ì

Focus — David Beckham

Un personaggio unico, un rivoluzionario, che ha portato il calcio nel futuro. Ma soprattutto un campione dalle immense qualità.

David Beckham è stato uno dei primi grandi calciatori-brand, la sua esplosione in campo e come icona glamour ha trascinato il calcio in una nuova era. La corrispondenza temporale è perfetta: pochi mesi dopo la nascita del “nuovo” campionato inglese Beckham esordiva con il Manchester United, e da lì a qualche anno lui e la Premier sarebbero diventati dei fenomeni planetari con enorme impatto anche su altri ambiti – moda, media, industria culturale.

Oggi Beckham compie 44 anni, la sua nuova vita è quella del dirigente sportivo a Miami. Anche questa avventura è stata pensata e costruita per essere trasversale, per andare oltre lo sport, come tutto nella carriera del centrocampista inglese. Nella nostra rassegna, però, abbiamo voluto raccontare il Beckham-calciatore, la sua immensa qualità, i suoi successi. Spesso l’abbiamo sottovalutato, non l’abbiamo considerato per quello che era, un grande campione e un professionista serio, rigoroso, per concentrarci su altri aspetti del suo personaggio. Invece Beckham ha fatto la storia del gioco, e nel frattempo ha pure cambiato per sempre la figura del calciatore, aumentando la sua sfera di influenza, cancellando molti stereotipi, portando il suo sport nel futuro.

Beckham comes face to face with his spiritual descendentsFinancial Times
In questo articolo Simon Kuper non parla solamente di Beckham, ma racconta come si è manifestato il suo impatto sul calcio inglese nella seconda metà degli anni Novanta: «In quegli anni, la Premier League stava scoprendo la sua nuova natura, si stava staccando dalle sue tradizioni imbevute di bevande alcoliche, per aprirsi all’estero come fenomeno mediatico. Beckham ha definito ciò che il suo club sarebbe diventato: partita dopo partita, faceva la doccia e saliva sul pullman, lavorava sodo, parlava poco, e intanto mostrava al Manchester United come conciliare i risultati sul campo e il marketing». 

Beckham’s skills with the ball were long overshadowed by his celebritySports Illustrated
In questo articolo pubblicato su Sports Illustrated, Jonathan Wilson racconta David Beckham con la stessa chiave che abbiamo utilizzato in questo articolo: «Le abilità di Beckham come calciatore sono state a lungo oscurate dalla sua celebrità. Perciò occuperà per sempre un posto particolare nella storia del calcio inglese, in un certo senso è stato il simbolo del grade cambiamento di questo sport, da gioco sporco a spettacolo globale».

David Beckham: the only Englishman to win titles in four different countriesThese Football Times
David Beckham è stato uno dei pochi giocatori inglesi in grado di imporsi e di conquistare grandi vittorie anche all’estero. In questo articolo, TFT analizza questo aspetto della sua carriera, sottolineando come «a Milano, Madrid, Parigi e Los Angeles abbia dimostrato di essere un giocatore e un professionista rispettoso delle tradizioni del club, della cultura della città e del Paese che lo ospitava».

Il rapporto di Beckham con la Nazionale inglese è sempre stato molto controverso. Al Mondiale del 1998, fu espulso durante il match degli ottavi di finale contro l’Argentina, e per questo fu indicato come il grande colpevole dell’eliminazione della squadra di Hoddle. Il sereno tornerà solo quando, da capitano nominato dal nuovo ct Eriksson, il centrocampista del Manchester United realizzerà il gol decisivo per la qualificazione alla successiva edizione della Coppa del Mondo, in Giappone e Sud Korea nel 2002. L’esecuzione di Beckham è davvero splendida, e soprattutto è stata realizzata nei minuti di recupero della sfida contro la Grecia. Un momento iconico nella storia recente del calcio inglese, da vedere e rivedere.

The Beckhams: It’s a family affair as the next generation joins the limelightThe Guardian
Ovviamente, però, l’impatto extracalcio di Beckham è stato ed è talmente grande che non può essere trascurato, neanche in una rassegna come questa. E allora un pezzo che significativo viene pubblicato nel 2016 dal Guardian, che va oltre la figura di David e azzarda un paragone impegnativo tra la legacy della sua famiglia e quella reale d’Inghilterra. «Il matrimonio tra David e Victoria e il futuro dei loro figli», scrive Vanessa Thorpe, «sta andando in una direzione chiara: lo sviluppo di una dinastia che può rivaleggiare con quella dei Windsor».

Beckham Still Changes the Game — FinanciallyNew York Times
L’impatto di David Beckham è andato molto al di là del campo, come detto. Ma non è solo un discorso relativo alla moda, o alla cultura pop: grazie a lui, il calcio europeo e poi soprattutto quello americano hanno dovuto cambiare, adattarsi ai giocatori-brand, inventarsi delle nuove regolamentazioni fiscali. In questo articolo del 2012, Rob Hughes giudica questi cambiamenti non solo in senso positivo, ma in ogni caso si tratta di un’altra dimostrazione di come il centrocampista inglese abbia destrutturato e poi ricomposto l’idea stessa del calciatore professionista.

Con la Nazionale inglese, Beckham ha disputato 115 partite, con 17 gol segnati; in 59 occasioni, ha indossato la fascia da capitano (Shaun Botterill/Getty Images)

Un destro fantastico

La classifica dei dieci gol più belli realizzati nei suoi undici anni con il Manchester United doveva contenere per forza molti calci di punizione diretti, la grande specialità del repertorio di Beckham. Con il suo piede destro era capace di creare traiettorie eccezionali, non solo da fermo, per esempio la prima rete di questa classifica è lo storico pallonetto da metà campo contro il Wimbledon, ma prima ci sono altre marcature fantastiche, per esempio quella contro il Deportivo La Coruña del 2002.

Il lungo finale di carriera

Al termine dell’esperienza con il Real Madrid, Beckham si trasferisce negli Stati Uniti, ai Los Angeles Galaxy, e cambia la storia della Mls. Solo che ha ancora un’enorme qualità e una gran voglia di misurarsi nel grande calcio, così crea un canale che sarà sfruttato anche da altri giocatori dopo di lui: un prestito in Europa da gennaio a giugno, quando la lega americana è ferma. Sceglie il Milan, e si dimostra ancora un campione. Il primo gol, contro il Bologna, è splendido, e viene celebrato con un’esultanza di gioia e foga.