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Alex Morgan ha esultato trollando i nazionalisti inglesi (e anche Phil Neville)

Alex Morgan, numero 9 della Nazionale statunitense, ha compiuto 30 anni il 2 luglio, lo stesso giorno in cui ha segnato il gol decisivo per il 2-1 della sua squadra contro l’Inghilterra allenata da Phil Neville, prenotando il primo dei due posti disponibili nella finale del Mondiale.

Morgan ha esultato fingendo di sorseggiare una tazzina di tè, una cosa che ha fatto arrabbiare parecchio alcuni inglesi, tra cui l’attaccante della Juventus Lianne Sanderson, che ha detto di trovare «di cattivo gusto» l’esultanza. Anche Piers Morgan, ex direttore del Daily Mirror, ha twittato una foto di Morgan scrivendo: «Forza Leonesse, fatelo andare di traverso a queste arroganti yankee». È stato però proprio Piers Morgan a, come si dice, alzare la tensione nei giorni precedenti la partita, postando sempre su Twitter una foto di Megan Rapinoe con le braccia larghe, nella sua tradizionale posa post-gol, con il commento: «La signora Rapinoe sicuramente si vuole molto bene. Non vedo l’ora che le nostre Leonesse addentino quell’incredibile ego».

La stessa Morgan ha detto, riferendosi al “tè”, che era una risposta «a tutto quello che ci hanno tirato addosso in questo Mondiale», e ha aggiunto: «Megan Rapinoe è la migliore a esultare, lo so. Ci ho voluto provare». L’esultanza è arrivata a due giorni dal 4 luglio, l’Independence Day con cui gli Usa festeggiano l’indipendenza delle prime 13 colonie dalla Gran Bretagna. E il numero di Morgan è proprio il 13.

Proprio Megan Rapinoe, nei giorni precedenti, era stata attaccata dal presidente statunitense Donald Trump dopo che era stato pubblicato un video di backstage della sua intervista con il magazine Eight by Einght in cui diceva: «Non andremo alla cazzo di Casa Bianca, non ci inviteranno nemmeno». Trump le ha intimato, sempre su Twitter, di “finire il lavoro” prima di parlare di andare alla Casa Bianca.

A proposito di Trump, la vittoria degli Stati Uniti sono una vendetta anche sull’allenatore dell’Inghilterra, Phil Neville. L’ex difensore del Manchester United ed ex assistente allenatore al Valencia (un’esperienza non proprio positiva) aveva twittato, mentre Hillary Clinton era ospite della Bbc, «Hillary you lost move on», che si può tradurre con “fattene una ragione”.