa da gioco avrebbe soltanto un bagno per 16 persone. I giocatori sostengono anche di non essere stati pagati secondo i termini contrattuali.

 

I Tempesta Mighty sono stati impegnati in un torneo Ogn Apex, il campionato di punta degli Overwatch in Corea del Sud in questo momento, fino al 16 novembre, quando sono stati eliminati da una delle squadre più forti, i Lunatic-Hai. Prima della loro ultima partita, i giocatori sostengono che gli allenatori gli avrebbero detto: «Ragazzi, probabilmente oggi perderete 3-0», senza fornire alcuna consulenza strategica durante la gara. Quando sono stati eliminati dal torneo, pare non gli siano stati forniti ulteriori pasti, per gli allenatori «non meritano di mangiare».

Dopo una sconfitta risalente al 19 ottobre, gli stessi allenatori avrebbero gridato ai giocatori di uscire dal veicolo che li stava riaccompagnando a casa. Quando la squadra è arrivata a destinazione, dopo aver camminato per 40 minuti, i giocatori sarebbero stati accolti da un «non vale nemmeno la pena insegnarvi qualcosa». Ovviamente le condizioni in cui i ragazzi sono costretti a vivere rappresentano un rischio per la salute dei giocatori stessi, dato che i medici consigliano di non passare più di 12 ore di fila ai videogiochi. Un ulteriore problema sarebbe rappresentato dagli abusi psicologici che questi subirebbero dai propri allenatori prima delle sfide ufficiali. Il club per cui lavorano si è apprestato a rilasciare una dichiarazione in cui confuta le informazioni, affermando che si tratta soltanto di bugie. I reclami sono giunti fino all’associazione di eSports coreana KeSPA, che ha analizzato la situazione assicurando ai giocatori tutto il supporto legale necessario.