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Perché il Barcellona non ha potuto ancora rinnovare il contratto a Messi

La profonda crisi economica non permette al club catalano di registrare i nuovi acquisti, e Messi in questo momento è un calciatore svincolato.

L’estate di Leo Messi è a dir poco contraddittoria. Se il successo in Copa América con l’Argentina gli ha permesso di infrangere quello che era l’unico e ultimo tabù rimasto nella sua incredibile carriera, dall’altra parte c’è un contratto scaduto ormai da tre settimane con il Barcellona. In questo momento, dunque, uno dei giocatori più forti del mondo e della storia del calcio è ancora free agent, non ha una squadra, nonostante le voci dalla Spagna – filtrate dall’interno del Barça – confermino l’esistenza di un accordo raggiunto per prolungare la permanenza del fuoriclasse argentino in Catalunya. Il punto, però, è che questo accordo non può essere formalizzato ufficialmente – e quindi non può essere annunciato – fino a quando il Barcellona non risolverà i suoi enormi problemi finanziari.

Fin dal giorno in cui si è candidato come presidente del Barcellona, Joan Laporta aveva annunciato che il rinnovo e quindi la permanenza di Messi sarebbero stati il suo primo obiettivo dopo le elezioni. È andata così, ma non c’è ancora il lieto fine: il nuovo contratto dovrebbe durare fino al 2026, e permetterebbe all’argentino di guadagnare una cifra più alta rispetto a quella precedente, solo spalmata su un maggior numero di stagioni. L’ingaggio di Messi è passato da 45 milioni netti a 20, e in questo modo Leo è anche andato incontro al suo club, che vive una situazione a dir poco critica dal punto di vista economico: il debito totale ammonta a 1,17 miliardi di euro, per tamponare è arrivato un prestito da 525 milioni da Goldman Sachs, ma nel frattempo il tetto massimo al budget ingaggi imposto dalla Liga – che, in verità, prescrive un limite di costo della rosa sportiva proporzionato con gli introiti – è calato fino a 200 milioni di euro; nel 2019/20, prima della pandemia, era di 671 milioni di euro, poi nell’ultima stagione è sceso a 347 milioni. Ora, dopo questo ulteriore taglio, il Barcellona è praticamente spalle al muro: non può formalizzare il “nuovo acquisto” di Messi, così come quelli di Agüero ed Eric García a parametro zero dal Manchester City, e di Depay dal Lione, fino a quando non taglierà il suo monte stipendi. La società catalana potrà registrare i suoi nuovi giocatori solo quando rientrerà all’interno del budget permesso dalla Liga,

Javier Tebas, presidente della Liga, è stato chiaro: «Non potremo chiudere un occhio sui controlli finanziari». E quindi adesso il Barcellona deve vendere il più possibile per poter provare a vivere una stagione sportiva “normale”, anche se ovviamente tutto sarà condizionato dalle ulteriori perdite legate alla pandemia. In realtà, però, l’enorme deficit è stato solo aggravato dal Coronavirus, la gestione economica del club risultava poco virtuosa – eufemismo – già prima del lockdown a marzo 2020: un anno e mezzo fa, gli stipendi bruciavano oltre il 70% del fatturato della società blaugrana, e così una situazione complicata è diventata drammatica allo scoppiare della crisi. Piqué, Ter Stegen, De Jong e Lenglet hanno già accettato un contratto al ribasso, mentre secondo il Guardian ci sarebbero delle trattative in corso con Jordi Alba e Sergio Busquet per un rinnovo a cifre inferiori; Carles Aleñá è passato al Getafe per cinque milioni di euro, Junior Firpo è stato ceduto al Leeds per 15 milioni, Jean-Clair Todibo ha accettato l’offerta del Nizza e il BarLa ha incassato 8,5 milioni; anche Francisco Trincão, uno dei giovani più promettenti della rosa, si è trasferito ai Wolves con la formula del prestito, e con un’opzione di riscatto da 25 milioni di euro.

Ma non basta ancora, perché ci sono diversi giocatori che pesano tantissimo sulle casse blaugrana e per cui si sta cercando una sistemazione: Umtiti, Pjanic, Coutinho e Dembélé. In realtà sono giocatori che hanno poco mercato, per due motivi principali: hanno stipendi enormi e in più anche i potenziali acquirenti sanno che il Barcellona ha l’acqua alla gola, quindi tirano molto sul prezzo. Anche per questo, una delle ipotesi più accreditate è l’addio di uno dei pochi elementi della rosa che ha ancora appeal, Antoine Griezmann, dopo sole due stagioni: lo stipendio dell’attaccante francese è alto ma non sproporzionato – 20 milioni di euro – ma il vero problema è il suo peso a bilancio, pari a 70 milioni di euro – considerando anche l’ammortamento per l’acquisto del suo cartellino. Si parla di un possibile ritorno all’Atlético Madrid in cambio di Saúl Niguez, in uno scambio alla pari. Sarebbe una soluzione – ovviamente disperata – per poter riabbracciare Messi, per poter iniziare la nuova stagione partendo dal suo ritorno, almeno da quello.