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Con il calcio a porte chiuse, il fattore campo sembra essere scomparso

Solo tre vittorie casalinghe su 22 partite giocate in Bundesliga.

La vittoria del Bayern in casa del Borussia Dortmund può rientrare nella normalità, non è un risultato clamoroso e quindi imputabile all’assenza dei tifosi del Signal Iduna Park. Solo che si tratta dell’ennesimo successo esterno in queste prime partite della Bundesliga dopo il lockdown, e allora il discorso sul fattore campo del calcio a porte chiuse diventa un tema centrale, che non è possibile ignorare. I numeri sono eloquenti: su 22 match disputati finora, solo tre si sono conclusi con la vittoria della squadra di casa. E se, come detto, alcuni risultati possono essere considerati “normali”, altre sfide sono finite con punteggi inattesi: parliamo di Schalke 04-Augusta (0-2), di Bayer Leverkusen-Wolfsburg (1-4), di Lipsia-Friburgo (1-1).

Le tre partite che hanno visto trionfare la squadra di casa sono state Bayern Monaco-Eintracht Francoforte (5-2), Borussia Dortmund-Schalke 04 (4-0) e Hertha-Union Berlin (4-0). Poi, 12 successi in trasferta e sette pareggi. Un numero enorme, considerando la media totale di questa stagione: finora, ci sono state 90 vittorie esterne su 280 partite giocate, quindi il rapporto è in fase di ribaltamento. Ma in realtà è giusto chiedersi: quanto incide l’assenza di tifosi sugli spalti su questo aspetto del gioco? Secondo Gabriele Marcotti, giornalista di Espn che ha scritto un articolo su Borussia Dortmund-Bayern Monaco, si tratta di un fattore che può aiutare molto chi gioca in trasferta, soprattutto in stadi con un pubblico storicamente caldo: «Il Bayern ha sfruttato l’assenza del muro giallo che incombe su tutti quelli che giocano a Dortmund. I giocatori di Flick hanno sfruttato il loro pedigree, la loro esperienza, in questo modo hanno imposto una sorta di destino manifesto sul Borussia, senza che i giocatori di Favre potessero ricevere dagli spalti la spinta necessaria a ribaltare le cose».

Sempre secondo Marcotti, anche il comportamento dei giocatori in campo, dell’arbitro e degli addetti al Var è stato influenzato dal fatto che il Klassiker si è giocato a porte chiuse: «Forse il rumore della folla avrebbe potuto cambiare le cose poco prima dell’ora di gioco, quando un tiro di Haaland è stato chiaramente deviato dal gomito di Boateng. Guardando la Tv, eravamo pronti per delle scene ormai familiari: un sussulto di rabbia della folla, i giocatori del Dortmund capiscono che è successo qualcosa di controverso e allora circondano l’arbitro Tobias Stieler per protestare, infine il controllo del Var. Nulla di tutto questo: il pubblico non c’era, i giocatori del Borussia non hanno protestato, anzi sembravano avere solo l’urgenza di riprendere il gioco il prima possibile, battendo il calcio d’angolo».